Comunicato Stampa su Galsi
Sulla necessità di modifica del tracciato del gasdotto Galsi s.p.a. per la salvaguardia dei valori ambientali, naturalistici e storico-culturali del territorio sardo
Come elefanti in un negozio di cristalli e ignorando l’inestimabile valore dell’ambiente che rende la nostra Sardegna un territorio unico e prezioso, questo governo di centrodestra ha presentato delle integrazioni alla documentazione (già depositata in data 31 luglio 2008) relativa al progetto di metanodotto di importazione di gas naturale dall’Algeria all’Italia via Sardegna – progetto Galsi, comportando, de facto, un nuovo avvio del procedimento di valutazione di impatto ambientale (V.I.A.).
Tale nuovo avvio è stato determinato dal Ministero dell’Ambiente, della Tutela del Territorio e del Mare che ha chiesto (2 novembre 2009) una lunga “serie di integrazioni relative ad aspetti programmatici, progettuali ed ambientali”.
Contestiamo i metodi di questo governo regionale completamente insensibile alle questioni ambientali e che, per pigrizia mentale e totale ignoranza in materia, non si impegna a studiare forme che rendano il passaggio del gasdotto in oggetto meno invasivo e pericoloso per l’integrità’ e l’equilibrio naturalistico del nostro prezioso territorio.
BASTA CON IL CONSUMO DELL’AMBIENTE!
Noi Rossomori ci associamo alle proteste delle associazioni ecologiste Amici della Terra, Gruppo d’Intervento Giuridico, Lega per l’Abolizione della Caccia, del Comune di Sant’Antioco, di numerosi cittadini e comitati che hanno inoltrato specifici atti di “osservazioni” nell’ambito della procedura di valutazione di impatto ambientale per evitare pesanti scempi ambientali e pesanti riflessi negativi socio-economici.
Con una mozione depositata in Consiglio regionale impegniamo pertanto il Presidente della Giunta regionale a vincolare il rilascio del proprio parerenell’ambito del procedimento di valutazione di impatto ambientale e ogniulteriore attività amministrativa necessaria e/o opportuna al rispetto dellepraterie di Posidonia oceanica e delle aree marine d’importanza naturalistica, delle zone umide e dei siti di importanza comunitaria del territorio della Sardegna, nonché all’individuazione di tracciati alternativi che interessino siti già effettivamente compromessi (viabilità stradali e ferroviarie, zone industriali, ecc.) e a predisporre – mediante fondi comunitari, statali e fondi propri – progettazione e attuazione delle necessarie reti di connessione con il gasdotto Galsi e distribuzione nelle aree urbane e industriali della Sardegna.
Infatti, allo stato attuale, il gasdotto Galsi rischia di essere un’opera inutile per la Sardegna nonostante sia progettato l’attraversamento completo. Le connessioni e le reti di distribuzione per le aree urbane e industriali non sono ancora pienamente finanziate e non sono progettate. Inoltre, il tracciato previsto sbancherebbe le praterie di posidonia nel Golfo di Palmas (in violazione della legge regionale n. 4/2009 e della direttiva n. 92/43/CEE sulla salvaguardia degli habitat), rovinerebbe le zone umide del Sulcis (Santa Caterina, Porto Botte, S. Antioco), devasterebbe boschi e siti di importanza comunitaria, interesserebbe pesantemente aziende agricole, allevamenti, agriturismi. Alternative meno impattanti sono possibili, ad iniziare dall’aggiramento – miglia e miglia al largo – delle Isole di S. Antioco e di S. Pietro con l’arrivo al porto industriale di Portovesme, già infrastrutturato, e l’utilizzo preferibilmente della viabilità ferroviaria dismessa e delle fasce di rispetto stradali.
Il gas naturale è meno inquinante del carbone e del petrolio e può essere utile in una fase di transizione alla produzione esclusiva di energia da fonti rinnovabili, però dev’essere al servizio della Sardegna e dei Sardi e non una nuova e pesante servitù alla quale contribuirebbero i soldi dei Sardi stessi, visto che la finanziaria regionale Sfirs detiene circa l’11% del capitale sociale.
Cagliari, 16 Marzo 2010
Claudia Zuncheddu
Consigliera Regionale Rossomori
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