Consiglio Regionale
Seduta Straordinaria
11/10/2010
Intervento
Presidente Cappellacci, con la Nuova Giunta, finalmente ”habemus Papam”. Contrariamente ad alcuni colleghi, io non porgo gli auguri a questa “Giunta amputata”, “inadeguata”, “non credibile” e “disinteressata”, visto che stamattina, subito dopo l’insediamento si è dissolta nelle “stanze… forse degli affari” lasciando le proprie poltrone vuote di questo “teatrino” cui è ridotto questo Consiglio Regionale, e questo pomeriggio la situazione non è certo cambiata.
Lei Presidente, ha dichiarato solennemente: “Basta con gli sprechi, un buon numero di assessori verranno tagliati”, ma di fatto, si smentisce da solo, visto che ha tagliato solo le donne, mettendosi in una situazione delicatissima anche dal punto di vista legislativo rispetto alla stessa Costituzione italiana.
Personalmente ritengo che l’aspetto più grave, è che lei, con quest’azione cinica e irresponsabile, ha tagliato oltre il 50% dell’elettorato sardo rappresentato dalle donne. Come se questa “imponente parte” della società, con la sua cultura, i suoi saperi, la sua tradizione e i suoi diritti, non esistesse.
Questa sua “leggerezza” è un atto di prepotenza e di inciviltà che ci impone “percorsi legali” per la difesa innanzitutto della democrazia. Questa scelta di eliminazione delle donne dalla Giunta è il frutto della “logica spartitoria” che prevale nelle sue scelte politiche, Presidente.
L’altro suo cavallo di battaglia in questo momento di crisi, sarebbe la riduzione delle auto blu. Vorrei ricordarle che già la precedente Giunta, senza troppa enfasi, ridusse le auto blu da 740 a 40. Comunque ben venga se elimina sprechi.
Lei ha posto come punto fondante la riduzione delle Province, il cui aumento, fu sostenuto dalla sua stessa coalizione di CD, allineandosi all’operato della Lega, che nel Settentrione italiano istituì province con popolazioni numericamente inferiori, persino alla nostra provincia più piccola.
Se davvero vuole discutere di una reale Riforma della Regione, che manifesta un centralismo simile a quello romano nei confronti dei Comuni e delle Province sarde, apriamo un reale dibattito sui rapporti fra Regione, Comuni ed eventuali Province per programmare un decentramento dei poteri regionali, delegandoli ai poteri locali. Su questi temi la nostra disponibilità, fatto salvo il rispetto del volere delle popolazioni locali, sarà garantita sempre che non si faccia “demagogia gratuita”.
Noi Rossomori, da sempre denunciamo in quest’Aula gli alti costi della politica, insostenibili, oggi più di ieri dal nostro popolo. Ma non riteniamo che tali costi possano essere abbattuti con la riduzione numerica dei consiglieri regionali.
Sulla riduzione dei costi della politica e la necessità della moralizzazione,continuo a ribadire quanto già sostenuto in numerose occasioni in quest’Aula. Di fronte alla crisi che attanaglia i sardi, questa classe politica deve dare segni di responsabilità dimezzando gli stipendi e gli emolumenti, a partire dai consiglieri, dagli assessori, ai funzionari, a tutto l’apparato della RAS senza esclusioni. Questo sì che produrrebbe riduzione dei costi e genererebbe maggiore efficienza amministrativa.
Riteniamo invece, che in maniera demagogica, con ciò, si vuole propagandare una non ben precisata riduzione dei costi della politica regionale, per nascondere il tentativo di eliminare (in modo legale), la partecipazione alle assemblee regionali, delle minoranze, delle diversità e delle differenze politiche presenti nella nostra realtà sarda.
Il Presidente “scimmiotta” in modo maldestro il taglio del 20% delle rappresentanze comunali proposte da Calderoli.
Perché, Presidente, non ci dice quali sono i reali costi dei singoli assessorati e quali sono i servizi erogati ai contribuenti. Discutiamo con dati certi e condivisi, andando a vedere i costi dagli stipendi, alle consulenze esterne etc, etc. e facendo “razionalizzazioni e tagli intelligenti”, senza penalizzare il contribuente che necessita dei servizi che uno Stato moderno deve garantire e dei suoi diritti di rappresentanza all’interno delle istituzioni.
Se invece lei Presidente, continua a proporre il “rilancio dell’edilizia” come volano di sviluppo dell’economia dell’isola, capiamo bene che a lei la scuola sarda di ogni ordine e grado, il diritto dei cittadini a frequentarla, ad avere trasporti efficienti, servizi di qualità a prezzi equi, non gliene importa niente, perché lei lo ha già dimostrato sposando totalmente le direttive Gelmini in Sardegna e privilegiando le scuole private e confessionali.
Lei, persiste nel non farsi parte “garante dei sardi” con lo Stato italiano per trovare soluzioni concrete a breve e medio termine sulla grave crisi dell’agricoltura e della pastorizia;
Lei continua ad appoggiare il governo italiano nei tagli alla sanità pubblica e ai servizi ospedalieri decentrati nel territorio, negando persino ai carcerati l’assistenza sanitaria (vedi Buoncammino): un’azione ingiusta a cui dovete porre rimedio subito, oggi, ripristinando il servizio sanitario dentro il carcere e riaprendo il problema con il Ministero della Sanità.
Se lei e i suoi assessori, oltre le dichiarazioni verbali, non vi prodigate per trovare qui in Sardegna, in Italia e in Europa, le soluzioni ai problemi, lei Presidente, passerà certamente alla storia non come il “moralizzatore”, ma come il “becchino” e il “liquidatore” di una parte importante dell’economia sarda, e come “accabadora” del “diritto allo studio” a tutti i livelli per i nostri giovani, del “diritto alla nostra lingua e alla nostra cultura identitaria”.
Presidente, nel suo “Governo bis”, ha riconfermato alla Programmazione un assessore, pare, notoriamente legato a Comunione e Liberazione e alla Compagnia delle Opere (ndr), radici culturali che lo accomunano, credo, al Presidente della Commissione Bilancio (ndr): “un duo” importante su cui lei può imporre il suo volere politico per trovare le risorse da destinare alla soluzione immediata del dramma che colpisce le aziende agro-pastorali, tutta la piccola e media imprenditoria locale, il settore della pubblica amministrazione, della scuola, università, sanità, per non parlare del dramma dei posti di lavoro dell’industria, che comunque vanno difesi specialmente in alcuni settori di eccellenza; e la difesa dell’occupazione non va fatta a scapito dell’ambiente, anzi, lei come Presidente, abbia coraggio e imponga la priorità per questi punti e trovi soluzioni.
Presidente, le chiedo perché gli assessori Sannitu e Carta hanno cambiato radicalmente assessorato. La logica vuole che se è l’assessore ha dimostrato competenza ed efficienza e quindi godendo della sua fiducia sia riconfermato al suo posto.
Invece, di fronte al trasferimento, possiamo solo pensare che la prima ipotesi non sussista e quindi, siano stati “rimossi e trasferiti” per incapacità e inefficienza.
Ma questa ipotesi cozza con le sue dichiarazioni pubbliche di stima, per questi assessori.
L’unico dato credibile in questa vicenda è che all’interno della “logica di spartizione” degli assessorati, che nulla ha a che vedere con la competenza e l’efficienza, quindi con i servizi erogati al cittadino contribuente, vi sia un “inghippo”, per cui chi doveva prendere un assessorato, è stato sostituito da un suo clono. Il dibattito sarà comunque chiarificatore.
Queste “logiche spartitorie” sono in sintonia con gli “sbandierati programmi” del Presidente e della sua coalizione di CD, e nulla hanno a che vedere con le emergenze occupazionali ed ambientali che i sardi stanno vivendo. Bastano poche gocce d’acqua stagionali per creare nel nostro territorio, emergenze, alluvioni, interruzioni di viabilità e rischi per la vita stessa delle popolazioni. E’ quello che è successo ieri pomeriggio lungo la costa sud-orientale, e che ho vissuto in prima persona. Anche su questi fatti, sarebbe importante che il Presidente Cappellacci e i suoi assessorati competenti, ci relazionassero, per capire la loro inefficienza e finalmente trovare soluzioni tecniche condivise.
Ho la preoccupazione che con la “Giunta Bis”, lei si presenti ai sardi In vesti sempre meno adeguate. I fatti hanno ampiamente dimostrato la sua totale mancanza di autonomia dalle scelte del Governo romano. Lei ha scelto di non difendere le ragioni del popolo che rappresenta; ma probabilmente vuole essere annoverato, anche lei, in quella collusione fra “classe politica” e “borghesia compradora” che sino ad oggi ha schiacciato i sardi e ha lucrato politicamente ed economicamente sulle risorse delle collettività, continuando con ciò il dominio coloniale sul nostro popolo sulle ricchezze ambientali e sulle risorse umane di sardi, che seppur ferocemente colonizzati nel 2° millennio, non siamo sconfitti. Noi siamo orgogliosi di essere “liberi e resistenti” a tale dominio.
Logicamente per chi ha scelto questa strada di oppressione del nostro popolo, il “teatrino” della c.d. “Riforma Istituzionale della Sardegna”, rappresentato in quest’Aula, sarà una farsa ipocrita: una Controriforma asservita ai poteri continentali e a is Printzipales che li rappresentano in Sardegna. Sarà il “cavallo di Troia” per arrivare velocemente alla negazione e abolizione dello Statuto Speciale Regionale (lo dice chiaramente il dibattito del CD in corso a Roma), il tutto “condito” con la Riforma Federale , ovvero, il Federalismo Fiscale, che di Federalista non ha niente ma preannuncia un nuovo feroce Statalismo Nordista.
L’idea federale di Carlo Cattaneo non ha nulla da spartire con il Federalismo Fiscale del “ragionier Miglio” e dei suoi “allievi da bar dello sport”, mi riferisco chiaramente a Bossi e Calderoli…
Noi sardi non ci spaventiamo, sappiamo rimboccarci le maniche e lavorare. Come negli anni scorsi la “Fondazione Agnelli” ha certificato, noi sardi abbiamo tutte le possibilità economiche e le competenze culturali per reggerci sulle nostre gambe, senza essere scippati dallo Stato Italiano delle nostre Entrate Fiscali e non solo.
Presidente, il suo “governo amico romano” è nemico per i sardi e per la Sardegna , lo certifica la triste realtà economico-sociale che stiamo vivendo.
Smettiamola con l’ipocrisia dell’ ”impossibilità di sforamento” dei Patti di Stabilità. Questo significa privare le nostre popolazioni dei servizi essenziali e scaricare sui nostri sindaci responsabilità in parte non loro, ed esponendoli, in certi casi, a bersaglio di atti teppistici e intimidatori. Abbiamo necessità di risolvere i problemi economico-sociali delle nostre collettività, abbiamo necessità di maggiore possibilità di spesa e di efficienza amministrativa, di maggior convivenza sociale e non certo di “repressione coloniale”.
Questo è l’aiuto dovuto ai sardi, da lei, dalla sua Giunta e dai ministri dello Stato italiano che vengono a trovarci fuori dalle “calure estive”.
Un aiuto che i sardi ormai non credono più che arrivi, per cui lei Presidente e la sua Giunta siete già sfiduciati dall’opinione pubblica e dai cittadini che non vedono nelle sue dichiarazioni nessuna credibile via d’uscita dalla crisi economica e sociale della Sardegna.
Noi delle opposizioni, prendiamo atto comunque, del vostro fallimento politico che dovrebbe indurvi, in un sussulto di dignità, a fare scelte conseguenti e coerenti.
Noi delle opposizioni, avremo il piacere di accompagnarvi a casa.
Claudia Zuncheddu
Consigliera Regionale Rossomori
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