Dal Policlinico di Sassari al Policlinico di Quartu S.E. un’ondata silenziosa dei licenziamenti
Il Policlinico di Sassari chiude i battenti falcidiato dai tagli sulla Sanità imposti dalle Politiche neoliberiste Regionali e italiane. A rischio di licenziamento circa 220 lavoratori di cui decine di medici.
La Sardegna continua a perdere i suoi ospedali nei territori disagiati e nelle grandi città.
Gli ospedali vengono svuotati dei servizi, declassati ed avviati alla chiusura. A tutt’oggi è in corso l’occupazione del Merlo di La Maddalena, al Dettori di Tempio, al Delogu di Ghilarza. Il San Giuseppe di Isili è presidiato da tempo. Prosegue lo stato di agitazione nei restanti ospedali dell’Isola.
A Cagliari sono avviati alla chiusura i grandi ospedali come il Marino, il Binaghi, il San Giovanni di Dio. L’Oncologico è in forte sofferenza così come il Microcitemico. Il declassamento del Brotzu è simbolo della profonda crisi della Sanità Pubblica sarda. Al Santissima Trinità, dove si continua a trasferire reparti da altri ospedali manca tutto, dal personale, alle siringhe, ai ferri chirurgici, ai gruppi elettrogeni per le sale operatorie.
Denunciamo la palese privatizzazione del Sistema sanitario pubblico. Il Mater Olbia sostenuto da tutta la Politica sarda, non serve ai sardi ed ha pesanti costi in termini di posti letto sottratti ad altri ospedali ed in termini finanziari visto che le casse sarde devono garantirgli 58 milioni all’anno per dieci anni.
L’ospedale del Qatar è di fatto un nuovo centro di potere per la politica sarda ed i loro referenti italiani.
Le Multinazionali della Sanità, in attesa che crollino gli ospedali pubblici da rilevare, acquisiscono strutture RSA, laboratori di analisi, centri di riabilitazione nonché numerose cliniche private convenzionate in difficoltà. Si tace sull’ondata di licenziamenti di personale sanitario da parte delle multinazionale francese Korian nelle cliniche convenzionate già rilevate.
Non è ammissibile che la classe politica garantisca i finanziamenti con le nostre casse ai nuovi padroni della Sanità, senza che chiedano conti sui licenziamenti di medici, infermieri, amministrativi sardi.
Invitiamo le autorità politiche regionali e l’assessore Arru a vigilare affinché, con i cambi di proprietà in corso, vengano mantenuti perlomeno i livelli di occupazione del personale.
Non possiamo permettere che nessun posto di lavoro venga soppresso e che nessun lavoratore sardo venga licenziato e sostituito da personale “importato e a basso costo”.
Claudia Zuncheddu – Rete Sarda Difesa Sanità Pubblica
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