Da Roma due schiaffi all’Isola
Così La Nuova Sardegna oggi commenta gli ultimi due atti legislativi riservati ai sardi dal Governo delle larghe intese PD – NCD presieduto da Renzi e in questo caso sostenuto anche dai voti dell’ex cavaliere Berlusconi.
Alla Camera sono stati bocciati gli emendamenti riguardanti i 90 milioni promessi dal Governo. Si tratta di fondi da destinare a tasso agevolato per famiglie e imprese sarde danneggiate dalle alluvioni, come se questi sardi fossero essi stessi responsabili non solo dell’evento atmosferico, ma anche dei misfatti urbanistici commessi in quei luoghi da un susseguirsi di amministrazioni di tutti i colori politici, nessuno escluso.
Uno Stato credibile avrebbe come minimo sostenuto famiglie e imprese, non con tassi agevolati accessibili solo a chi è in regola con le banche (cosa sempre più rara), ma avrebbe stanziato dei fondi a titolo gratuito per ricostruire tutto ciò che è stato irrimediabilmente perso.
Fondi comunque irrisori a fronte di oltre 650 milioni di danni calcolati. In questo caso lo Stato italiano avrebbe dovuto anticipare solo tre milioni di interessi a fronte di 90 milioni di prestiti che lo stesso contribuente-beneficiario avrebbe dovuto pagare.
La beffa diventa farsa quando con “salti politici acrobatici” alcuni esponenti del PD eletti in Sardegna cercano in extremis di recuperare lo schiaffo dato ai sardi da Renzi, da Alfano e da Berlusconi, con un emendamento a più firme che cercherebbe di far passare in Senato ciò che non è passato alla Camera, ovvero ripristinare i tre milioni di euro per l’abbattimento dei tassi d’interesse e prorogare al 30 giugno il pagamento di tributi per imprese e famiglie danneggiate negli 80 comuni colpiti dalla calamità.
Il secondo schiaffo all’Isola si è consumato al Senato. Ovvero l’ennesimo accorpamento nella stessa circoscrizione elettorale per il Parlamento europeo della Sicilia con la Sardegna, con la scusa che il Decreto era stato firmato proprio il giorno prima a Palazzo Chigi, quindi gli emendamenti sullo sdoppiamento della “circoscrizione Isole” sono stati miseramente bocciati.
Meno male che c’è Calderoli che salva la faccia sia al PD di Renzi che a Berlusconi e Alfano con la “promessa” che nel 2019, alle prossime consultazioni europee la Sardegna avrà, bontà loro, la sua circoscrizione. Peccato che è da tre elezioni europee che promettono ai sardi la propria circoscrizione elettorale… potrebbe accadere, come già preannunciato da Renzi, che il Senato verrà abolito o comunque privato di qualsiasi potere deliberante e decisionale.
E’ da tempo che tutti i partiti italiani parlano di “identità culturale sarda”, di “lingua sarda”, dell’ “unicità della storia del Popolo sardo”, ma quando si tratta di concretizzare riconoscendo che il Popolo sardo deve essere considerato in Italia come in Europa, “minoranza linguistica ed etnica”, quindi lo status che ci permetterebbe, alla faccia delle promesse mai mantenute dal Parlamento italiano, di avere secondo le Leggi europee la nostra peculiare circoscrizione elettorale. Ancora una volta gli accordi bipartisan tra centro destra e centro sinistra, privano noi sardi del legittimo diritto di rappresentanza nel Parlamento europeo.
Inutile specificare che a fronte di 1 milione e 650 mila sardi contro i circa 7 milioni di siciliani, è illusorio pensare che sia sufficiente concentrare il voto per eleggere un rappresentante della Sardegna.
Gli ultimi due eurodeputati sardi, gli onorevoli Uggias e Barracciu, sono subentrati per grazia ricevuta. Intanto ci chiediamo gli europarlamentari eletti, alcuni da 5 anni, cosa abbiano fatto per difendere il diritto dei sardi alla rappresentanza in Europa.
Non è più tempo di porgere l’altra guancia, ma di guardare in faccia chi ci dà gli schiaffi almeno per ricordarli nel momento del voto.
Claudia Zuncheddu
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