I Patti di Algeri del 26/02/2015: nessuna pace tra il governo del Mali e i Tuareg dell’Azawad
Dopo oltre mezzo secolo di discriminazioni e di Ribellioni, i Tuareg e le altre etnie dell’Azawad non trovano la pace con il governo del Mali.
I Patti di Algeri del 26 febbraio, contrariamente da quanto dichiara la stampa internazionale, secondo cui gli accordi si sarebbero conclusi con soddisfazione di tutte le parti coinvolte nel conflitto, non corrisponde al vero. Gli Accordi si raggiungono se c’è la volontà di tutte le parti: del governo del Mali e della sua controparte rappresentata dall’MNLA (Movimento Nazionale per la Liberazione dell’Azawad) e l’HCUA (l’Alto Consiglio per l’Unità dell’Azawad), cosa non avvenuta, per cui i “Patti di Algeri” di cui si parla nel mondo, sono un falso e non hanno nessuna valenza politica in quanto accordi unilaterali che escludono una delle parti.
La firma del Mali, dell’Algeria e di alcune “comparse dell’ultima ora” al servizio di Bamakò, con l’esclusione dei rappresentanti della Ribellione, segna il fallimento degli Accordi e l’inevitabile inasprimento del conflitto.
L’Algeria, si è fatta promotrice degli ennesimi Negoziati di pace tra il governo del Mali e i ribelli dell’Azawad, che rivendicano da oltre 50 anni, il diritto alla pace e alla libertà, a una migliore qualità di vita nei loro territori, all’autodeterminazione e all’autogoverno.
Le grandi Ribellioni dei Tuareg, contro i Governi del Mali, che si sono alternati in una cinquantina di anni, dall’indipendenza dalla Francia, si sono sempre concluse con Accordi di Pace che i governi non hanno mai rispettato, ignorandoli e creando a loro volta ulteriori conflitti.
L’Algeria, notoriamente fra i maggiori oppositori delle rivendicazioni dell’Azawad, non si è dimostrata un mediatore credibile, anche perché esso stesso ha problemi di confine con la nascente Nazione Tuareg.
Infatti dopo il quinto rinvio dei negoziati, Algeri ha imposto alla leadership della Ribellione Tuareg, un documento denominato “Progetto d’accordo”, dichiarando che non era emendabile, che sarebbe stato firmato “forzatamente” all’indomani e che inoltre rappresentava le linee guida indiscutibili per gli accordi di pace definitivi. Negando all’Azawad, controparte del governo maliano, ogni possibilità di partecipazione alle decisioni e di condivisione democratica del processo di pace.
E’ in questo clima che mediatori algerini avrebbero tentato di contattare individualmente gli esponenti dei movimenti dell’Azawad per dissociarli e indebolirli, arrivando persino a pesanti “pressioni” pur di indurli a firmare un Patto non condiviso, funzionale a interessi internazionali e di alcune delle parti in causa.
Secondo l’Azawad, il documento di circa 30 pagine, necessitava di essere analizzato dettagliatamente, anche per evitare che si potesse ripetere la triste esperienza dell’Accordo Preliminare di Ouagadougou, rivelatosi successivamente, aperto a manipolazioni da parte della comunità internazionale per salvaguardare i propri interessi e non quelli dei nativi.
I rappresentanti delle organizzazioni militari e politiche: MNLA e HCUA, il primo su posizioni indipendentiste e il secondo su posizioni autonomiste, dopo aver tentato inutilmente di chiedere tre giorni di tempo, per sottoporre il documento alle popolazioni e raccogliere la loro volontà, si sono rifiutati di firmare documenti unilaterali e dannosi per la causa tuareg.
Secondo il ministro degli affari esteri francese, Laurent Fabius, la farsa dell’Accordo imposto dall’Algeria, sarebbe “un’eccellente novità. Un accordo equilibrato e benefico per il Paese e per la Regione”, patto che i rappresentanti dell’Azawad, secondo le dichiarazioni del ministro francese, dovranno “forzatamente firmare”.
L’Algeria e il suo Stato-amico francese, ancora una volta si sono dimostrati mediatori super partes non credibili. Hanno volutamente ignorato che la pace tra il Mali e l’Azawad non si garantisce con sotterfugi e ancor meno con imposizioni autoritarie e minacce. Un processo di pace condiviso fra i governi e i popoli, si costruisce attraverso reali accordi bilaterali, con la partecipazione e la condivisione democratica delle decisioni e delle scelte che non vadano a scapito di nessuno dei contraenti.
La farsa dell’Accordo di Algeri, che è stato divulgato da una parte della stampa internazionale come un reale Patto di Pace, è talmente falso che gli stessi USA hanno preferito prendere distanze.
I popoli dell’Azawad, non disponibili a subire questa vergogna e questa umiliazione, proseguiranno le loro lotte laiche e democratiche, anche contro il fondamentalismo jihadista, per ribadire il diritto alla sopravvivenza, alla libertà e all’Autodeterminazione del proprio Popolo. Tutto il mondo libero e democratico, deve sapere la verità sulla situazione del Nord del Mali, dell’Azawad e della farsa dei Patti di Algeri del 26 febbraio.
Claudia Zuncheddu
(Bamako febbraio 2015)
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