Fuori Israele dalla Sardegna! Firma la petizione.
Presidente Pigliaru segui l’esempio del Presidente Mario Melis.
Nei territori di Gaza governati dall’Autorità palestinese è in atto una invasione armata da parte dell’esercito israeliano, che con l’alibi della lotta al terrorismo in una settimana ha portato a oltre 700 civili morti e oltre 3500 feriti, vittime dei bombardamenti.
E’ dal 1947 a oggi che puntualmente i governi israeliani disattendono tutte le risoluzioni internazionali che chiedono da parte israeliana l’abbandono dei territori occupati, la fine di pratiche di apartheid contro le popolazioni palestinesi e il rispetto della volontà mondiale che impone in quei territori il diritto dei palestinesi alla costruzione di un proprio Stato in pace con quello ebraico.
E’ notizia stampa che nelle prossime settimane si svolgeranno, nei poligoni militari presenti in Sardegna, gli ennesimi giochi di guerra con esercitazioni terra, aria e mare, tecniche di guerra che l’esercito dello Stato israeliano sta utilizzando nei confronti delle popolazioni della Striscia di Gaza governata dall’ Autorità palestinese.
E’ previsto che verranno testati anche gli Aster 30, i missili israeliani che verranno lanciati da terra. Non è la prima volta che lo Stato di Israele si esercita militarmente nella nostra isola per poi rendersi responsabile dell’efferato genocidio del Popolo palestinese.
Da anni il Popolo sardo conduce una lotta per la riduzione, la smilitarizzazione e l’eliminazione delle servitù militari dei poligoni che hanno generato un livello di inquinamento tale da determinare gravi patologie non solo tra i militari, ma tra le stesse popolazioni interessate. Le attività militari nell’Isola hanno generato un forte inquinamento ambientale, pregiudicando ogni possibile sviluppo economico di quei territori e vanificando le politiche di pace e conciliazione fra i popoli portate avanti dai sardi.
In questo momento sono diversi gli Stati che si affacciano nel Mediterraneo coinvolti da guerre locali che rischiano di trasformarsi in guerre mondiali, con il pretesto del contrasto al terrorismo e della religione. Noi sardi auspichiamo che la Sardegna diventi una Terra di pace e di conciliazione fra popoli e religioni. Perciò chiediamo all’Assemblea della Regione Autonoma della Sardegna, alla sua Giunta e al suo Presidente, che si facciano portavoce nei confronti dello Stato italiano di tutte quelle azioni politiche che portino al diniego delle esercitazioni dei soldati israeliani nei nostri poligoni e alla condanna per le stragi perpetrate da questo Stato sulle popolazioni nella Striscia di Gaza.
Già in precedenza un altro Presidente, Mario Melis, seppe con forza e determinazione, portare avanti le ragioni e la volontà dei sardi nei confronti dell’allora ministro della difesa Spadolini. Auspichiamo che quest’esempio di libertà venga seguito dalla nostra classe politica non solo nell’Assemblea della Regione Autonoma della Sardegna ma anche in tutti i consigli comunali e provinciali della nostra Terra, senza esclusione dei rappresentati sardi presenti nel Parlamento italiano.
Claudia Zuncheddu
SardignaLibera
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