I debiti dello Stato Italiano
Si conclude l’inutile rito del dibattito sulla Legge Finanziaria.
Abbiamo appreso dalla stampa di altre Entrate dovute dallo Stato Italiano alla Sardegna per un totale di 6 miliardi e 300 milioni (e non di 4 miliardi e mezzo), dati di cui neppure la Commissione Bilancio era a conoscenza.
Non è mai stata affrontata la Partita sulle imposte delle 2° case, più il Gettito IVA, degli 80 milioni di € del Lotto: Entrate Erariali contemplate dall’Art. 8 dello Statuto.
Della grande partita delle “accise” legata alla produzione Saras in Sardegna del 25% dei raffinati italiani:altri 8 miliardi
Il dibattito su questa Legge Finanziaria sino ad oggi è stato così inutile e frustrante da non dare neppure l’illusione di una partecipazione democratica dell’Aula. I gruppi dell’opposizione hanno tentato di contribuire con i numerosi emendamenti al miglioramento di una Legge lontanissima dal dare risposte allo stato di emergenza socio economica dei sardi. Di fronte al tracollo di tutto il sistema economico della Sardegna è urgente e inderogabile un “progetto di sviluppo economico“ adeguato allo stato di crisi.
In questi due anni di Giunta Cappellacci abbiamo assistito, “dalle finestre di questo palazzo” giorno dopo giorno alle manifestazioni disperate di tutte le categorie di lavoratori, di precari, di disoccupati, di chi ha perso i diritti all’istruzione, alla cultura, alla salute e alla sopravvivenza.
Di un popolo che con la chiusura delle scuole ha perso: il diritto allo studio e al lavoro, lasciando al degrado le stesse strutture scolastiche.
Movimenti di popolo che hanno visto i pastori con le loro famiglie nelle piazze e nelle strade manifestare per il “diritto alla sopravvivenza delle loro famiglie e delle loro aziende”, ma le uniche risposte concrete non sono arrivate dalle istituzioni predisposte ma dalle forze dell’ordine con la repressione (a Cagliari come a Civitavecchia), ai precari dell’industria, della sanità, a quelli del Teatro lirico, che alla vigilia di Natale hanno manifestato, improvvisando un con concerto, sotto il palazzo del Consiglio Regionale ormai vuoto.
Manifestazioni di disoccupati, di precari, di categorie alle quali è negato il diritto a percepire lo stipendio dovuto. Ma che sistema democratico e autonomistico è questo?
Ma intanto qui si consuma il rito di un dibattito sterile attorno a una Legge Finanziaria vuota e inadeguata: il frutto di una Giunta sempre più confusa, così confusa da tentare di negare all’Aula una copia della Delibera sulla “impugnativa del Bilancio dello Stato”, un tentativo di occultamento di un impegno condiviso che ha indotto i gruppi dell’opposizione a interrompere l’occupazione dell’Aula Consiliare prima della fine dell’anno.
Ciò che emerge, oltre i riti legati alle scadenze istituzionali, è la mancanza di certezze,mancano le premesse politiche ed economiche non solo per “approvare” questa Finanziaria, ma anche per discuterla.
Ribadiscola necessità di rivisitare i rapporti della RAS con lo Stato Italiano.
Il problema della Sovranità dei sardi è tempo che si pratichi concretamente. E’ questo che noi dell’opposizione di CS e identitaria continuiamo a rivendicare alla Giunta Cappellacci. Una Giunta che non deve aver timore, di rassegnare le proprie dimissioni se il “governo amico italiano” continua a negare i diritti dovuti e contemplati dall’Art. 8 dello Statuto. Bisogna essere coerenti e concreti.
Abbiamo appreso dalla stampa di altre Entrate dovute dallo Stato Italiano alla Sardegna per un totale di 6 miliardi e 300 milioni (e non di 4 miliardi e mezzo), dati di cui neppure la Commissione Bilancio era a conoscenza.
Non è mai stata affrontata la Partita sulle imposte delle 2° case, più il Gettito IVA, per non parlare degli 80 milioni di € del Lotto: Entrate Erariali contemplate dall’Art. 8 dello Statuto.
Così come non sono contemplati gli 8 miliardi di accise dovute ai sardi per la produzione dei raffinati Saras: il 25% della produzione italiana.
Per questa Sardegna “commissariata e abusata” abbiamo necessità di chiarezza e di Trasparenza non solo sui documenti contabili ma sulle interlocuzioni tra Giunta Regionale e Governo italiano. Alla Trasparenza si lega la Legalità per cui chiediamo il ripristino delle regole democratiche e della legalità all’interno delle istituzioni di una Sardegna commissariata e abusata.
Ci troviamo di fronte ad un Bilancio dello Stato Italiano che viola l’Art. 8 dello Statuto. Di uno Stato che è garante solo dei suoi interessi e non di quelli di un popolo (forse perché colonizzato!) Ma di che cosa vogliamo discutere allora?
Di una Finanziaria priva di ogni progettualità di sviluppo e di rilancio della nostra economia?
La RAS non può delegittimare gli Enti Locali annullando le loro competenze e centralizzando ulteriormente il potere.
Che dire dei tagli di 17 milioni di € ai Comuni.I più penalizzati quelli al di sotto dei 5000 abitanti (forse perché “piccole” sacche elettorali). Tutto ciò in un momento in cui la RAS dovrebbe decentrare i suoi poteri, potenziando gli Enti Locali anche per fronteggiare meglio i bisogni delle popolazioni e lo spopolamento delle zone interne con il concentramento demografico nelle città come Cagliari e Olbia, dove nascono nuove emergenze perché impreparate al fenomeno migratorio.Invece no, la RAS è di memoria corta e continua a “bacchettare” i Comuni, dimenticando gli “incidenti istituzionali” che circa un anno fa hanno esitato con l’occupazione di quest’Aula da parte dei sindaci deicomuni sardi.
Ovviamente nelle pieghe della Manovra non mancano giochi perversi come l’emendamento proposto dall’on. Maninchedda, presidente della Commissione Bilancio, sulla richiesta di fondi di sviluppo a imprese che operano in Comuni oltre i 1000 di altitudine: quanti e quali in sono in Sardegna? credo Fonni. Sarebbe stato interessante sapere i nomi dei fortunati destinatari di queste risorse pubbliche.
I 12000 cagliaritani del quartiere di S.Elia, baciati dal mare, per non parlare della Trexenta, in pianura, oppure del Sulcis iglesiente… tutti baciati dalla fortuna delle “basse altitudini” quindi, dell’alto tasso di benessere!
Queste sono le logiche clientelari di questa Manovra del Centro Destra!
La Legge Finanziaria è una grande farsa supportata da un Bilancio “farloco”.
Sino ad oggi si è discusso di una “Manovra dei Tagli” e della sua non equa distribuzione delle risorse.
Di una Manovra che taglia alle fasce più deboli della società portando il tenore di vita delle nostre popolazioni al di sotto della soglia di povertà. E’ simbolico che i tagli partano dai diritti all’assistenza dei sardi allettati, dagli ammalati di SLA (Sindrome Laterale Amiotrofica)… i tagli alla 162, agli asili nido; alle comunità per il recupero dei tossico dipendenti…
…e meno male che è stato istituito “l’Osservatorio delle povertà”: altra mangiatoia.. i poveri sono da sostenere più che da contemplare. Ma quelli dell’Osservatorio l’hanno capito e quindi neanche “contemplano”. Non fanno nulla!
Ma ora ci resta l’Art. 3. Parliamo davvero su come affrontare la crisi e il dramma del lavoro e delle imprese.
Come bloccare il fallimento delle nostre aziende agro-pastorali;
Come far fronte concretamente all’oltre 44% della disoccupazione giovanile;
Che risposta dare al problema dei precari della sanità, della cultura, della scuola, delle pubbliche amministrazioni… precarietà che toccano tutte le famiglie sarde.
Oggi, è dovere di questa Classe politica, promuovere all’unanimità l’accordo per la stabilizzazione dei precari. E per chi ha interesse a mantenere in vita e alimentare il precariato, sia esso di destra o di sinistra… lo dica apertamente e per quali nobili scopi.
Questa Manovra priva di programmazione è molto lontana dal soddisfare le aspettative dei sardi.
Claudia Zuncheddu
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