Articolo di Claudia Zuncheddu pobblicato da “Il Manifesto Sardo” numero 247 il 16-10-2017
Mentre cresce la confusione nella Sanità sarda, con cittadini disorientati e gli ospedali dei territori disagiati sempre più svuotati di servizi indispensabili e spesso avviati alla chiusura, i presidi ospedalieri di Cagliari non godono certo di buona salute. Le lobby della speculazione edilizia scalciano e muovono le proprie pedine.
Il Piano di riordino della rete ospedaliera sarda, al centro del dibattito in Aula, passerà presto al voto. Tra i numerosi emendamenti inutili, si nasconde l’insidioso 779 del doc. n° 16 che la dice lunga sullo smantellamento dei nostri ospedali prestigiosi, dal Binaghi al Marino, che hanno la colpa di essere troppo ben posizionati nel cuore della città, tra verde e mare, per essere a disposizione della salute pubblica.
E’ gravissimo che la Commissione Sanità si preoccupi di cambi di destinazione d’uso di strutture ospedaliere in fase di smantellamento. Lo dice a chiare lettere il pericolosissimo emendamento firmato da otto consiglieri regionali di cui 4 del PD, 1 del Partito dei Sardi, 1 dei Comunisti italiani, 1 di Art. 1 – Sinistra per la Democrazia ed il progresso.
*Gli 8 consiglieri facenti parte della Commissione Sanità chiedono con l’emendamento aggiuntivo che: *
*…all’ultimo punto del paragrafo, dopo le parole “…Binaghi di Cagliari” è aggiunto il seguente periodo: Per questi stabilimenti come per l’ospedale Marino di Cagliari, la possibile destinazione extrasanitaria verrà stabilita d’intesa con la Città Metropolitana di Cagliari. *
E’ inammissibile che la Commissione Sanità con la connivenza della Città Metropolitana di Cagliari, in modo spregiudicato si occupi di destinazione d’uso degli immobili di pregio (ex ospedali) ed i consiglieri regionali, si improvvisino agenti immobiliari, come se la Sanità pubblica fosse già roba del passato.
Questa nefandezza, spiega il dramma dei nostri ospedali, dal Marino al Binaghi, che in fretta e furia devono essere liberati. Al Binaghi, il reparto di oculistica con le sue sale operatorie ha chiuso. Oculisti in tutta fretta con in valigia liste d’attesa e terapie in corso dei pazienti seguiti, vengono deportati al Brotzu.
Ma di fronte alla prima emergenza oculistica, per l’insufficienza delle sale operatorie al Brotzu, ferristi ed oculisti, tornano in gran fretta verso le sale operatorie del Binaghi per essere riaperte per il caso.
Tutto bene, ma è sempre il personale medico ed infermieristico a pensare al paziente e non farsi travolgere dal caos creato da una organizzazione inesistente e non in grado né di prevedere né di prevenire le criticità.
Mentre la Commissione Sanità si occupa di mercato immobiliare e di cessione dei nostri ospedali alle lobby dell’edilizia, la riabilitazione cardio-respiratoria e la pneumologia territoriale del Binaghi, che fanno parte di un progetto ormai cancellato, sovraccaricano gli ambulatori di pneumologia del Santissima Trinità ormai al collasso, ubicati in una struttura obsoleta e con una carenza di personale ormai quasi al limite della legalità. In tre anni 7 pensionamenti con blocco del turnover.
Claudia Zuncheddu *portavoce* Rete Sarda Difesa Sanità Pubblica
Unione Sarda 17-10-17: Claudia Zuncheddu, portavoce della Rete sarda a difesa
della sanità pubblica, muove accuse pesanti nei confronti del centrosinistra. Il riferimento è a un emendamento che «potrebbe
cambiare la destinazione d’uso di strutture ospedaliere in fase di
smantellamento», dice Zuncheddu, riferendosi soprattutto a presìdi come «il Binaghi o il Marino di Cagliari»
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