Consiglio Regionale del 05/03/2010
Tracce d’intervento
Sulla Tutela Integrale di TUVIXEDDU
Tuvixeddu non può essere trasformato in “giardinetto condominiale” con vista sui balconi dei palazzi. La Politicadeve trovare soluzioni e riappropriarsi del suo ruolo nel gestire il bene della collettività e non gli interessi privati.
Considerando che l’area cagliaritana oggetto di dibattito, nonché di azioni giudiziarie, è il colle di Tuvixeddu-Tuvumannu, parte integrante del sistema di colli Cagliaritani che costituisce la principale peculiarità morfologica e paesaggistica della nostra città, essa rappresenta un vasto unicum oggetto di insediamento umano sin dalla preistoria, in tutti i suoi versanti.
Il vasto patrimonio dell’umanità e memoria identitaria dei sardi, ha diritto ad essere salvato e tutelato integralmente.
La precedente Giunta Soru, salvaguardando il bene e prevedendo l’adeguamento del PUC al PPR, non ha fatto nulla di straordinario se non il proprio dovere politico.
In tema di urbanistica ci troviamo di fronte a gravi carenze. I comuni dovrebbero dotarsi di figure professionali indispensabili come quella del geologo e quella dell’archeologo, figure a tutt’oggi non contemplate. La mancata integrazione di queste professionalità nel contesto dell’urbanistica ha portato a drammi vari, dalle catastrofi c.d. “naturali” agli scempi sul patrimonio archeologico.
Su Tuvixeddu ad esempio è venuta a mancare, forse volutamente, un’indagine molto semplice e poco dispendiosa che è quella della “georeferenziazione”. Si tratta di una indagine diagnostica che consente di localizzare monumenti archeologici soprattutto sulle cosiddette aree che cadono oltre il “Perimetro Archeologico” (che comprende il monumento individuato, più una fascia in cui possono esserci emergenze archeologiche). Questo Perimetro corrisponde alla
“Prima Perimetrazione di Tutela Integrale”.
Guarda caso, proprio questa fascia di tutela integrale, dove per legge dovrebbe essere impossibile permettere interventi invasivi che modifichino lo stato dei luoghi, secondo gli esperti, è stata ridotta in modo indisturbato dala Sovrintendenza ai Beni Archeologici.
Il “Perimetro Paesaggistico”, più ampio, comprende anche il “Perimetro Archeologico”. Di fatto, si tratta di una “Seconda Perimetrazione di Tutela”, tesa a garantire la conservazione del bene archeologico e di tutto il contesto paesaggistico.
Una volta che il Ministero ha stabilito il “Perimetro Archeologico”, bisogna definire il “Perimetro Paesaggistico” e imporre la sua tutela integrale.
Sul fronte delle Azioni giudiziarie
Sull’autorizzazione ceduta dal Comune di Cagliari alla Coimpresa nel 1999, ricordo che il “vincolo paesaggistico” era già previsto nel 1997.
In ogni caso, oggi con l’adeguamento del PUC al PPR secondo il Cod. Urbani (e Urbani non è comunista…) l’autorizzazione del 1999 cade, poiché generica secondo il Consiglio di Stato.
L’Accordo di Programma fra RAS, Comune e Coimpresa del 2000, prevedeva l’edificazione di circa 400 appartamenti fra Via Is Maglias e i piedi di Tuvumannu e voglio sottolineare che già negli anni ’90 ci fu una grande mobilitazione di intellettuali come prof. Lilliu e movimenti ambientalisti per la difesa e la tutela di Tuvixeddu nel suo complesso, poiché memoria storica dei sardi, oltre che patrimonio dell’umanità, anche negli aspetti morfologicamente compromessi.
In quest’area nel 1986 è stato individuato un villaggio neolitico con il ritrovamento di materiali propri della cultura di Ozieri (la principale cultura della Preistoria sarda). Tale patrimonio è stato individuato nell’area occupata in parte dalla Via Castelli, dal nuovo asse stradale, dai palazzi di civile abitazione e dai nuovi edifici della facoltà di ingegneria che delimitano le due strade.
Alla Sovrintendenza Archeologica, quindi, dobbiamo la responsabilità della distruzione del villaggio neolitico.
Era naturale che la Giunta Soru bloccasse l’intervento edilizio della Coimpresa, anche alla luce del Cod. Urbani del 2004 che precisava il valore culturale dello stesso paesaggio.
Nel 2008 il responsabile della Sovrintendenza per i Beni Architettonici (Fausto Martino) ha annullato le due autorizzazioni paesaggistiche cedute dal Comune di Cagliari alla Coimpresa per licenze edilizie.
Successivamente Coimpresa ricorre al TAR, il quale boccia la decisione di F. Martino, rendendosi così responsabile di un abuso di potere, visto che è solamente deputato a stabilire che i vincoli siano inequivocabili!
Il Colle Tuvumannu, nonostante sia stato oggetto di insediamento umano in epoca preistorica, è vincolato solo da un “Vincolo Paesaggistico” ma non “Archeologico”. Oggi è inoltre contemplato fra i “vuoti urbani” di Cagliari e come tale rischia di essere riempito di cemento.
Nel 2009 il Consiglio di Stato ripristina la decisione di Martino con la motivazione secondo cui nell’autorizzazione data dal Comune mancava la valutazione della compatibilità paesaggistica.
Se la Coimpresa prima doveva fare i conti solo con l’autorizzazione paesaggistica del ’99, oggi deve fare i conti con un PPR che ha sviluppato le indicazioni del Codice Urbani, ben più severo, equo e rispettoso del bene collettivo.
Tuvixeddu non può essere trasformato in “giardinetto condominiale” con vista sui balconi dei palazzi. La Politica deve trovare soluzioni e riappropriarsi del suo ruolo nel gestire il bene della collettività e non gli interessi privati.
Alla chiusura del dibattito in sede di Consiglio Regionale, rilanciamo la tutela integrale del Colle Tuvixeddu –Tuvumannu, arrivando a redigere un documento unitario per la salvaguardia integrale del Bene. Certamente un buon passo avanti ma non intendiamo abbassare la guardia.
Claudia Zuncheddu
Consigliera Regionale Rossomori.
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