Biogas Sardegna: fra vuoto normativo e violazione della trasparenza
Consiglio Regionale della Sardegna
XIV Legislatura
Interrogazione Zuncheddu con richiesta di risposta scritta in merito al proliferare di impianti a Biogas ed energie rinnovabili nel territorio sardo, con particolare interessamento dell’area compresa fra Decimoputzu, Vallermosa, Villasor, Villacidro e Guspini
Premesso che
– negli ultimi tempi in Sardegna, anche e soprattutto a causa dell’assenza di un Piano Energetico Regionale, si registra un numero crescente di istanze per la realizzazione e l’esercizio di Impianti a Biogas e da Fonti Rinnovabili, che suscitano non poche polemiche sia in termini di rischi a livello ambientale e della salute delle popolazioni, sia su quel vuoto normativo che agevola il proliferare, senza regole, di impianti da energie rinnovabili, quindi di nuovi interessi estranei ai sardi;
– anche a causa di tale carenza normativa, la forte preoccupazione di amministratori locali e cittadini è quella di possibili speculazioni da parte delle società proponenti, per lo più società d’oltretirreno;
– inoltre, i dubbi dei cittadini sono rafforzati dal fatto che l’installazione di tali impianti si rivela del tutto incompatibile con le aree interessate, aree a forte vocazione agro-pastorale, nonché di pregio storico – identitario per la presenza proprio nelle aree confinanti con gli impianti di importanti siti archeologici;
– non ultimo, l’intensificarsi del traffico di mezzi pesanti (da e per le centrali) per l’ approvvigionamento della materia prima per la produzione di energia;
– a tal proposito non va dimenticato il fatto che spesso il processo di produzione di biomassa per l’approvvigionamento dell’impianto a biogas non sempre avviene all’interno dello stesso Comune dove questo è ubicato, infatti, come già denunciato per la realizzazione della centrale a biogas nella zona agricola di Terramaini, tra Decimoputzu e Villasor, in violazione della normativa vigente che prevede “la realizzazione di impianti come quello in oggetto, solamente nel caso in cui la sua attività sia “strettamente connessa”, quindi funzionale alle esigenze di aziende agricole presenti nell’area interessata; paradossalmente, le biomasse destinate alla centrale di Decimoputzu, proverrebbero dall’agro di Villacidro, a 40 km di distanza, facendo sorgere dubbi sul perché la centrale non sia stata installata nel comune produttore di biomasse, come la logica vorrebbe”;
– in tal senso, anche in termini di ricadute sull’economia prevalentemente agricola di questa parte del territorio sardo, non si registrerebbero grandi benefici, sia in termini di occupazione per i cittadini, che di entrate per le casse dei Comuni interessati;
– in ogni caso, non sarebbe giustificabile un uso indiscriminato del suolo per la produzione di biomassa finalizzata all’approvvigionamento degli impianti, in quanto ciò produrrebbe effetti devastanti per l’economia agricola del luogo e per la ricchezza delle biodiversità;
– a livello di inquinamento ambientale e quindi anche di rischi per la salute delle popolazioni, non si hanno informazioni rassicuranti e certe sulle misure di sicurezza adottate per gli impianti in oggetto, sul monitoraggio dell’aria, nonché delle falde acquifere, visto che queste costituiscono a tutt’oggi le fonti di approvvigionamento di acqua potabile per pastori e agricoltori;
– a tutt’oggi si denuncia la totale mancanza della trasparenza dovuta alle cittadinanze sulle modalità, sui tempi di realizzazione e di funzionamento degli impianti;
– infatti, accade sempre più spesso che le collettività locali non vengano né coinvolte nelle scelte che interessano i propri territori, né debitamente informate su tali progetti, se non addirittura a lavori già iniziati: la violazione dei diritti dei cittadini alla trasparenza è purtroppo divenuta prassi, visto che anche nel citato caso dell’impianto in costruzione in località Terramaini, tra Decimoputzu e Villasor, gli abitanti hanno appreso del progetto dell’installazione della centrale nel proprio comune solamente dopo forti sollecitazioni alle autorità competenti;
-si apprende che il 6 Dicembre dell’anno in corso, nella Conferenza di Servizi tenutasi in merito all’impianto che dovrà sorgere in Zona denominata Sa Nuxedda a Vallermosa, sarebbero stati espressi pareri non favorevoli alla sua realizzazione per il pregio culturale, storico e identitario dell’area interessata, grazie alla presenza di importanti emergenze archeologiche;
Tutto ciò premesso,
si interroga l’Assessore alla Difesa dell’Ambiente e all’ Agricoltura e tutti gli Assessorati, ognuno per propria competenza per sapere
- se sia nelle loro intenzioni di programmare assemblee pubbliche finalizzate ad informare i cittadini circa i progetti da realizzare ed illustrarne nei dettagli le ricadute in termini di stravolgimento del territorio, dell’ambiente, delle economie tradizionali e dell’occupazione;
- quale sia lo stato dell’iter dei progetti di impianti a biomasse e da fonti rinnovabili che interessano il territorio sardo, con particolare interessamento dell’area compresa fra Decimoputzu, Vallermosa, Villasor, Villacidro e Guspini;
- quali siano i risultati della Conferenza di Servizi del 6 dicembre dell’anno in corso e, in particolare, i pareri negativi soprattutto alla luce dei possibili vincoli ostativi registrati in merito alla presenza di importanti emergenze archeologiche intorno all’area denominata Sa Nuxedda;
- se intendano sottoporre tali progetti alla verifica di assoggettabilità alla Valutazione di Impatto Ambientale;
- se abbiano previsto l’acquisizione dell’autorizzazione all’emissione in atmosfera, come previsto dalla normativa vigente;
- se abbiano provveduto a produrre uno studio mirato a verificare la sostenibilità dei suddetti progetti in relazione non solo all’ambiente e al territorio circostanti (per esempio sugli effetti di versamenti di sostanze nel suolo o nelle falde acquifere, emissioni di sostanze inquinanti e maleodoranti nell’atmosfera, l’intensificarsi del traffico di mezzi pesanti; la produzione di rumore etc), ma anche riguardo alle naturale vocazione agropastorale di queste aree;
- se siano previsti incentivi per le società proponenti e in quale misura;
- se tali incentivi siano previsti solo nei casi in cui il biogas sia esclusivamente utilizzato per il sostentamento delle imprese agricole;
- se l’autorizzazione di tali centrali sia vincolata al rispetto del cosiddetto processo di “filiera corta”.
Cagliari, 14/12/2012
Claudia Zuncheddu
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