da Altravoce.net un articolo di Cinzia Isola
Tuvixeddu, la protesta dei mille
la folla traccia il confine del parco:
un abbraccio lungo un chilometroMentre mille o forse più persone delineavano pacificamente il confine di un ipotetico cantiere per il parco archeologico di Tuvixeddu, qualcuno dall’alto cercava di escogitare il modo migliore per relegare la notizia in secondo piano. Come? Molto semplice per il principale e indipendente quotidiano sardo: dire una volta per tutte la verità sul colle della discordia, dal vangelo secondo Gualtiero Cualbu. A breve, si annunciava sulle pagine di ieri , tutta la verità sarà pubblicata su internet. Per mettere fine, una volta per tutte, alle accuse strumentali di politici e ambientalisti. Per l’occasione l’imprenditore risulta “spalleggiato”, anche nella grafica, dall’ambientalista moderato, nonché portavoce dei verdi cagliaritani, Antonello Gregorini. Che per non sfigurare sulla bella pagina imbastita dall’Unione Sarda scomoda l’Antigone di Sofocle per illustrare il suo punto di vista.Il titolo riassume bene la posizione dell’ambientalista: “Non si può giudicare senza conoscere i fatti”. Chi lo sa: forse quel migliaio di persone che domenica ha abbracciato simbolicamente, ma anche con un chilometro di nastro cantiere rosso e bianco, deve solo attendere di conoscere i fatti. Il verbo di Cualbu: “Su internet tutta la verità su Tuvixddu”, come non mancano di evidenziare e avvallare a Terrapieno nel titolo principale che racconta la giornata di protesta. Che, manco a dirlo, solo ad essere faziosi è la vera notizia: centinaia di persone sfilano ordinatamente, con palloncini colorati e cartelli -slogan, con grande sorpresa degli stessi organizzatori che in più di un’occasione ammetteranno: «Non ci aspettavamo una simile partecipazione». La domenica delle palme, aveva già regalato un corteo al quartiere di primo mattino. Poche decine di persone avevano appena liberato il campo quando dalla cima del colle centinaia di persone si riversavano su via Is Maglias: sfilano Legambiente, Italia Nostra, Cagliari Social Forum, Wwf e gli Studenti universitari di Cagliari. Al loro fianco politici e tanti cittadini comuni che raccolto l’appello promosso su Facebook. Molti arrivano da altri comuni, da altre province. Perché, non mancheranno di ricordare, “Tuvixeddu è patrimonio di tutta la Sardegna”.«Esiste una parte della città che non si arrende a un destino segnato dalla serie di ricorsi amministrativi per il colle e il sito archeologico racchiuso in esso – scriveranno i promotori in una nota – ed è convinta di dover ancora affermare un futuro di tutela per la più grande necropoli punico-romana del Mediterraneo basato sul riconoscimento dei suoi valori culturali e paesaggistici».Da via Bainsizza, per via dei Punici, lungo via Is Maglias. Davanti all’ingresso del cantiere una piccola sosta. Utile, cartelli in mano, per le foto ricordo: “Costruire sulle tombe porta sfiga”, recita uno slogan, solleticando la superstizione dei futuri acquirenti. Un altro cartello recita il classico “Giù le mani da Tuvixeddu”. Fuori dai cancelli, una pausa. Ma tutto fila e sfila liscio: il serpentone, come stabilito dal tragitto, si dirige in via Monte Grappa, via Codroipo, via Asiago, via Montello, via S. Donà, via Monte Melaghetto, fino a viale S.Avendrace. In prossimità della Grotta della Vipera. Dove, all’ora del pranzo, si è conclusa la manifestazione.«La giunta regionale e il presidente Ugo Cappellacci non possono ignorare questa partecipazione», commenta Vincenzo Tiana, leader regionale di Legambiente. «La tutela del parco, i valori culturali e paesaggistici dell’area non possono essere risolti in tribunale». Al suo fianco anche il presidente nazionale di Legambiente, Vittorio Cogliati Dezza, che ha voluto ricordare l’interessamento in Parlamento anche del Pdl Fabio Granara. Mentre l’ex assessore alla cultura Maria Antonietta Mongiu ha sottolineato l’importanza di proseguire il lavoro del governo Soru: «La Giunta deve chiudere la trattativa con Coimpresa». Un obiettivo sul quale ha garantito il suo impegno il consigliere regionale Massimo Zedda, vicepresidente della commissione Cultura: «È necessario individuare aree alternative per l’edificazione. Così, invece di passeggiare intorno al perimetro del parco potranno accedere le famiglie, con i figli e i nipoti».Per Claudia Zuncheddu, consigliera regionale Rossomori, basterebbe il buonsenso per tutelare «l’unica necropoli fenicio punica del Mediterraneo scampata alla distruzione: non si può distruggere la storia in nome di un progetto di sviluppo edilizio». Tra i manifestanti anche il consigliere comunale del Pd Andrea Scano: «Riteniamo che il compendio di Tuvixeddu sia un patrimonio straordinario che rischia di essere compromesso da interessi prevalentemente privati. Il sindaco Floris, in questa vicenda, ha tenuto un atteggiamento di parte a favore degli interessi dei privati. È incredibile che in questa vicenda sia mancata dall’inizio la necessaria autorizzazione paesaggistica da parte della Soprintendenza».Andrea Olla del Social Forum di Cagliari ha proposto ai partecipanti un’iniziativa più incisiva: «Entrare dentro, oltrepassare la recinzione: mettere i piedi dentro per vedere lo scempio che si sta consumando dentro». Per la Provincia, interviene la consigliera Rita Corda del Pd: «È necessario riprendere il dialogo con la Regione, ripartire dalle iniziative che stava portando avanti Renato Soru e la precedente giunta». Nel piccolo comizio finale ha preso la parola anche Pietro Lallai, militante di Irs ed ex operaio di un’impresa, fallita, socia di Coimpresa: a lui l’onore di ripercorre le varie tappe che disegnano un quadro a tinte fosche della vicenda: speculazioni che hanno visto coinvolte le banche, i politici, gli imprenditori che, insieme, sentenzia in conclusione:«possono produrre solo la nostra rovina».
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