Antincendio tra elicotteri che arrivano e autobotti di Forestas, volontari e vedette che spariscono
Un nuovo elicottero noleggiato da luglio ad agosto, con capacità di carico di 4500 litri affianca nelle operazioni antincendio la flotta di 11 elicotteri da 600 litri, sotto il coordinamento del Corpo Forestale.
Durante il recente incendio alla periferia di Iglesias, che ha mandato in fumo il patrimonio naturalistico di Monteponi e minacciato lo stesso centro urbano, tra i mezzi che sarebbero stati indispensabili per arginare il fronte del fuoco, mancavano le autobotti per antincendio boschivo di Forestas.
Il mancato intervento di questi mezzi con 5000 litri di acqua in questo frangente, sembra non sia né unico né casuale. Per l’intervento nel compendio forestale dei Sette Fratelli, il più importante del sud-est della Sardegna, se prima erano disponibili autobotti da 3/4000 litri oggi staziona un solo mezzo leggero con una capacità di 400 litri.
Con i camion cisterna sono scomparsi anche gli autisti. Lo stesso sistema delle vedette, strategico per la prevenzione e l’indirizzo iniziale sul fronte del fuoco, è stato ridotto da H 24 ad H8, lasciando scoperti per gran parte del tempo i nostri territori dall’avvistamento di possibili incendi.
Inoltre nel golfo di Cagliari, nel suo compendio montano sia a sud est che a sud ovest il numero delle vedette è stato notevolmente ridotto. Nei tempi di riposo degli operatori le postazioni restano scoperte, privando il sistema antincendio di un supporto indispensabile.
Mentre l’assessora all’Ambiente presenta la grande armata messa in campo per l’antincendio con 10 mila uomini, con un costo di 65 milioni di euro, ha mandato l’armata a combattere a piedi scalzi, persino senza visite mediche di idoneità, in quanto il personale del Corpo Forestale e Vigilanza Ambientale le ha effettuate solo una decina di giorni fa. Per ciò il territorio per oltre 45 giorni è stato privato del supporto del CFVA, con compiti di coordinamento e di estinzione di incendi boschivi. Una misteriosa ristrutturazione su personale e mezzi a terra ha creato scoordinamento e mancanza di programmazione.
Che fine hanno fatto le autobotti? Saranno scomparse perché obsolete? Forse che se ne sono liberati in nome di misteriose strategie di antincendio? E i volontari di protezione civile?
La Protezione Civile regionale, impone che i volontari non vengano mobilitati in caso di incendi boschivi vicini a centri abitati e ad ovili, nonché vieta ai comuni virtuosi di stipulare convenzioni che permettano di tenere in vita i gruppi di volontariato. Può il nostro territorio rinunciare ad una forza di spegnimento indispensabile?
Claudia Zuncheddu-Sardigna Libera
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