Governo Monti: Ancora tagli alla Sardegna – Azzera l’Autonomia – Imbavaglia la Sovranità
L’ATTUALITA’ DELL’AUTODETERMINAZIONE E DELL’INDIPENDENEZA PER USCIRE DALLA CRISI
Traccia del mio intervento
Non è da oggi che constatiamo che lo Stato italiano esercita la sua violenza economica e politica sulla RAS, mettendo i bavagli alle sue iniziative di politica di difesa dei sardi, censurando e ignorando leggi e deliberazioni, tagliando ancora una volta la lingua, così come è successo di recente.
Tutto sta avvenendo con l’alibi dei tagli dei costi della politica e della lotta alla corruzione, come se in questo Consiglio non avessimo già preso dei provvedimenti sul costo della politica; Come se il “caso Fiorito” e la il dilagare della corruzione e degli scandali in tutt’Italia, che hanno portato persino allo scioglimento per collusione camorristica e mafiosa del Consiglio Comunale di Reggio Calabria, fossero “novità corruttive” solo di oggi.
La “tangentopoli” di vent’anni fa, purtroppo, non è stata né sconfitta né limitata, grazie a una trasformazione delle istituzioni, funzionale al procacciamento di favori e affari. Questa teoria può essere sintetizzata in una parola: il “berlusconimo”, che non è stato patrimonio solo del Centro Destra ma con il “lasciar correre…” è diventato patrimonio di gran parte delle Istituzioni italiane.
In questo clima il Governo Monti, sostenuto dal PDL, dal PD e dall’UDC, che nel Consiglio Regionale Sardo hanno ruoli diversi, ha avuto demagogicamente buon gioco nell’affrontare queste reali emergenze, dando soluzioni demagogiche all’ indignazione popolare e additando parti delle Istituzioni e Autonomie Regionali come artefici e complici di questi ladrocini.
Non per niente questo riassetto di bilancio, per ciò che concerne i costi della politica ricade per il 35% sulle Regioni Autonome e quindi sulla Sardegna per 300 milioni di tagli che colpiranno il livello di vita delle nostre famiglie, privandole di servizi essenziali e le nostre imprese, già da tempo in crisi, private del credito e messe in ginocchio dalle riscossioni violente di Equitalia: il “braccio lungo dello Stato”.
Il governo tecnico di Monti, che non è espressione della volontà democratica di nessuno, visto che non è stato votato, con la riforma del titolo V della Costituzione, di fatto intende metter mano all’articolo 117 che regola i poteri dello Stato e delle Regioni, cancellando definitivamente e con metodi autoritari le regioni autonome e Statuto Speciale. Tutto ciò in nome della massima centralizazzione dei poteri: esigenza mondiale per il controllo dei mercati e delle economie che devono essere funzionali ai progetti di controllo sociale delle multinazionali della finanza.
Con l’ultima manovra da dodici miliardi, lo Stato italiano sottrae risorse alla sanità e alle regioni a Statuto Speciale, quindi piegando ancora una volta la Sardegna. Infatti, con la Spending Review in un momento di crisi drammatica, si riserva ai Sardi un ennesimo taglio di 300 milioni, tagliando di fatto i servizi ai ceti più deboli della popolazione, vedi i servizi medici essenziali a partire dall’assistenza ai disabili.
Questo è un attacco del Governo Monti alle condizioni di vita, di benessere e di sviluppo delle famiglie e delle imprese sarde. Oltre il danno c’è anche la beffa per noi, visto che lo Stato italiano è a tutt’ oggi inadempiente sul fronte delle Entrate a noi dovute.
In questa crisi economica, con forti ripercussioni sulle stesse istituzioni a tutti i livelli, noi sardi, per la tutela della nostra economia e la qualità della nostra vita, dobbiamo inderogabilmente e necessariamente creare l’Ufficio Sardo delle Entrate che trattenga a monte il dovuto alla Sardegna e ci ripari da eventuali saccheggi e inadempienze italiane.
Quest’ultima Manovra Monti nasconde la volontà, già espressa dal governo Berlusconi, di eliminare qualsiasi tipo di Specialità e Autonomia regionale, riguardante le competenze primarie delle Regioni Autonome. Di fatto si vuole eliminare qualsiasi conflitto politico, con scelte neostataliste e iperliberiste che il Governo italiano intende imporre alla Sardegna, limitando e annullando lo Statuto di Autonomia.
La crisi economica italiana e mondiale gestite dai governi delle Multinazionali finanziarie, di cui Monti è fedele espressione, sarà pagata ancora una volta non da chi l’ha generata, ma dagli strati più deboli e dai territori più soggetti al dominio e al despotismo coloniale, che noi sardi purtroppo ben conosciamo.
Noi Sardi, con tutte le Istituzioni politiche, a partire dal Consiglio della RAS, dobbiamo respingere immediatamente questo ennesimo attacco al nostro diritto di scegliere autonomamente il nostro futuro economico, politico e sociale. Noi sardi non possiamo più pagare la crisi e il fallimento italiano e rispondere agli ordini imposti dalla Finanzia di Bruxelles e Internazionale. E’ arrivato il momento di chiederci, come classe politica responsabile, che senso ha che noi continuiamo a pagare questi costi per bisogni a noi estranei e che arricchiscono solo la speculazione monetaria internazionale.
Si pone in maniera forte la necessità di superare la c.d. Autonomia, che fra l’altro rischia anche di scomparire formalmente, per passare velocemente a una stagione che veda il Popolo sardo e le sue Istituzioni uniti in un percorso di Autodeterminazione, Sovranità e Indipendenza. Questo è l’unico percorso che può salvarci dal crollo economico italiano e dalle turbolenze della crisi finanziaria internazionale.
C’è già in Europa qualcuno che lo sta facendo. La Catalogna, piegata dalla crisi spagnola, reagisce con determinazione ai diktat di Madrid e delle Multinazionali, con una forte richiesta di Sovranità e Indipendenza, con il coinvolgimento del Popolo e di tutte le Istituzioni Catalane. L’esperienza della Catalogna è un modello di dignità politica e di orgoglio nazionale da seguire.
Anche se la Catalogna non è sola. In Scozia, infatti, governata da una coalizione indipendentista e progressista, si sta organizzando un referendum sulla necessità di staccarsi dalla Gran Bretagna e rendersi anche statutariamente Indipendente.
Noi Sardi dobbiamo essere coraggiosi come popolo e responsabili come classe politica, respingendo, oggi, i tagli violenti di Monti e intraprendendo un percorso di Indipendenza Nazionale che non è più solo “aspirazione”, ma un’ impellente necessità per non morire economicamente e politicamente, e per non essere cancellati dalla Storia come Popolo e Nazione.
Claudia Zuncheddu – Consigliera Regionale SardignaLibera
(Continua nel successivo con la Risoluzione N. 40 e con la mia dichiarazione di voto)
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