Acqua Pubblica: sulla necessità di attuare l’esito del Referendum 2011 e la rimodulazione delle tariffe in Sardegna
Consiglio Regionale della Sardegna
XIV Legislatura
Interrogazione Zuncheddu con richiesta di risposta scritta sulla imminente scadenza dell’Ente Sostitutivo dell’ATO idrico e sulla improrogabile necessità di attuazione del Referendum del Giugno 2011 sull’acqua pubblica e in particolare sulla rimodulazione delle tariffe dell’acqua in Sardegna
Premesso che
– dopo che la Autorità d’Ambito Territoriale Ottimale (ATO) della Sardegna, già commissariata dal 2009, ha ufficialmente cessato di esistere il 31 Dicembre 2012, con Legge Regionale 8 Febbraio 2013, n.3 è stata disposta, su designazione della Giunta Regionale, l’ennesima nomina di un commissario straordinario che, “non oltre la data del 30 aprile 2013” ha l’incarico di svolgere tutte le funzioni già svolte dall’Autorità d’Ambito Territoriale Ottimale della Sardegna;
– inoltre, sempre in materia di servizio idrico, in data 28 Dicembre 2012 l’Autorità per l’Energia Elettrica ed il Gas (AEEG) ha approvato il nuovo Metodo Tariffario Transitorio 2012-2013, con cui verrà calcolata la tariffa media dell’acqua che, come previsto, sarà maggiore di quella attuale;
– tale procedimento si contrappone al volere del Popolo Sardo che con il proprio voto, ai quattro Referendum Abrogativi del 12 e 13 Giugno 2011, ha espresso la sua contrarietà alla privatizzazione, optando per la gestione pubblica dell’Acqua in quanto bene comune, imprescindibile dalla vita e quindi un diritto umano, universale e inalienabile;
– infatti, con le nuove tariffe, l’AEEG si ripropone di reinserire, usando diversa dicitura, quella “remunerazione del capitale investito” che già in precedenza ha scatenato l’ira degli utenti tassati indebitamente e che è stata oggetto di abrogazione del secondo quesito referendario del Giugno 2011, con cui gli elettori si sono espressi inequivocabilmente contro la speculazione economica sull’acqua pubblica;
– inoltre, i cittadini e i vari Comitati in difesa dell’acqua pubblica, continuano le loro battaglie non solo per l’affermazione del diritto al riconoscimento della volontà popolare e contro la violazione dei risultati referendari, ma anche sulle criticità del sistema idrico sardo, a partire dalla pessima qualità dei servizi offerti agli utenti;
– in questi ultimi tempi, le proteste dei cittadini vanno in crescendo a causa della forte speculazione economica sull’acqua, con le “bollette pazze” imposte in modo terroristico da Abbanoa, con forti disagi e disservizi che alimentano la disperazione, delle famiglie sempre più disagiate, dei cittadini pensionati, cassintegrati, inoccupati e disoccupati (che troppo spesso si sono ritrovati di fronte a casi di interruzione della fornitura dell’acqua per periodi prolungati);
– costi evidentemente troppo elevati da pagare anche a fronte di una realtà come quella sarda, in cui si registrano continuamente forti carenze e criticità nelle infrastrutture del servizio idrico, soprattutto per quanto riguarda la dispersione di acqua potabile nelle condotte. A tal proposito, secondo un autorevole e recente studio effettuato dal CNA è stato calcolato che quasi il 50% dell’acqua potabile sarda viene dispersa nella rete idrica;
– dalla ricerca del CNR emerge inoltre che, in base a quanto sostenuto dall’AEEG, per far fronte alle carenze del sistema idrico della Sardegna e “renderlo efficiente, servirebbero investimenti per 1.500 milioni di euro nei prossimi 18 anni”: risorse finanziarie che non devono ricadere sui cittadini sardi, già fortemente penalizzati dall’attuale gestione con bollette dai costi insostenibili;
– sulla questione delle tariffe in continuo e spropositato aumento, la questione si fa ancora più complicata alla luce del fatto che con la soppressione dell’Autorità d’Ambito e l’impossibilità di agire in materia da parte del Commissario Straordinario, verrà a mancare l’organo di controllo atto a gestire tutta una serie di situazioni, cui rientra appunto quella urgente e improrogabile della tariffazione;
Tutto ciò premesso,
si interroga il Presidente della RAS e tutti gli Assessorati competenti per sapere
– quali iniziative intendano intraprendere prima della suddetta scadenza del 30 Aprile 2013 in merito alla improrogabile necessità di attuazione del Referendum del Giugno 2011 sulla gestione pubblica dell’acqua e in particolare sulla rimodulazione delle tariffe dell’acqua per i cittadini sardi;
– se intendano far valere l’Autonomia della RAS per far fronte ai rincari delle tariffe previsti dal Nuovo Metodo Tariffario dell’AEEG;
– quale sia la posizione della Regione Autonoma della Sardegna, rispetto all’interpretazione dell’acqua come bene pubblico, inalienabile, quindi non monetizzabile e imprescindibile per la vita di ognuno di noi.
Cagliari, 25 Marzo 2013
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