BLOCCA L’INCENERITORE che si nasconde dietro l’inganno della CHIMICA VERDE a Porto Torres: il più grande d’Europa. Firma la scheda allegata e inviala tramite Raccomandata A/R entro il 23 Settembre 2012 al Servizo SAVI – Assessorato Regionale della Difesa dell’Ambiente Via Roma n. 80 – 09123 Cagliari (CA).
Al Servizo SAVI – Assessorato Regionale della Difesa dell’Ambiente Via Roma n. 80 – 09123 Cagliari (CA)
Noi cittadini residenti nel territorio del Marghine, avuto riguardo dell’avviso pubblicato sul quotidiano La Nuova Sardegna del 26.07. u.s., dalla Enipower S.p.A., avente sede legale in San Donato Milanese (MI), Piazza Ezio Vanoni, n. 1, in merito alla richiesta di attivazione, in data 23 Luglio 2012, delle procedure di Valutazione di Impatto Ambientale (VIA) e di Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA) relative all’impianto denominato “Centrale a Biomasse di Porto Torres”, concedendo, entro 60 giorni dalla pubblicazione del suddetto avviso, a chiunque ne abbia interesse, di fornire al Servizio SAVI osservazioni ed elementi conoscitivi e valutativi.
Premesso che:
I. l’impianto è ricompreso nella tipologia di cui al punto 2 dell’allegato A1 della D.G.R. n. 24/23 del 23.04.2008 (“Impianti termici per la produzione di energia elettrica, vapore e acqua calda con potenza termica complessiva superiore a 150 MW”) e Parte II , Allegato VIII, pt. 1.1. del D.Lgs 152/06 e s.m.i., ed è ubicato in località La Marinella del comune di Porto Torres, all’interno dell’esistente sito industriale;
II. il progetto prevede l’installazione di una caldaia da 135 MWt, ottimizzata per la combustione di biomassa erbacea, ma adatta anche al funzionamento con biomassa legnosa, dei relativi sistemi di stoccaggio e movimentazione della biomassa e delle ceneri di combustione, dei sistemi trattamento dei fumi, di una turbina a vapore da 43,5 MWe con estrazione di vapore tecnologico e di una caldaia da 70 MWt alimentata da combustibile fossile per integrazione e riserva della fornitura di vapore al sito industriale;
III. l’impianto previsto dal Protocollo di Intesa per la Chimica Verde a Porto Torres è destinato a fornire l’energia termica e parte dell’energia elettrica necessarie agli impianti produttivi del sito industriale utilizzando la biomassa erbacea, sottoprodotto della filiera agricola per la produzione di olio vegetale collegata alla “Chimica Verde” in un progetto integrato, ad alta sostenibilità ambientale, di produzione chimica ed energetica da fonti rinnovabili. I possibili impatti ambientali sono connessi principalmente alle emissioni in atmosfera ed alla gestione delle ceneri di combustione;
IV. ai sensi del art. 10, comma 3 del D.Lgs 152/2006 e s.m.i. il procedimento di VIA comprende la valutazione di incidenza di cui all’art. 5 del D.P.R. 357/1997 e s.m.i., in quanto il progetto potrebbe interferire con:
a. SIC ITB010002 “Stagni di Pilo e Cesaraccio”
b. SIC ITB010003 “Stagno e Ginepreto di Platamona”
Considerato che:
A. è comprovato da numerosissimi e concordanti studi scientifici che una centrale, quale quella di cui trattasi, abbia un impatto negativo sulla salute a causa dell’emissione di polveri fini ed ultrafini, metalli pesanti e diossine, i quali sono responsabili di tumori, ictus, infarti e malformazioni neonatali anche nel caso in cui l’impianto si limiti ad incenerire materiale erbaceo e legnoso
B. tali nefande emissioni si propagherebbero per un raggio maggiore di 20 km, interessando così non solo il territorio del Comune di Porto Torres ma anche quelli del Comune di Sassari e dei comuni limitrofi. Tali sostanze, infatti, hanno la capacità di concentrarsi e di “farsi trasportare” anche in luoghi dove non sono state prodotte, sfruttando come veicolo il vento e soprattutto la catena alimentare terrestre e marina;
C. l’Agenzia Europea per l’Ambiente, già nel 2007, ha stimato che ogni anno a causa delle polveri di diametro inferiore a 2,5 micron (PM2.5) si registrano, solo in Europa, 348.000 morti premature, e che per tale motivo proprio quest’anno l’Unione Europea ha vietato la realizzazione di nuovi inceneritori;
D. le preoccupazioni poc’anzi suesplicate assumono, nel caso di specie, notevole rilievo, specialmente alla luce della vigente normativa italiana (d.lgs. n. 387/2003 e s.m.i., d.lgs. n. 28/2011) che, tra l’altro, annovera tra le biomasse i rifiuti solidi urbani ed incentiva riccamente perfino la combustione di rifiuti non biodegradabili per la produzione di energia elettrica (tariffe speciali, CIP6, certificati verdi), prelevando tali provvidenze dalle tasche dei cittadini, i quali pagano per ammalarsi. Tale elemento, infatti, congiuntamente al sovradimensionamento dell’impianto, fa intravedere il rischio che la megastruttura possa essere adibita ad incenerimento di rifiuti solidi urbani, anche extra-regionali in un futuro non molto lontano, sebbene, per il momento la domanda di VIA riguardi la combustione di biomassa erbacea , legnosa e cippato.
Qualora quanto prospettato giungesse a compimento, risulterebbe oggi particolarmente vergognoso in quanto sono ben noti sistemi alternativi di smaltimento dei rifiuti e di produzione di energia quale, ad esempio, il trattamento biologico meccanico a basse temperature (TMB). Tali opzioni sono realizzabili in tempi molto più rapidi, con costi enormemente più contenuti, con un netto incremento di impiego di manodopera e, soprattutto, senza danni all’ambiente ed alla salute. In Germania attualmente si smaltiscono con il TMB 7.000.000 di tonnellate di rifiuti (23%), a soli quattro anni dall’introduzione parziale di questa tecnologia.
F. Il progetto prevede l’alimentazione di una caldaia ad olio combustibile FOK , residuo industriale tossico-nocivo, altamente cancerogeno
CI OPPONIAMO
in modo fermo e risoluto alla costruzione di questa mega centrale a “biomasse”, lamentando inoltre una insufficiente informazione delle popolazioni interessate ed un assoluto disinteresse mostrato verso il parere dei cittadini. Il nostro territorio ha già dato troppo, pagando un prezzo troppo alto sia in termini di salute – ogni famiglia ha avuto almeno un ammalato di cancro – sia in termini ambientali. Rivendichiamo il diritto dei cittadini ad una morte di vecchiaia e non di malattia, ma soprattutto ci sforziamo di rispettare e far rispettare i diritti dei nostri figli e delle generazioni future in termini sia salutari che ambientali. Non noi, bensì loro rappresentano il futuro di questi luoghi che noi oggi abbiamo il dovere di preservare. I firmatari denunciano quanto suesposto con viva preoccupazione, vista la compromissione già subita da quel territorio da parte dei preesistenti, e non trascurabili per importanza e imponenza, presidio industriale (Petrolchimico), termoelettrico e carbonifero, nonché quelli relativi all’olio combustibile, al Fok ed a numerose altre sostanze nocive. Considerato, inoltre, che il territorio interessato si trova ridosso di un S.I.N. (Sito di Interesse Nazionale), ovvero una località in cui il livello di contaminazione dei suoli e delle falde, spesso dovuto al pesante retaggio industriale, mette quotidianamente a serio rischio la salute di chi ci lavora e ci abita (a tal riguardo si veda la questione del Fok –fortemente inquinante– che andrebbe ad alimentare la centrale –anch’essa altamente inquinante–; si veda la questione dell’inquinamento nella Darsena del porto industriale, con livelli di benzene altamente fuori norma; si veda inoltre l’ultimo incidente E-on del gennaio 2011, che ha determinato lo sversamento in mare di circa 36.000 litri di olio combustibile; oppure la questione della discarica di Minciaredda; oppure ancora i gruppi a olio 1 e 2 della E.On, fuorilegge e altamente inquinanti) e mina anno dopo anno, con un peso sempre maggiore, il diritto alla salute dei cittadini. Dunque esortiamo con fermezza amministratori e politici locali perché, in concertazione con le popolazioni, facciano il possibile affinché la centrale a biomasse non venga costruita, e non si aggiunga nuovo veleno ad altri veleni, e soprattutto affinché venga messo in opera l’urgentissimo risanamento, cominciando dalle bonifiche, in modo da tutelare il diritto alla salute, che non può e non deve essere subordinato a qualsiasi tipo di interesse economico.
Non spetta a noi cittadini pagare, con la nostra salute e le nostre vite, le errate scelte politiche ed economiche del passato e del presente; un presente, per giunta, che non guarda né agli errori del passato, né sembra interessato a preservare il nostro futuro, quello dei nostri figli e quello dei luoghi in cui viviamo.
______________,lì __ / __ /2012
Nome (in stampatello)Data di nascita (giorno/mese/anno) Residenza (via, n. civico, città)
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