Convegno a Cagliari sul 5G. Isde medici per l’ambiente e l’appello al principio di precauzione
Articolo di Claudia Zuncheddu pubblicato su Il Manifesto Sardo del 16 Maggio 2019
I dati sulle patologie da esposizione ad inquinamento elettromagnetico, portati al Convegno dal dottor Domenico Scanu, Presidente Isde Sardegna, sono stati impressionanti.
Con il 5G milioni di residenti in Italia saranno esposti a campi elettromagnetici ad alta frequenza con densità espositive e frequenze sino ad ora inesplorate su così ampia scala. Cagliari diviene città sperimentale per un accordo firmato a Roma tra la Regione, CRS4 e Huawey, mentre Noragugume, Pompu e Segariu sono stati designati per la sperimentazione di questa tecnologia dal Ministro dello Sviluppo Economico Di Maio.
Per i rischi sulla salute, in tutto il mondo, sindaci di città americane ed europee, la scienza indipendente di cui Isde Medici per l’Ambiente, si oppongono alla sperimentazione di una tecnologica avanzatissima ma di cui non si conoscono gli effetti sulla salute e sulla vita dei cittadini.
Con le città trasformate in laboratori a cielo aperto ed intere collettività trasformate in cavie per la sperimentazione forzata del 5G si supera ciò che la giurisprudenza prevede in ambito di sperimentazione individuale. Non si rispetta la salute e la vita, non c’è diritto all’informazione e non è previsto il consenso da parte delle collettività.
Eppure non possiamo sostenere che non esista una normativa in Europa per la tutela della salute e dell’ambiente. Nel 1972 in occasione del Consiglio Europeo a Parigi, sulla scia della Prima Conferenza delle Nazioni Unite, i capi di Stato si espressero per la prima volta sulla tutela dell’ambiente. Nel 1987 l’Atto Unico Europeo introdusse il nuovo titolo di Ambiente, come prima base giuridica per una politica ambientale.
Sull’onda delle Politiche per la tutela della salute e dell’ambiente nel 1993, con il Trattato di Maastrichtc, l’Ambiente diviene un elemento portante delle politiche dell’UE. Nel 1999 il Trattato di Amsterdam punta sullo sviluppo sostenibile. Nel 2009 il Trattato di Lisbona sui cambiamenti climatici. Nel 2013 il Consiglio e il Parlamento Europeo hanno adottato il 7° PAA (Programmi di Azione per l’Ambiente) per un arco di tempo sino al 2020, intitolato «Vivere bene entro i limiti del nostro pianeta».
Con la sperimentazione 5G, è legittima la riflessione su dove sia finita fior fior di normativa europea in materia di salute ambientale e umana, con il Principio di Precauzione, con il diritto di accesso all’Informazione, alla Partecipazione democratica e alla Condivisione, con il diritto di accesso alla Giustizia qualora i precedenti diritti vengano violati. Ma i diritti individuali e collettivi vengono violati con la complicità dei governi degli Stati che barattano grandi finanziamenti con la salute del proprio ambiente e delle collettività.
L’Unione Europea, gli USA ed i governi di tutto il mondo hanno fallito nel rinunciare al ruolo di garanti della salute dei propri cittadini. Oggi chi determina le sorti dei popoli sono le multinazionali della globalizzazione mondiale di cui i colossi della telefonia ne sono parte. Il loro dominio è tale da potersi dotare di “governi propri” sottraendoli ai popoli. Il fallimento degli Stati è nella rinuncia al proprio ruolo e nell’abdicare a favore dei Poteri finanziari e delle multinazionali.
Regna la confusione e l’incredulità. I mezzi di comunicazione, organici a questo sistema, perdono anch’essi la ragione di esistere. Non è più tempo di libera circolazione delle idee e d’interpretazione di realtà. Camouflage di interessi lobbistici dominano sempre più sull’informazione. Pensare che centri urbani sardi, a partire da Cagliari, con la complicità delle amministrazioni locali, siano destinati a divenire laboratori per la sperimentazione di tecnologie che esulano dai bisogni umani di innovazione, preoccupa.
Anche la bomba atomica era certamente un progresso scientifico, un’innovazione tecnologica vincente, peccato che sia stata anche l’arma di un genocidio a breve, a medio e a lungo termine. Le sperimentazioni su decine di migliaia di cittadini si facevano nei campi di sterminio in nome della scienza e del potere. Colossi della farmaceutica, oggi potenti multinazionali, regnavano in quei percorsi di perversione e di morte in nome del progresso scientifico. E pensare che sulla sperimentazione 5G, ancora su più vasta scala, non c’è consapevolezza. Il dibattito all’interno delle istituzioni è assente o fuorviante.
Le uniche preoccupazioni per il Ministro Di Maio sul 5G riguardano la sicurezza, non sulla salute di intere collettività, ma sui fenomeni di spionaggio e dichiara “di rafforzare il golden power per fornire adeguate garanzie rispetto a possibili perdite di sovranità determinate dall’affidamento di servizi ad aziende straniere”. Inoltre, ritrovandosi come per casualità, al centro della guerra fredda tra Trump e Xi Jinping, sotto pressioni degli Usa che chiedono all’Italia che si bandiscano i colossi cinesi come Huawei, Di Maio avrebbe spiegato, senza sapere a che santo darsi, “di aver recepito il messaggio e di aver rassicurato Trump”. Tace sulla salute e si caccia nei guai.
Intanto a Cagliari, chi ha amministrato per le due ultime legislature, esibisce la sperimentazione della tecnologia 5G in città come trofeo vincente della propria campagna elettorale. E pensare che certi sindaci o qualcuno che ambisce a questa carica, non ha neppure la lungimiranza delle Compagnie di assicurazione che di coprire i rischi da esposizione a campi elettromagnetici non ne vogliono neppure sentire.
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