Conferenza Stampa su: Incendi in Sardegna 28/07/09
Il Centro Destra parla di “piano criminale”, ma finalizzato a che? Incendiare, uccidere persone, animali e ambiente è di per se criminale. Se il presidente Cappellacci è a conoscenza di qualcosa in più e di più articolato, deve dirlo subito.Il dramma del fuoco in Sardegna è complesso e le cause e le concause sono numerose. I piromani in tutto il contesto, con il loro agire, ritengo siano una delle “parti in commedia” ma sicuramente non la più importante.E’ certo che la desertificazione del nostro territorio, oggi più che mai, è funzionale a tanti interessi, analizzandoli:– Impianto di centrali nucleari– Stoccaggio delle scorie– Maggiore militarizzazione del territorio– Mano libera all’edilizia selvaggia e agli speculatori del drammaI brindisi politici tra imprenditori del settore dell’edilizia e il presidente Cappellacci, susseguiti alla sconfitta di Soru e in particolar modo al suo tentativo con il PPR di dare finalmente delle regole di ispirazione europea (vedi Piano Urbani) all’edilizia, hanno creato un clima quasi di deregulation dove tutto è possibile nel nome dell’abrogazione delle leggi e degli atti voluti dalla giunta uscente, in particolar modo nel settore urbanistico e della salvaguardia del paesaggio e del territorio. L’abbandono della campagna legato alla crisi dell’economia tradizionale ha generato l’impossibilità di controllo del territorio e il suo abbandono, determinando contestualmente la scomparsa del reddito legato alla pastorizia e all’agricoltura e generando “fughe” verso le città, i poli industriali e le “economie di importazione”.In questo modo si è persa la cultura tradizionale di vigilanza e di cura del territorio, disperdendo le capacità di fronteggiare seppur parzialmente gli incendi anche con mezzi a “bassa tecnologia”.Chiediamoci quale è, e quale è stata l’efficienza dei mezzi e delle nuove tecnologie nella lotta agli incendi. Quali siano i costi per le collettività per poterne usufruire. Con ciò non si vuol negare l’uso delle cosiddette “nuove tecnologie” ma intendo solo riaffermare che spesso sposare il “nuovo” determina l’esclusione del “vecchio” che ha difeso e salvaguardato il territorio sino a “ieri”.E’ così che i pastori perdono ogni possibilità di controllo del territorio e a ciò si aggiunge che venendogli negato l’ingresso programmato negli spazi forestali e demaniali, il sottobosco non estirpato e pascolato, diventa fonte di pericolo e di veloce propagazione degli incendi. Bertolaso, “numero uno” della Protezione Civile accusa inefficienze e ritardi nel sollecitare l’intervento.Così come sindaci e volontari impegnati nelle operazioni di spegnimento del fuoco hanno unanimemente rilevato la totale carenza di coordinamento delle operazioni a terra e in aria, nonostante l’abnegazione di tutto il personale dell’anti-incendio.Già! La “stagione del fuoco” ha colto totalmente impreparate le strutture regionali predisposte.Ma la nuova Giunta di Centro Destra non ha voluto perdere tempo nella sostituzione dei dirigenti delle strutture organizzate deputate a queste funzioni (come per esempio la sostituzione dei vertici della Forestale), ereditate dalla precedente giunta, proprio alla vigilia della stagione che da sempre favorisce il fuoco nell’isola.Ribadisco il mio plauso e sostegno ai forestali e a tutte le forze che sono intervenute facendo l’impossibile, tuttavia il coordinamento a detta di tutti, sia degli operatori che dei sindaci, era assolutamente inadeguato e non all’altezza della situazione tale da non consentire di far fronte in misura determinata al dramma.L’assessore all’ambiente, come responsabile politico di tutta la nuova gestione è tenuto a dare risposte certe con la dovuta assunzione di responsabilità. Sicuramente “cambiare in corsa il capotreno non ha contribuito all’efficienza dell’organizzazione e alla limitazione dei danni”.Sul piano delle proposte, ritengo che:i comuni debbano aggiornare costantemente il catasto delle terre percorse dal fuoco;Va rivista la Legge che prevede un fermo di queste terre per 10 anni. I 10 anni sono i tempi tecnici di acquisto e di cambio d’uso dei terreni nella la speculazione edilizia. Per tale ragione è importante che il fermo passi da 10 a 20 o 30 anni, consentendo il ripristino dell’esistente e il miglioramento dell’agricoltura o dei pascoli deputati alla pastorizia.E’ necessaria la certificazione del territorio (che iniziò la giunta Soru seguendo le nuove direttive europee) sulla sua vocazione e sulle sue risorse per ripristinarle, potenziarle e riorganizzarle in modo da dare reddito certo a chi opera nel territorio.Sicuramente preoccupa la stessa recente proposta di Legge (dell’UDC) tesa a vanificare e svincolare il fermo dei terreni interessati dal fuoco, agevolando così l’uso violento del territorio per cause ignobili. Le istituzioni, in questa emergenza devono intervenire tempestivamente con il ripristino delle greggi e delle mandrie perse, per il potenziamento delle economie tradizionali già fortemente in crisi. Con intervento preventivo teso a scongiurare il pericolo che si inneschino meccanismi di speculazione come quello della lievitazione dei costi dei mangimi a causa della distruzione dei pascoli. Tale dramma andrebbe ad abbattersi in modo inesorabile su un’economia importantissima in Sardegna e già ridotta ai minimi termini.Devono intervenire nello stesso tempo sui danni alle abitazioni e ai mezzi agricoli, in modo da dare speranze di ripresa ad una ampia fascia di popolazione colpita dal fuoco. La “ripresa” delle nostre economie tradizionali sarà fortemente condizionata nel bene e nel male dai tempi e dai modi di erogazione che devono essere certi, trasparenti, tempestivi e rigorosi. Così come già avvenuto a Capoterra dopo il dramma dell’alluvione, con la precedente Giunta.Il territorio è economia nel paesaggio, nelle risorse turistiche, nelle risorse arboree e del sottosuolo: questa è la nostra reale ricchezza che dobbiamo difendere, preservare e valorizzare in armonia fra l’uomo, la terra, l’ìacqua e il fuoco. Claudia ZunchedduConsigliera regionale Rossomori
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