Diritti dei sardi e Riscrittura dello Statuto Sardo
11/02/2017. A Sassari il convegno sui “Diritti dei sardi e sulla Riscrittura dello Statuto Speciale di Autonomia”, promosso da Alternativa natzionale, un contenitore di dibattito e di confronto promosso dalle formazioni indipendentiste: Fronte Unidu, Gentes, Progres, Sardigna Libera e Sardigna Natzione, ha avuto un buon successo. Al di là degli interventi di esponenti politici del mondo indipendentista di questa Mesa, sono intervenuti rappresentanti politici presenti nella maggioranza oggi al governo della Sardegna e dell’opposizione. Un importante contributo a questo confronto è stato garantito da intellettuali del mondo identitario sardo come Federico Francioni e Salvatore Cubeddu. Il dibattito, se il momento storico sia propizio o no alla riscrittura dello Statuto, resta aperto.
Le nostre diversità di vedute saranno di arricchimento al nostro progetto di governo della Sardegna.
Con lo Statuto Speciale, lo Stato italiano ha dato alla Sardegna solo l’illusione di poter gestire la propria autonomia. L’inadeguatezza della classe politica che si è alternata al governo della Sardegna in 70 anni, ha solo gestito e alimentato, sino ad oggi, la propria dipendenza.
Dietro l’alibi della nostra povertà da superare, a cui si è ispirato lo Statuto Speciale, si nasconde il disconoscimento della Sardegna come Nazione ed il suo diritto di essere dotata di uno strumento ben più forte che le attribuisse pieni poteri per promuovere una reale Autonomia e la sua autodeterminazione. Tuttavia, dopo 70 anni di fallimenti, il problema oggi prioritario non è la riscrittura dello Statuto che implica un’analisi sui rapporti di forza tra lo Stato italiano e la Sardegna, tra le grandi nazioni europee e le nazioni senza Stato (Sardegna compresa), sui nuovi equilibri che la globalizzazione mondiale sta creando con le ripercussioni nel bacino del Mediterraneo di cui la Sardegna ne è parte.
La riscrittura dello Statuto, è ambita anche dalle forze politiche che governano la Sardegna, per distrarre l’attenzione dei sardi dalle loro politiche nefaste, dalla gestione dei trasporti, in mano a lobby politiche trasversali e non ideologiche, alla privatizzazione del sistema sanitario pubblico, con il piano di riordino della rete ospedaliera, al rilancio dell’industria inquinante, alla svendita della SBS di Arborea a Bonifiche Ferraresi.
Intanto alla società sarda si nega una Legge elettorale che non la discrimini e che le garantisca le proprie rappresentanze politiche e di genere. Un tema caro ai geni della nostra politica, che dopo aver disatteso gli impegni presi, si riservano di rilanciare la promessa alla vigilia delle nuove elezioni. Come se le donne sarde e le nostre minoranze politiche non avessero memoria storica.
Per la riscrittura dello Statuto soffiano venti pericolosi. Sono i venti sfavorevoli che vorrebbero riformare tutte le costituzioni dei governi democratici in Europa, Italia compresa.
Claudia Zuncheddu – SardignaLibera
Unione sarda del 15-2-2017
Rassegna stampa
Sardegna Dies: I diritti dei sardi nel XXI secolo
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