Giù le mani da Emergency
Certi “guerrafondai” accusano Emergency di non si sa che…
L’impegno concreto dei medici chirurghi di Emergency è sotto gli occhi del mondo.Emergency ovunque operi è sempre neutrale. Le sue cure sono garantite a tutti a prescindere da posizioni politiche e dal credo religioso. A Emergency si deve l’esistenza di numerosi ospedali nelle aree più depresse del mondo, così come contribuisce alla campagna internazionale per la messa al bando delle mine antiuomo.
Gino Strada con pochissimi mezzi fondò Emergency, un’organizzazione piccola, agile e altamente specializzata, capace di intervenire in favore delle popolazioni civili vittime della guerra, evitando le sofferenze legate alle lentezze burocratiche delle grandi organizzazioni. Gino si formò professionalmente al Policlinico di Milano. Lo conobbi nel reparto di Chirurgia d’Urgenza del prof. Staudacher che ebbi occasione di frequentare per alcuni anni. La Scuola di Prof. Staudacher era un’eccellenza europea che formò un’avanguardia di medici chirurghi che oggi operano in tutto il mondo. Lo ricordo in sala operatoria “a testa bassa” impegnato in un intervento molto complesso. A distanza di alcuni decenni Gino Strada continua “a testa bassa” a salvare vite umane non più nelle sale operatorie del Policlinico di Milano o a Città del Capo o negli USA o in Gran Bretagna, ma spesso in poveri e precari “ospedali da campo” nelle zone più depresse del mondo e in guerra.
Il dissenso contro la guerra lo esercita concretamente salvando migliaia di vite umane.
Il decennio a cavallo fra gli anni 70 e 80 furono anni duri per molti giovani. Dopo l’era delle grandi lotte per il diritto al sogno di un mondo migliore, seguì un periodo di profonde delusioni che indusse in quelle generazioni di giovani sentimenti di sconfitta e di rinuncia. Ma molti di noi non abdicarono, scegliendo percorsi coerenti di giustizia e di solidarietà sociale a fianco dei più fragili e degli oppressi. Gino Strada è fra quelli che scelsero di dar seguito alla propria “rivoluzione” nel modo migliore, impegnandosi sul fronte umanitario.
Per i “guerrafondai italiani”, il recente arresto dei tre medici in Afganistan, poi liberati perché riconosciuti innocenti, è stata un’occasione per combattere Emergency “scomodo testimone”.
A Gino Strada, chirurgo di guerra e a tutti i colleghi che operano come “scudi umani” in difesa dei più fragili e contro la follia della guerra non è dovuto nient’altro che “rispetto”. Il giusto “rispetto” per chi salvando la vita degli altri, solo per dovere morale, dà senso alla propria esistenza. A Gino e a tutti i colleghi che operano in trincea auguro lunga vita.
Claudia Zuncheddu
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