“bonus volumetrico in edilizia”: la XIV legislatura all’insegna della distruzione del territorio e dell’ambiente sardo
Consiglio Regionale
Seduta del 01/10/2013 – Guarda il video dell’intervento
Proposta di Legge N. 532/A del Centro Destra su “Proroga dei termini per la presentazione delle istanze per la realizzazione degli interventi di cui alla legge regionale n° 4 del 2009 e successive modifiche ed integrazioni”
Tracce del mio intervento
A distanza di quasi 5 anni e cioè per tutta questa legislatura, l’ossessione del cemento è stata la priorità per questo centro destra. Mentre la Sardegna è dilaniata dalla crisi economica e sociale, qui si continua a parlare di cemento.
I tre “pseudo Piano-casa” (che di “Piano Casa” non hanno davvero nulla, visto che non sono stati ideati per dare la casa a chi non l’ha), la Legge sul golf, per non parlare della recentissima Legge sulla gestione delle terre gravate da Usi civici, che personalmente non ho condiviso, sono i segni chiari di un ennesimo progetto di aggressione al territorio sardo.
La proposta di Legge all’ordine del giorno è parte integrante del “progetto mattonaro” di questa maggioranza che per cinque anni ha preferito dormire sulle emergenze e sui bisogni reali dei sardi nonché sulla necessità di affrontare in termini seri la legge urbanistica e la necessità di regole. Oggi parliamo di proroga per la presentazione della domanda finalizzata all’ottenimento del “bonus volumetrico”, come se l’aumento della volumetria fosse davvero un contributo reale per il superamento della crisi economica in corso. Infatti si insiste sul demagogico “rilancio del settore edilizio a sostegno dell’economia sarda”.
Sicuramente le politiche di riqualificazione e di qualità del costruire, darebbero respiro al settore edile, nel rispetto dell’ambiente e dell’eco-sostenibilità. Per la riqualificazione dei manufatti edili è indispensabile oggi, un aiuto finanziario, e che la Regione si prodighi per un sostegno al credito per le imprese del settore. Un sostegno al credito che una regione virtuosa dovrebbe chiedere e attuare anche per questo settore economico in crisi.
Per gli enti pubblici si pone urgentemente la necessità di una riqualificazione degli edifici di propria proprietà e in uso. Con la riqualificazione energetica ed eco-sostenibile si creerebbe immediatamente lavoro per le imprese edili e per tutto l’indotto.
La stessa politica di riqualificazione edilizia, energetica ed eco-sostenibile può essere attuata immediatamente anche per il privato sostenendo il bonus di riqualificazione energetica e creando anche con esso lavoro subito per l’edilizia e per l’indotto. Oggi questo è l’unico modo per creare occupazione continua in edilizia e salvare le imprese dai vampiri delle banche e di Equitalia e bloccare la disoccupazione.
Già nei lunghi e insistenti dibattiti che hanno accompagnato questa legislatura, dai vari Piano Casa, alla Legge sul golf, questi SI, tutti tentativi tesi a distruggere il PPR per la cementificazione scriteriata e cafona dell’Isola. Questa maggioranza per troppo tempo ha dirottato volutamente l’attenzione dell’Aula dai problemi prioritari della Sardegna e anche del settore edile, alle esigenze della mera “speculazione mattonara”.
Non abbiamo mai creduto che fosse questa la strada che la Politica deve seguire per far uscire la Sardegna dalla crisi.
Lo scontro politico che oggi si ripropone in quest’Aula, nasce dalla diversa concezione che le forze politiche rappresentate hanno del territorio e dell’ambiente: “beni irriproducibili da salvaguardare per certi” e “beni da consumare” per altri. Abbiamo già detto che in Sardegna l’abnorme lo sviluppo edilizio già esistente, non solo non ha creato ricchezza per i sardi, ma ha impoverito il territorio e il nostro ambiente. Nell’ipotesi di un’equa spartizione delle case esistenti, ne spetterebbero ben 4 ad ogni sardo! Per chi costruire ancora? … e perché nel solito modo lesivo per l’ambiente?
“Il rilancio dell’edilizia in Sardegna come volano di sviluppo”, sostenuto dalla maggioranza in questi anni e dal Presidente Cappellacci, sin dalle sue dichiarazioni programmatiche d’inizio Legislatura, è un concetto distorto di sviluppo dell’economia sarda, un concetto che si scontra con la crisi italiana ed europea e come tale non può essere realizzato. E’ una chimera.
Se di edilizia dobbiamo parlare, partendo dai bisogni concreti dei sardi, vorrei ricordare lo stato di abbandono di tutti i centri storici dell’Isola, a partire dalla città di Cagliari, dove paradossalmente la periferia e il degrado parte dal cuore storico della città, per non parlare dell’edilizia scolastica fatiscente, ai casolari legati alle nostre attività tradizionali che meriterebbero di essere ristrutturati e riconvertiti, per non parlare del patrimonio di architettura mineraria etc. etc. su cui un cui un’idea intelligente di Edilizia potrebbe con la loro ristrutturazione e riqualificazione creare occupazione certa per le nostre imprese restituendo decoro e funzionalità all’edilizia esistente senza incidere ulteriormente sull’ambiente.
La proposta di legge al centro del dibattito oggi, centrata sull’aumento delle volumetrie, non solo è forviante e falsa per un reale sviluppo economico, ma è palesemente espressione di interessi che hai sardi più che dare, per l’ennesima volta sottrae.
Questo dibattito è strumentale e palesemente forviante su quelle che sono le reali cause della crisi del settore edilizio e continua a dirottare l’attenzione di quest’Aula su quali siano i temi, i modelli economici da costruire che permettano ai sardi di uscire dalla crisi… specifichiamo non voluta da noi ma orchestrata da interessi estranei a noi e dalle Multinazionali della speculazione e del denaro.
Quello che la classe politica sarda dovrebbe affrontare in termini seri, è la Legge Urbanistica, salvaguardando e perfezionando il Piano Paesaggistico Regionale per garantire regole certe, anche se ho la preoccupazione che sia troppo tardi per questa legislatura.
Claudia Zuncheddu
La Legge è stata votata a maggioranza
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