Comune di Cagliari – Nuovo Centro Commerciale… Ma perchè?
E’ sconcertante! Di fronte ai negozi che chiudono per la crisi, alle chiacchiere sulla vocazione turistica della città (che già impegna le piccole imprese commerciali delle vie del centro a tenere aperto anche nei giorni festivi), alla consapevolezza che i centri commerciali hanno decretato la chiusura delle piccole e medie attività commerciali su cui reggeva l’economia di Cagliari si prospetta l’apertura di un nuovo centro commerciale.
Ma per chi dovrebbe amministrare la “Capitale” non è servito da monito quell’impoverimento della nostra economia e ancor meno l’ondata di nuova disoccupazione, anche per i fallimenti delle attività all’interno della grande distribuzione.
La perdita della memoria storica e la miopia di questi geni della politica induce a persistere in scelte sbagliate. Due giorni fa la giunta comunale ha portato in aula un progetto per l’insediamento di un nuovo centro commerciale, come se non ce ne fossero già abbastanza in città. E, cosa ancor più grave, lo ha fatto affidando la presentazione del progetto solamente all’assessore all’urbanistica, senza alcun contributo di valutazione e di impatto da parte dell’assessore alle attività produttive.
Soltanto l’intervento di un consigliere di opposizione ha persuaso l’aula a fare la cosa più logica prevista dai regolamenti: rinviare la discussione per esaminare preliminarmente il progetto nella commissione attività produttive, prima del voto in Consiglio.
Questa vicenda merita l’attenzione della cittadinanza per almeno due motivi. Il primo è che la partecipazione democratica dei cittadini alle scelte politiche, amministrative ed economiche della città, oltre lo slogan, dev’essere praticata concretamente. Ma questa è una prerogativa inconciliabile con l’arroganza e la spregiudicatezza di certi amministratori (questa volta squisitamente di sinistra…) e di chi non ha un’idea partecipata della città, della democrazia e del rapporto tra cittadini e consiglio comunale.
Il caso degli ecocentri ne è un esempio significativo e questo nuovo caso ne è la conferma. Sul nuovo centro commerciale ad oggi non si conoscono neanche le opinioni delle associazioni dei commercianti.
Il secondo motivo attiene alla scarsa conoscenza del tessuto produttivo cittadino ed alla disattenzione, da parte degli organismi pubblici e del Comune, nei confronti di attività commerciali e artigianali duramente colpite dalla crisi e affondate da un carico fiscale e tributario insostenibili.
Per l’attuale giunta la soluzione dei mali della città è l’apertura frettolosa di innumerevoli cantieri, casualmente a ridosso delle nuove elezioni. I cantieri seppur talvolta importanti per come sono gestiti e strutturati, non risolvono né i problemi dell’occupazione, né rivitalizzano nell’immediato le piccole attività produttive piegate dalla crisi.
Tutto questo dimostra l’assenza di un progetto di governo della città che tenga insieme tutte le politiche, da quelle urbanistiche a quelle sociali e culturali, da quelle dei lavori pubblici a quelle del commercio, dell’artigianato e del turismo, da quelle di organizzazione degli uffici comunali a quelle dei rapporti con i cittadini e le imprese.
Se volevamo una prova di questa carenza progettuale, che è anche una carenza di metodo, c’è da chiederci come mai il progetto che prevede la costruzione di nuovi insediamenti commerciali in via dei Tigli è arrivato all’approvazione dell’aula passando esclusivamente dall’assessorato all’urbanistica, ignorando totalmente l’assessorato alle attività produttive, di cui è sicuramente una parte importante delle competenze.
Questo metodo, stravolge stranamente regole e competenze comunali. Nella nostra città, gravata da forti problemi di viabilità, nel caso dell’ennesimo centro commerciale, astutamente organizzato in tre blocchi, non si tiene neppure conto dei problemi di traffico e di sicurezza dei cittadini che questi interventi già stanno generando.
Claudia Zuncheddu
Commenti