“Curare i feriti non è né generoso né misericordioso, è semplicemente giusto. Lo si deve fare”.
Ha portato il meglio della Chirurgia d’Urgenza del Policlinico di Milano tra i disastri delle guerre ovunque. Ma non solo, nel pieno di una epidemia di Ebola in Africa, lui con pochi altri medici del mondo occidentale, era in prima fila. Oltre al suo immenso impegno personale, ritengo che la sua più grande operazione sia stata quella di riuscire a mobilitare e organizzare numerosi medici e infermieri nelle sedi di emergenza. Ha alimentato una cultura straordinaria tra gli operatori sanitari, quella del vedere oltre i propri confini la follia delle guerre ed intervenire, solamente “perché è giusto e lo si deve fare”.
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