Finalmente sull’affaire CIN-Tirrenia trionfa un po’ di giustizia per i sardi
E’ di oggi la notizia sulla stampa che l’antitrust ha somministrato una multa di 700 mila euro ai “baroni del mare”: Tirrenia-CIN-Moby, per aver costituito un cartello che dal 2011, in modo fraudolento e concordato, ha aumentato a sproposito i prezzi dei traghetti da e per la Sardegna.
I baroni del mare finalmente sono stati puniti, seppur parzialmente, per aver strozzato l’economia sarda e per aver eluso i meccanismi dell’antitrust, contribuendo alla distruzione del turismo nella nostra Terra con prezzi dei traghetti abnormi, generando utili solo per loro stessi, e privando i sardi del diritto alla mobilità di aria e di mare, per persone e per merci da e per la Sardegna.
Bisogna che il nuovo Governo dei sardi, che a breve verrà rinnovato, risolva una volta per tutte il problema della Sovranità nei trasporti, sia interni che esterni aria-mare, affinché i sardi escano dall’isolamento cui sono stati condannati in modo spregiudicato dai baroni del mare e dai signori delle compagnie aeree. I Sardi, le nostre economie, hanno il diritto con la sovranità sui trasporti a diventare finalmente competitive anche oltre Tirreno e nel resto del mondo.
E’ ora che sulla sovranità dei trasporti marittimi la Regione Autonoma della Sardegna si faccia promotrice di una Compagnia di navigazione sarda, pubblica-privata e di azionariato popolare, che salvaguardi gli interessi e le esigenze del nostro Popolo e strappi dai baroni del mare il monopolio dei trasporti concorrendo anche con i finanziamenti stanziati dallo Stato italiano per una continuità territoriale inesistente.
Per chi l’avesse scordato il cartello CIN-Tirrenia-Moby, si è aggiudicato, grazie al disinteresse e alla complicità del centrodestra di Cappellacci, l’intera flotta statale ex-Tirrenia per 350 milioni di Euro, a fronte di un debito dello Stato italiano nei confronti dei sardi di oltre 11 miliardi (stima prudente della Vertenza Entrate a tutt’oggi mai riscossa concretamente dalla RAS).
Facciamo giustizia dei soprusi e autogestiamo la nostra sovranità sui trasporti.
Claudia Zuncheddu
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