I Fondi per i malati di SLA dirottati nelle casse della Presidenza del Consiglio del Governo italiano
Mercoledì 21 Novembre 2012, ore 9.30 – appuntamento sotto il Consiglio Regionale (Via Roma), per imporre al Presidente Cappellacci la costituituzione di parte civile al Processo di Perugia del 28 novembre, contro la “cricca del G8” alla Maddalena, per il recupero dei 100 milioni sottratti ai sardi e oggi più che mai indispensabili per le emergenze nell’isola.
Il Presidente Monti e il ministro Grilli ritengono non prioritario il finanziamento del fondo per la non autosufficienza per i disabili gravissimi…
Nonostante l’Art. 23, comma 8, della Spending Review prevedesse 658 milioni da destinare alla non autosufficienza per i disabili gravissimi, nel disegno di legge sulla Stabilità, i 658 milioni vengono sottratti ai malati e dirottati alla Presidenza del Consiglio, che così può vantare una dotazione di 900 milioni di Euro.
Che il Governo Monti, con i suoi tagli, voglia dare il colpo di grazia ai sardi, a partire da chi non può neppure scappare dall’isola, è un dato sin troppo evidente.
Il dramma dell’abbandono degli ammalati di SLA e di tutti gli allettati gravissimi, pone la più alta istituzione sarda (la RAS) di fronte ad un’assunzione di responsabilità di garante del diritto inalienabile alla salute dei nostri cittadini. Il fatto che la RAS non si assuma questo ruolo istituzionale di sua competenza, dimostra come essa sia succube e complice delle decisioni romane riguardanti la salute dei sardi.
Alla ferocia e al cinismo dello Stato italiano contro i sardi, ancor più nel caso dei disabili gravissimi, non si può rispondere con la sudditanza e delegando ministri del governo italiano a tutelare i bisogni primari delle fasce più deboli della società sarda.
Non è più tempo di visite formali al capezzale di chi purtroppo ha perso l’autonomia fisica, di passerelle ingannevoli forse per un passaggio televisivo… dell’indifferenza di certe facce apparentemente “mortificate e affrante”.
Gli allettati della SLA sono lucidi e consapevoli. Le loro intelligenze e la loro disperazione, sono in prima fila nella lotta per la difesa dei diritti di tutti quei sardi, sempre più numerosi, ad essere condannati alla perdita totale della propria autonomia, persino per respirare. Ma se è vero che sono condannati a un equilibrio fragilissimo tra la vita e la morte, è anche vero che gli ammalati di SLA sono più che mai vivi e vigili, per cui la Politica non può decretarne la morte con i suoi tagli, con la sua indifferenza o peggio ancora con la sua rassegnazione.
La Politica sarda deve pensare in concreto non solo a come contrastare i tagli di Monti, ma anche a quali azioni intraprendere in prima persona, per il recupero immediato dei propri crediti. Basterebbe che il Presidente Cappellacci, il 28 novembre si costituisse parte civile al Processo di Perugia, contro la “cricca di Bertolaso”, per i danni subiti dalla Sardegna nel corso dei preparativi del G8, fra l’altro mai avvenuto alla Maddalena.
Solo il Presidente Cappellacci può costituirsi parte civile al processo, per difendere i diritti dei sardi, così come hanno fatto Ministeri del governo italiano, il Comando della Guardia di Finanza e il Comune della Maddalena, lasciato in solitudine.
La costituzione di parte civile implicherebbe il recupero certo dei 100 milioni di Euro di Fondi FAS sottratti dalle casse sarde e trasferiti, con una delibera del Presidente Berlusconi, nelle tasche della c.d. “cricca del G8”.
Sarebbero 100 milioni di Euro da destinare alle emergenze in Sardegna, a partire da quella dei cittadini affetti da SLA. Il Presidente Cappellacci si costituisca immediatamente parte civile o, in caso contrario, spieghi ai sardi le ragioni che glielo impediscono. I sardi non possono fare regalie a nessuno e ancor meno alla “cricca del G8”.
Claudia Zuncheddu
Segue l’appello al Governo italiano di Salvatore Usala – malato di SLA
APPELLO AL GOVERNO
Abbiamo apprezzato i tanti appelli a non estremizzare la protesta con gesti non reversibili giunti da Ministri, Politici e tanti Cittadini. Purtroppo non dipende più da noi, le nostre scelte sono coerenti, abbiamo chiesto quanto previsto da una legge votata in agosto, la 135/2012, che prevedeva almeno 350 milioni per i disabili gravissimi.
Siamo ora noi che facciamo un appello al Governo perché ripristini i finanziamenti sottratti con il disegno di legge di stabilità all’esame del Parlamento. Invitiamo i Ministri dell’economia, politiche sociali e sanità ad incontrarci il giorno 21 presso il ministero dell’economia. noi saremo in presidio ad aspettarvi dalle 10,30.
Siamo certi che si possano trovare soluzioni per soddisfare le legittime richieste dei disabili gravissimi discutendo dei punti presentati ai Ministri Balduzzi e Fornero nell’incontro del 31 ottobre
PUNTI DI DISCUSSIONE DELL’INCONTRO:
- a)Incremento del fondo non autosufficienza di 400 milioni da utilizzare in via prevalente e prioritariamente per i disabili gravissimi, chiaramente esente reddito ISEE.
- b)Utilizzare i fondi per finanziare l’assistenza indiretta con contributi diretti alle famiglie per i Piani Assistenziali Individualizzati,(PAI) strutturati in concerto tra le parti.
- c)Prevedere una compartecipazione economica delle Regioni in misura di un terzo dei PAI, portando così il totale utile a 600 milioni. (Molte Regioni non spendono nulla o poco per le Politiche Sociali)
- d)Predisporre un atto legislativo di riduzione del 5% dei posti in RSA a carico del servizio sanitario regionale. Per invogliare i pazienti al rientro al domicilio prevedere un contributo di 30.000€ l’anno. Con tale provvedimento si può prevedere un risparmio di almeno 600 milioni.
- e)I risparmi di cui al punto d verranno utilizzati per l’assistenza socio sanitaria dei disabili meno gravi con procedure di cui ai punti precedenti.
- f)Studiare un riparto fra Regioni in funzione dell’incidenza e non della densità abitativa. Una proposta potrebbe essere di dare anticipi e saldi a presentazione dei piani finanziati in funzione della stadiazione.
- g)Studiare la fattibilità del nostro progetto “RESTARE A CASA” che riporta diversi punti sopra riportati che si ispira ad una pratica consolidata in Sardegna da 6 anni.
Oltre trovare ulteriori 200 milioni ci preme sostenere l’imprescindibilità degli altri punti per blindare un provvedimento onde evitare distorsioni e sciacallaggio da parte delle regioni.
Siamo disponibili ad ascoltare le Vostre ragioni ma uscire con un documento che ci garantisca concretamente su un emendamento sulle nostre richieste.
Nel caso non rispondiate a questo appello vi prenderete la responsabilità di tutto quello che potrà avvenire. Noi non chiediamo elemosine, vogliamo diritti, non vogliamo vivere a tutti i costi una vita indegna.
Monserrato, 19 novembre 2012
il segretario – Salvatore Usala
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