Carceri speciali: il “Dono Alfano” per la Sardegna
Ancora una volta la Sardegna torna ad essere pattumiera della delinquenza italiana e internazionale.La Destra italiana per non smentire la sua tradizione nell’usare la Sardegna come terra di saccheggio di risorse, di discarica di rifiuti più o meno radioattivi, come luogo di esercitazioni militari per gli scenari di guerra, con il suo ministro della Giustizia Alfano (avvocato personale del presidente Berlusconi nonché noto autore del “Lodo Alfano”, che garantisce il non poter essere perseguite per alcun reato le quattro massime cariche dello stato italiano) propone ennesimi soprusi. Nel piano di riorganizzazione delle carceri, ha avallato il progetto di portare in Sardegna la peggior criminalità internazionale e mafiosa.Partendo dalla necessità di riorganizzare le carceri nel nostro territorio e in particolar modo a Cagliari e a Sassari, propone di creare bracci speciali per un totale di circa 400 posti da riservare a detenuti in regime di 41 bis (carcere duro).I detenuti da “carcere speciale” in Italia sono circa 600 e tutti esponenti della criminalità mafiosa, (dalla N’drangheta, alla Camorra) legata alla delinquenza internazionale che con i suoi traffici: dalla droga, alla prostituzione, ai rifiuti, hanno inquinato il tessuto economico e sociale di diverse parti del mondo, per non parlare di quello italiano.Già la magistratura si è occupata nel Nord-Est della Sardegna di infiltrazioni mafiose e camorriste inerenti la speculazione edilizia. Non sono più “gossip” le dichiarazioni della stampa internazionale che denuncia l’arrivo degli interessi della mafia russa sulle nostre coste.I sardi non sono disponibili a far si che la Sardegna diventi come l’Italia, devastata dalla criminalità organizzata, che crea instabilità sociale, insicurezza per la civile convivenza e inquinamenti dei tessuti economici già fortemente mortificati dalla grave crisi. Che Alfano organizzi a casa sua, fuori dalla Sardegna, la giusta detenzione dei malavitosi. Noi siamo d’accordo che le carceri diventino più umane, come luoghi di reale rieducazione e reinserimento e che i detenuti sardi scontino le pene in Sardegna, per proteggerli da infiltrazioni delinquenziali ben più forti e per alleviare i disagi e le sofferenze delle stesse famiglie. Invito tutte le forze politiche che hanno a cuore il benessere della Sardegna ad una forte presa di posizione affinché si eviti quest’ennesimo sopruso nei confronti del popolo sardo.Claudia Zuncheddu Consigliera regionale RossoMori
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