BUON ANNO con la Sardegna nel cuore alla nostra gente e alla nostra Terra.
Buon Anno a chi fugge e a chi non riesce a fuggire dalle guerre e dall’impoverimento per l’egoismo del grigio Occidente.
Buon Anno a chi si ribella all’ipocrisia delle “grandi democrazie” che destabilizzano il mondo per ridisegnarlo a misura della loro ingordigia.
Buon Anno a chi ama il mondo a colori, a chi crede nell’Indipendenza, nella Libertà dei popoli e dei singoli a scegliersi il luogo dove stare in questo pianeta che non ha appartenenza.
Un pensiero a quell’Umanità che tappezza i fondali del Mediterraneo e le coscienze sporche dell’Europa, ai dimenticati nel deserto che da Niamey ad Agadez e da Agadez verso la Libia hanno lasciato e lasciano la vita nel grande vuoto del Tenéré popolando il suo mondo invisibile.
Buon Anno a tutti con le ballate di Bubacar Traoré dalla culla del Blues, con i Tinariwen, i Ribelli del deserto, passati per i campi profughi, per i campi di addestramento di Gheddafi in Libia, per le lotte cruente per il diritto all’autodeterminazione dei popoli del deserto.
Buon Anno ai numerosissimi gruppi di musicisti impossibilitati a lasciare l’Africa e ai Tinariwen che ci ricordano che il deserto non è mitologia. Il deserto esiste. E’ popolato, soffre.
Buon Anno ai migranti dal nostro popolo di pastori e di migranti.
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