Il parlamento italiano con i ”collaborazionisti sardi” tagliano da 80 a 60 i consiglieri della RAS. Salvi i loro privilegi economici e di potere
QUANDO LA DEMAGOGIA UCCIDE LA DEMOCRAZIA ED ESCLUDE LE MINORANZE
Per la prima volta nella storia della Repubblica italiana, il Parlamento, al fischio finale della legislatura, ha votato per la riduzione dei consiglieri della Regione Autonoma della Sardegna da 80 a 60, oltre quelli del Friuli e della Sicilia: regioni dotate di Statuto speciale e di Autonomia.
I parlamentari italiani, compresi quelli eletti in Sardegna, hanno trovato in “zona cesarini” il tempo per ridurre il numero dei consiglieri regionali sardi, ma stranamente non hanno trovato il tempo per ridurre il numero dei deputati e dei senatori nel Parlamento italiano, ancor meno hanno trovato il tempo per ridurre i loro privilegi economici e di potere. Alcuni di loro: ex consiglieri ed ex presidenti della RAS, non trovarono il tempo per ridurre i propri privilegi nel corso del proprio mandato nel Consiglio e nella Giunta della Regione Autonoma della Sardegna.
La “casta” ancora una volta, con giochi di prestigio riesce a tutelare i propri privilegi.
Da sempre Sardigna Libera all’interno e fuori dal Consiglio Regionale, ha fatto una battaglia per la riduzione dei costi della politica in Sardegna, sollecitando e dando il proprio contributo per far passare provvedimenti per il taglio degli stipendi dei consiglieri, purtroppo senza riuscire a mettere in discussione e limitare i privilegi degli assessori e dei funzionari, le consulenze esterne, tutti i costi insopportabili della macchina regionale, i costi imbarazzanti della Presidenza della Giunta, i grandi sprechi degli Enti e delle cosiddette Agenzie regionali. Tutto ciò ai contribuenti sardi costa ben di più della riduzione di 20 consiglieri.
Noi, non da oggi abbiamo proposto una drastica riduzione degli costi reali dei consiglieri proponendo la riduzione del 50% degli stipendi, ma non del numero, difendendo con ciò il diritto democratico di rappresentanza di tutte le minoranze politiche e culturali, soprattutto quelle identitarie, che hanno contribuito a costruire la storia politica della democrazia e dell’Autonomia in Sardegna.
Riteniamo che la riduzione numerica dei consiglieri della RAS, votata nel Parlamento italiano da tutti i parlamentari sardi, sia un drammatico taglio della democrazia che privilegia in Sardegna un sistema politico oligarchico e con un bipolarismo incontrollabile che condurrà inevitabilmente e in modo aberrante, a un bipartitismo perfetto.
Questo è un attacco alla democrazia, mascherato demagogicamente con una riduzione irrilevante dei costi della politica. Da sempre sosteniamo, purtroppo inascoltati, che i reali costi della politica vanno ridotti in tutta la macchina amministrativa e burocratica della RAS, mantenendo il numero originale dei consiglieri, quello sancito dallo Statuto Speciale, salvaguardando con ciò la partecipazione democratica di tutte le componenti minoritarie della società sarda, che hanno fatto la storia democratica e autonomista della Sardegna, i valori che i legislatori dello Statuto Speciale sardo avevano ben chiari e da cui sapevano di non poter prescindere.
Oggi, alla vigilia di grandi campagne elettorali per l’accaparramento e la conservazione del vecchio potere italiano, vince la demagogia di un sistema politico trasversale, “strabico” e corrotto, che escludendo le minoranze che hanno sostenuto e arricchito la storia sarda, ingannano un Popolo e uccidono la democrazia.
Claudia Zuncheddu
Sardigna Libera
Commenti