ENERGIA: arrivano in Sardegna per lucrare su ‘certificati verdi’ e incentivi
Consiglio Regionale della Sardegna
XIV Legislatura
Interrogazione Zuncheddu con richiesta di risposta scritta sulle criticità relative al progetto di “Realizzazione di un parco eolico in comune di Carbonia (CI)” intorno all’area del Parco Archeologico del Monte Sirai
– Dalla stampa recente e dal sito Istituzionale della RAS si apprende dell’ennesimo caso di società con sede fiscale oltre Tirreno (la Gaja S.r.l. di Vicenza) che ha avviato il procedimento di valutazione di impatto ambientale (V.I.A.) depositando, presso il Servizio S.A.V.I. dell’Assessorato Regionale della Difesa dell’Ambiente, il progetto e lo Studio di impatto ambientale concernente la “Realizzazione di un parco eolico in comune di Carbonia (CI)”, con 14 aerogeneratori, ognuno dei quali della potenza di 3.6 MW (50,4 MW di potenza complessiva);
– questo progetto, presentato in conferenza istruttoria a Carbonia il 25 febbraio 2013, ha destato forti perplessità tra i cittadini, le associazioni ambientaliste, la stessa amministrazione comunale di Carbonia, nonché la Soprintendenza ai Beni Culturali, proprio per il fatto che il parco eolico in questione verrebbe sarà realizzato nell’area a ridosso del parco archeologico del Monte Sirai, considerato un bene identitario sardo di inestimabile valore a livello internazionale;
– oltre ai pareri contrari dell’amministrazione comunale e della Soprintendenza, la stampa del 26/02/2013 riporta la “posizione fortemente critica” della stessa archeologa, responsabile scientifico del Parco Archeologico e del Museo archeologico di Villa Sulcis, che proprio in veste di esperta che opera e conosce il territorio in questione dal punto di vista storico, culturale, paesaggistico – naturalistico e identitario, sottolinea fortemente il devastante impatto visivo sul Parco e sulla Piana che, oltre a costituire un possibile vincolo ostativo al progetto sarebbe anche l’ennesima offesa alla storia di un popolo e alla sua identità;
– tali criticità sono state espresse soprattutto in merito agli effetti devastanti dell’impatto visivo, visto che l’installazione di ogni aerogeneratore dei 14 previsti, comprometterebbe la naturale bellezza di un’area di pregio che si è mantenuta intatta nei millenni;
– di fronte all’ipotesi di un tale impianto, da più parti è sollecitata la verifica della conformità con la pianificazione Regionale e la normativa comunitaria e internazionale in materia, inoltre c’è da chiedersi quale sia l’effettiva necessità di approvvigionamento energetico visto che, come già sottolineato in diverse occasioni, l’energia attualmente prodotta nel territorio sardo supera di gran lunga il fabbisogno della Sardegna previsto nel PEARS;
– da tali discrepanze si evidenzia le “esigenze speculative” che vanno oltre le reali necessità energetiche (vedi gli stessi incentivi spropositati che le società proponenti ricevono a fronte della devastazione del territorio e dell’ambiente sardo senza garantire alcun risvolto positivo a livello occupazionale per le nostre collettività);
– quest’ultimo appare l’ennesimo episodio di speculazione eolica in Sardegna: dalle 27 centrali eoliche attuali (453 MW di potenza), se fossero realizzate le altre 34 in attesa di autorizzazione, si giungerebbe a 61 parchi eolici con ben 1.265 MW di potenza.
Basti pensare che oggi l’Isola è del tutto autonoma rispetto alla rete nazionale. Puo contare sulla potenza installata di circa 2.200 MW, pur impiegandone ogni giorno di solito 1.730 (e la notte solo 1.300). Con il potenziamento dei trasporti via cavo (SAPEI e SACOI) fra Sardegna e la Penisola, non ne potranno esser esportati più di 1.000 MW.;
– la sensibile area interessata subirebbe, inoltre, pesanti ripercussioni, non solo per l’installazione delle gigantesche pale eoliche, che richiedono fondamenta profonde decine di metri, ma anche per lo stravolgimento che verrebbe apportato dalla costruzione di diverse e imponenti infrastrutture collegate all’impianto (“area parco, piazzola torri 14, Fondazione torri 14, Sottostazione 1, Area di servizio cantiere”) che, benché siano state sminuite nella relazione predisposta dalla Gaja srl paradossalmente, nella stessa si legge ad esempio che “Solamente per l’installazione dell’aerogeneratore n. 14 si rende necessaria la realizzazione di una pista di 580 metri”;
Sottolineato che
– a fronte delle forti criticità e perplessità espresse anche da autorevoli professionisti archeologi, risulta difficile accettare, senza porre ulteriori dubbi e richiedere più approfondite verifiche, la scarsa sensibilità relativa alle “Valenze archeologiche, storiche e culturali” espressa nella Relazione Ambientale che, a pagina 118 riporta che l’individuazione a circa 200 m dall’area di installazione dell’aerogeneratore n. 6 di “una piccola area di dispersione di materiale ceramico di superficie”, segno questo che potrebbe far presumere l’esistenza di ulteriori emergenze archeologiche nel sottosuolo;
Tutto ciò premesso
Si interroga l’Assessorato alla Difesa dell’Ambiente per sapere
1) se tale progetto sia stato previsto tenendo conto o meno del fabbisogno energetico sardo;
2) se dalle indagini archeologiche condotte non ritengano di dover predisporre ulteriori e approfondite indagini preventive per poter escludere la presenza di importanti siti di pregio, vista anche la prossimità dei rinvenimenti ad un Parco Archeologico imponente come quello del Monte Sirai;
3) Quali siano gli incentivi previsti per l’installazione di ogni singolo aerogeneratore e quali siano le ricadute positive in termini economici e occupazionali per i sardi;
4) se intendano tenere conto dei pareri contrari dell’Amministrazione Comunale di Carbonia, della Soprintendenza dei Beni Culturali, degli esperti che operano nel territorio in oggetto e delle stesse collettività locali
Cagliari, 26/02/2013
Claudia Zuncheddu
Consigliera Regionale SardignaLibera
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