Entrate Fiscali rubate alla Sardegna
Sulle Entrate Fiscali la RAS deve recuperare momenti di Sovranità
E’ scontro tra Stato Italiano e Popolo Sardo
Intervento in Consiglio Regionale
07/09/2010
Mozione delle opposizioni
Sulla mancata applicazione del nuovo regime delle Entrate Regionali sec. L’Art 8dello Statuto
La grande propaganda fatta in questi mesi da alcuni partiti del CD con cui si preannuncia l’imminente dibattito in Consiglio Regionale, sui grandi temi delle c.d. Riforme istituzionali sulla Sovranità e l’Indipendenza, rischiano di sollevare su questioni così importanti un grande polverone dove c’è tutto e l’incontrario di tutto purché nulla cambi.
Questo parlare di Sovranità in modo strumentale e demagogico, visto che i fatti li smentiscono quotidianamente, è un ennesimo tentativo di questo gruppo dirigente diCD di rifarsi una verginità politica, essendo esso stesso ormai screditato e dilaniato da lotte interne di potere, oltre che dalle complicazioni giudiziarie legate alla svendita delle nostre risorse ambientali ed economiche per soddisfare interessi a noi estranei e dire per l’ennesima volta “signor si”. Ma noi sardi a capo delle istituzioni non vogliamo “maggiordomi”. Vogliamo e dobbiamo uscire dal dramma della sudditanza.
E’ quotidiano lo stato di sudditanza di questa giunta regionale al Governo italiano e a i suoi interressi estrani ai sardi. Gli sviluppi sull’ ”affaire eolico-P3” vedono una nuova chiamata in causa del presidente Cappellacci e ancora una volta su apre un verminaio con banchieri e faccendieri, in odore di collusione mafiosa, che tutto hanno a cuore fuorchè gli interessi della Sardegna. Questo non può che preoccuparci sia sul versante della credibilitàdelle istituzioni, che sul funzionamento e la trasparenza dell’istituto regionale stesso.
Non basta, Presidente, un “rimpasto politico di Giunta” per riavvicinare questo governo agli interessi reali dei sardi se esso non acquista una reale autorevolezza, orgoglio e Autonomia dal governo italiano, del quale sino ad oggi è stato solo esecutore di ordini, garante d’interessi e a sua volta, lei stesso, strumento consapevole di oppressione coloniale per i sardi.
Oggi i sardi “impantanati” in una crisi economica drammatica e impossibilitati a garantire la sussistenza alle proprie famiglie e alle stesse economie tradizionali e non solo, vedi le lotte del Movimento Pastori, degli agricoltori, dei lavoratori dell’industria, della scuola, università, ricerca, della piccola e media imprenditoria, chiedono al sistema politico assunzione di responsabilità e concreta soluzione dei problemi generati dalla crisi, chiedono, in questo caso specifico: “Vertenza sulle Entrate” ovvero i soldi a noi dovuti e no de oi, il rispetto dello Statuto, uno Statuto di fatto poco applicato neppure nei punti di maggiore tutela e garanzia per la Sardegna come l’Art 8, di cui chiediamo l’applicazione immediata
La mancanza di questi fondi sottratti dallo Stato Italiano alla RAS,rappresentano oggi più di ieri, un reale impedimento a qualsiasi progetto di sviluppo per i sardi, a maggior ragione quando è in atto da parte della globalizzazione un tentativo di genocidio economico e culturale del nostro popolo.
In questi giorni le dichiarazioni dei sindacati, sull’opportunità di un ennesimo sciopero generale per lo stato emergenza in Sardegna, hanno messo al centro la vertenza delle Entrate, come punto di partenza imprescindibile per qualsiasi progetto di sviluppo per l’isola.
Noi Rossomori siamo per uno sviluppo autonomo dagli interessi della globalizzazione mondiale, rispettoso delle nostre economie tradizionali, del nostro ambiente e della nostra cultura identitaria, in modo che, come purtroppo è successo con i Piani di Rinascita “strabici”, non diventi un’ennesima servitù e dominio neocoloniale ai danni del nostro popolo e con i nostri soldi.
Questo processo impone una classe politica di grande autorevolezza culturale, digrande rigore morale, di grande trasparenza amministrativa solidale totalmente con i drammi e gli interessi del nostro popolo. Oggi Presidente, Lei si sente di certificare la sua giunta e la sua maggioranza politica in questo modo?
Se è SI, le chiediamo come ha già fatto chi l’ha preceduta in quest’incarico, di farsi portavoce di questa vertenza rispetto al governo italiano e di rappresentare, almeno per una volta, con determinazione ed orgoglio gli interessi dei sardi su questa vertenza Entrate.
Non è più tempo di ambiguità e di proclami sterili, ma l’emergenza economica in corso impone “l’azione” e i “fatti”, rispetto ad un governo italiano e visto che abbiamo dalla nostra parte la certezza del diritto e la giustezza della causa, deve restituire ai sardi i soldi sottratti.
Presidente, almeno in questo frangente, le chiediamo in questa autorevole assemblea e per il mandato popolare a noi datoci, di dirci concretamente e sinceramente con chi sta?
Se sta con il popolo sardo e la sua legittima aspirazione ad uno sviluppo armonioso con la propria storia, se vuole attuare dei momenti di Sovranità in nome e per conto della Nazione Sarda, che lei e la sua maggioranza spesso e volentieri avete sbandierato al vento o se vuol continuare ad essere esecutore e al servizio degli interessi d’oltremare
A lei la scelta.
La vertenza sulle Entrate Fiscali “rapinate”, non è un problema di “parti politiche” ma è uno scontro fra il Popolo Sardo e lo Stato italiano per cui facciamo un appello all’unità di tutta la classe politica sarda, per rivendicare i diritti negati al nostro popolo.
Chiediamo al Governo dei Sardi una forte determinazione nell’imporre il riconoscimento di pari dignità istituzionale tra Stato Italiano e Nazione Sarda.
Oggi non si può prescindere dall’unità di tutta la classe politica sarda per il riconoscimento della Soggettività Nazionale Sarda e per interrompere la politica di rapina coloniale. Caro Presidente, non bastano i proclami, noi dobbiamo ribadire la nostra “Soggettività Nazionale” ed esigere il rispetto dei rapporti istituzionali e la salvaguardia dei diritti del popolo sardo. Questa è anche una battaglia di civiltà.
L’Art 8 dello Statuto è uno “spazio di Sovranità acquisita” da difendere, a maggior ragione in un momento in cui tutto il sistema politico ha manifestato la necessità di affrontare i temi sulla Sovranità e sull’Indipendenza.
La RS Autonoma e a Statuto Speciale, quindi giuridicamente forte, di fronte a questo conflitto non deve temere di arrivare allo scontro con lo Stato italiano, davanti alla Corte Costituzionale per la violazione degli accordi Stato-Regione.
In questo conflitto tra il Popolo Sardo e lo Stato Italiano, i sardi vogliono sapere da che parte sta il nostro Presidente e la sua Giunta.
Il Presidente dei sardi non deve aver timore di adottare come strumento di lotta le sue stesse dimissioni. Non è più tempo di soprusi coloniali.
Tutto questo vuol dire iniziare a praticare la Sovranità a costo anche dello scontro con lo Stato Italiano.
Cagliari, 07/09/2010 Claudia Zuncheddu
Consigliera Regionale Rossomori
Commenti