Far fronte ai disastri – Poligono di Quirra
Consiglio Regionale 26/07/2011
Mozione n. 134
Dibattito su MOZIONE n: 134 ZUNCHEDDU e più (tutti i gruppi dell’opposizione). Sui gravami militari di dimensione insostenibile che insistono sul territorio regionale con poligoni, servitù e demani e sulla necessità di procedere quanto prima ad un progressivo processo di riduzione e dismissione dei poligoni presenti nel territorio sardo, alle urgenti iniziative di bonifica dei siti interessati e a adeguate misure di indennizzo e di sostegno allo sviluppo di un economia di pace sostenibile dal punto di vista ambientale, sociale e culturale dei territori e delle popolazioni coinvolte dalla presenza dei poligoni militari, con richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio ai sensi dei commi 2 e 3 dell’articolo 54 del Regolamento.
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PRESO ATTO del dibattito sviluppatosi in occasione della discussione della mozione n. 132 sulla grave crisi sociale, economica e ambientale dei territori di Perdasdefogu e di San Lorenzo (Villaputzu), in cui sono emerse problematiche politiche, sociali, economiche sanitarie e ambientali non circoscrivibili alla situazione dei territori a ridosso del Poligono militare di Quirra, ma più in generale a tutto il territorio sardo dove si registra una presenza militare qualitativamente e quantitativamente superiore a quella delle altre regioni italiane con oltre 35 mila ettari sottoposti a vincolo e con l’80 per cento dell’attività complessiva di poligono svolta nei poligoni sardi di Salto di Quirra-Capo San Lorenzo, Capo Teulada, Capo Frasca;
VALUTATO che l’eccessivo peso della presenza militare e dei vincoli ad essa connessi, oltre che necessitare di costante monitoraggio ambientale per prevenire l’insorgere di possibili implicazioni per la salute delle popolazioni e degli animali, contrasta con le esigenze di un equilibrato sviluppo della società e dell’economia sarda fondato sui valori della sostenibilità ambientale e della tutela attiva del patrimonio naturale;
CONSIDERATO che il percorso attuativo del federalismo fiscale deve diventare occasione per un riequilibrio, tra i 35 mila ettari di servitù militari della Sardegna e i l6 mila del resto d’Italia, del gravame militare sopportato dalla Sardegna da oltre cinquant’anni senza che siano stati mai compiutamente affrontati i problemi di armonizzazione fra le esigenze di governo del territorio e di sviluppo economico e sociale, con le esigenze della difesa nazionale;
PRESO ATTO della documentazione ufficiale raccolta da diverse commissioni pubbliche, che evidenzia gravi rischi ambientali connessi alle predette attività di poligono e della necessità di bonifica dei vasti territori compromessi da inquinamento per attività di sperimentazione ed esercitazioni militari;
CONSIDERATA:
– la necessità di sospendere in ogni parte del territorio sardo le esercitazioni militari anche nel rispetto del principio di precauzione, norma in materia di sicurezza ambientale contemplata dal diritto internazionale che afferma che “ove vi siano minacce di danno serio o irreversibile, l’assenza di certezze scientifiche non dev’essere usata come ragione per impedire che si adottino misure di prevenzione dei fenomeni di degrado ambientale”;
– la necessità comunque di provvedere ad interventi urgenti di sostegno finanziario a favore dei territori e delle popolazioni interessate dalla presenza dei poligoni militari, al fine della costruzione di condizioni favorevoli allo sviluppo di iniziative ed attività economiche di pace,
dichiara
a Sardegna terra di amicizia e di pace tra i popoli e terra denuclearizzata, anche nel rispetto della univoca reiterata volontà popolare espressa nel corso delle recenti consultazioni referendarie,
impegna il Presidente della Regione e la Giunta regionale
ad adottare ogni utile iniziativa, anche politico istituzionale, atta a sospendere in via cautelativa ogni attività di poligono e sperimentazione militare in tutto il territorio sardo;
ad aprire con immediatezza il confronto con lo Stato per il progressivo processo di riduzione e dismissione dei poligoni presenti nel territorio sardo sia per superficie di terra, di aria e di mare impegnata che per numero di esercitazioni svolte e in pari tempo concordare stanziamenti, protocolli e specifici interventi di bonifica del territorio compromesso da inquinamento per attività militare, di sperimentazione di armamenti e munizionamenti da guerra;
3) a costituirsi in giudizio, in eventuale processo per disastro ambientale, a difesa dei diritti e degli interessi delle popolazioni colpite;
4) a garantire da parte della Regione i finanziamenti necessari ed urgenti, a titolo esclusivamente anticipatorio degli stanziamenti dovuti dallo Stato, al fine di far fronte alle emergenze socio-economiche dei territori interessati dai gravami militari predetti e dagli eventuali connessi processi di progressiva dismissione degli stessi;
5) ad avviare un monitoraggio ambientale e sanitario trasparente con la partecipazione anche delle università sarde, di esperti del settore, degli attori istituzionali, sociali ed economici dei territori coinvolti e dell’associazionismo di tutela degli interessi diffusi;
6) ad avviare, previa partecipazione finanziaria diretta da parte dello Stato e programmazione condivisa con gli enti locali, con il coinvolgimento del sistema imprenditoriale regionale e locale, ogni necessario intervento di bonifica e di rinaturalizzazione del territorio e degli spazi marini compromessi;
7) a promuovere quanto prima la valutazione con metodo controfattuale dell’impatto socio-economico delle servitù militari nei comuni della Sardegna prevista all’articolo 5, comma 4, della legge regionale 24 giugno 2011, finalizzata all’ottenimento dallo Stato di risorse perequative nell’ambito del tavolo Stato-Regione sull’attuazione del federalismo fiscale;
8) a garantire sul sito ufficiale della Regione la massima trasparenza informativa inerente ogni tipo di misura, azione od intervento posto in essere per il raggiungimento degli obiettivi sopra indicati.
Cagliari, 26/07/2011
Nonostante le mediazioni politiche necessarie per rendere la proposta condivisibile dall’Assemblea, purtroppo non passa per pochi voti.
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