Carloforte: tra bellezza e veleni
Anche la frutta è al piombo…
Non vogliono che si raccontino…
Storie di malattie e di morte…
Fa male al “profitto!”
Ma noi non tacciamo.
Consiglio Regionale della Sardegna XIV Legislatura Mozione Zuncheddu…
Allarme inquinamento ambientale nel territorio intorno al polo industriale di Portovesme
Premesso che
– in seguito alle numerose proteste da parte della cittadinanza, dei comitati dell’isola di Carloforte e in generale del territorio prossimo al polo industriale di Portovesme, oltre a quanto si apprende dalla stampa degli ultimi tempi, appare sempre più urgente e improcrastinabile l’opera di monitoraggioda parte delle Istituzioni Regionali competenti tesa alla tutela della salute dei cittadini e dell’isola dai veleni scaricati dalle industrie della zona;
– in particolare la situazione ambientale a Carloforte, in base anche a quanto denunciato a mezzo stampa, recentemente da un Comitato di liberi cittadini, impegnato da tempo nella difesa della salute ambientale e della popolazione daiveleni scaricati dalle vicine industrie di Portovesme, appare sempre più critica anche alla luce della fuoriuscita di fluoro e di altre sostanze non identificate dagli stabilimenti dell’ Alcoa, nel mese di settembre 2009. Già per questi eventi il suddetto comitato chiese che venisse effettuato un monitoraggio ambientale del territorio interessato;
– in seguito a tale richiesta il Comune di Carloforte ha disposto delle analisi episodiche di acque superficiali e terreni incaricando la società Edam-Soluzioni ambientali s.r.l. di Gallarate; – Dalla relazione sui campionamenti effettuati emergono dati alquanto preoccupanti in quanto nei terreni e nelle acque superficiali dell’isola di San Pietro si trovano metalli pesanti, tra i quali elevate concentrazioni di Stagno (con valori oltre 40 volte i limiti di legge), Berillio, Tallio, Antimonio; la concentrazione di Ferro (15 volte superiore ai limiti di legge; Manganese (quasi 4 volte i limiti di legge); Selenio (oltre 30 volte superiore i limiti di legge); Fluoruri (pari a: 2,7 mg/l. Il valore limite è di 1,5 mg/l. Altri metalli, come Cadmio e Arsenico, sono stati rilevati nelle acque con concentrazioni vicine al limite previsto per legge;
– Inoltre uno studio recente dell’Università di Cagliari ha dimostrato che anche il mare non è esente da inquinamento: nelle alghe intorno all’isola sono stati riscontrati metalli pesanti, tra i quali Cadmio e Piombo;
– le stesse analisi effettuate sulla frutta, commissionate dallo stesso Comitato nel Maggio 2010, hanno rilevato la presenza di una notevole quantità di Piombo (quasi il doppio del limite consentito);
– Inoltre, in base ad un’indagine svolta sui residenti nell’ Isola di Carloforte già negli anni ’90, è emerso che su 20 carlofortini analizzati ben 17 presentavano Piombo nel sangue, altri presentavano livelli preoccupanti di Cadmio e Mercurio;
– A confermare l’”allarme inquinamento” è purtroppo la grave situazione sanitaria della popolazione, con notevole incidenza di patologie sempre più spesso con esiti letali (patologie neoplastiche, cardiovascolari, endocrine tiroidee e pancreatiche). I casi di diabete mellito hanno una incidenza sempre più alta e secondo recenti studi, sono da mettere in correlazione con la presenza di sostanze inquinanti, in particolare con le nanoparticelle presenti nell’ atmosfera, come già riscontrato nelle aree prossime a poligoni militari, in particolare quello del Salto di Quirra;
– a rafforzare le preoccupazioni della popolazione è la stretta vicinanza dell’isola di Carloforte al Polo industriale di Portovesme, che nonostante i 10 Km di distanza, non rientra tra i comuni compresi nell’ “Area ad elevato rischio di crisi ambientale del Sulcis Iglesiente”, escludendo quindi l’isola di Carloforte da ogni possibilità di monitoraggio.
– Non si conoscono le ragioni per le quali l’assessore alla sanità del comune di Carloforte Patrizia Congiu, nel consiglio comunale del 19/10/2009 e alla stampa (la Nuova Sardegna 29/10/2009), abbia dichiarato che a Carloforte non si corre «nessun rischio da fluoro dell’area industriale di Portovesme» e ancora, che «la salute della popolazione carlofortina non corre nessun serio pericolo derivato dalla vicinanza del polo industriale. Tantomeno per la recente fuoriuscita di fluoro dall’Alcoa». Tali affermazioni, intanto, vengono smentite in pieno dai dati emersi dalle analisi. Inoltre è notorio per la medicina che le esposizioni croniche ai “fluoruri” determinano accumulo abnorme di fluoro nei denti e nelle ossa, patologie polmonari, insufficienza renale, alterazioni in gravidanza neurotossicità.
Tutto ciò premesso si impegna il Presidente della Giunta e tutti gli Assessori competenti a
1. a coinvolgere quanto prima le autorità comunali di Carloforte e tutte le Istituzioni competenti (ASL, Università, compresi studiosi riconosciuti a livello internazionale) per disporre urgentemente ulteriori approfondimenti, ritenuti essenziali al fine di evidenziare eventuali correlazioni “causa – effetto” tra inquinamento ambientale e patologie, valutando necessari interventi a breve, medio e lungo termine;
2. impegnare nell’ immediato l’Autorità Sanitaria per arginare il grave fenomeno di patologie tumorali, cardiovascolari, endocrine, ossee e i numerosi casi di diabete sopra menzionati;
3. predisporre delle moderne centraline in grado di rilevare anche le pericolosissime nanoparticelle PM 2,5 e deposimetri che consentano di campionare le deposizioni di microcontaminanti organici ( quali PCB, Diossine, Furani , PCB e IPA …) ed inorganici (Metalli pesanti);
4. fare chiarezza sui dati emersi dalle indagini succitate, che confermano la situazione di allarme sanitario e ambientale e rendere pubblici e riferire quali siano i dati ufficiali più recenti di cui dispongano sullo stato di salute attuale delle popolazioni che vivono e operano nelle zone interessate;
5. a riferire se siano in corso o se abbiano intenzione di intraprendere altre iniziative specifiche (come piano di controllo e di monitoraggio) mirate alla prevenzione e alla tutela della salute delle popolazioni che vivono e operano nelle suddette aree;
6. a verificare e riferire se le Industrie presenti nel territorio abbiano rispettato e applicato sino ad oggi la normativa e tutti i regolamenti previsti in materiadi smaltimento di rifiuti pericolosi, rifiuti nocivi, fanghi e agenti inquinanti in generale.
7. a farsi parte attiva nelle indagini urgenti e indipendenti
– sia sullo stato di salute dei cittadini che vivono in prossimità dell’area di Portovesme, che ospita uno dei poli industriali più inquinanti della Sardegna;
– sui veleni della Portovesme srl, notoriamente impresa di metallurgia di prodotti non ferrosi come lo zinco e il piombo;
– sul traffico illegale di rifiuti altamente pericolosi e smaltiti in modo illecito, sulla contaminazione delle falde e sulle conseguenze per la salute dei cittadini in tutta l’area geografica.
Cagliari 27/01/2011
Claudia Zuncheddu – Luciano Uras – Carlo Sechi – Massimo Zedda
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