Dibattito sulla lingua blu a Videolina
Dibattito a Videolina su Lingua Blu, Peste Suina e tematiche relative alle emergenze che continuano a flagellare il comparto zootecnico sardo.
La gestione disastrosa della Lingua Blu in Sardegna
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«Purtroppo sino ad oggi non c’è stata nessuna risposta: gli interventi che sono stati fatti dalla politica sono stati assolutamente inadeguati all’emergenza. Parlando, per esempio, della lingua blu c’è stata una fortissima recrudescenza nel 2013 (recrudescenza che era abbastanza prevedibile!). Però è successo che chi di dovere, cioè gli organi deputati ad intervenire in merito, sono stati assenti. E parlo degli Assessorati alla Sanità e all’Agricoltura, che hanno delle responsabilità spaventose. Per prevenire un’epidemia di tale entità è necessario attuare una prevenzione seria, secondo quello che prevedono i normali protocolli per le vaccinazioni a livello internazionale, validi per gli animali come per gli uomini.
La campagna di vaccinazione và fatta anticipatamente proprio per prevenire l’esplosione dell’epidemia. I vaccini in Sardegna sono arrivati con notevole ritardo. C’è stata anche una disinformazione spaventosa, sconfinamenti di competenze fra un assessorato e l’altro (l’assessorato alla Sanità che si assumeva responsabilità dell’assessorato all’Agricoltura e viceversa). Vaccini che vengono proposti tardi senza conoscere il sierotipo: come sappiamo i virus subiscono delle metamorfosi molto veloci, per cui andavano fatti i prelievi in tempo e studiato il sierotipo in modo tale che il vaccino fosse specifico».
«Bisogna avere una conoscenza approfondita delle patologie che ormai stanno diventando endemiche. Il problema è che c’è disordine, nessuno si è assunto responsabilità. I veterinari devono fare i veterinari, la politica si deve assumere la responsabilità di fare politica e i carabinieri devono fare i carabinieri».
Zuncheddu: “Pastorizia pilastro portante della nostra economia”
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«Il pascolo brado viene spesso criminalizzato, dimenticando che fa parte della nostra tradizione, abbiamo ampi territori dove il pascolo brado è andato avanti di generazione in generazione. Credo che questo sia un alibi anche per la Commissione europea, che ci bacchetta per tutto, e la Regione Autonoma della Sardegna anzichè dare delle risposte serie, agisce con un atteggiamento di totale sudditanza. Quando si parla di salute animale, io penso anche al discorso che, purtroppo, non ci sono controlli adeguati rispetto agli animali in arrivo e parliamo di quei maialetti che arrivano dall’Olanda o da mezza Europa stuggiati all’interno dei container. Io penso alla salute animale anche in questo senso. Manca un’idea generale per salvare la pastorizia in Sardegna e per conservarla come pilastro portante della nostra economia».
Zuncheddu: “La Regione usi meglio i fondi europei”
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«La Regione deve usare meglio i fondi europei, senza ombra di dubbio, l’Europa però è stata anche patrigna: non dimentichiamoci che ha finanziato la distruzione di una parte della nostra economia. Si parlava prima dei vini francesi che hanno campato con un commercio delle nostre uve!»
Zuncheddu: “Peste suina? E’ una malattia della politica”
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«Il futuro dei sardi è il ritorno alla valorizzazione delle proprie risorse. E’ anche una via obbligata: da noi ha fallito il modello industriale che è stato importato e imposto in modo abbastanza prepotente contro ogni nostra vocazione. Tutto quel settore ha fallito clamorosamente. Occorre ripartire dalle attività tradizionali: bisogna restituire ossigeno all’agricoltura e alla pastorizia, cercando di dare delle chiavi interpretative anche serie. Sul problema della peste suina, mentre in altre aree si è riusciti a debellarla, dopo trent’anni in Sardegna continua a persistere in maniera preoccupante. Non sarà mica stata una malattia della politica la peste suina? E’ fondamentale affrontare il discorso della sovranità alimentare».
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