A foras is serbidoris: Cappellacci e la sua Giunta di CD
Consiglio Regionale del 03 Agosto 2010
Intervento Claudia Zuncheddu
La Giunta Regionale di CD dà il colpo di grazia alla Sardegna disperata. Non si può parlare di Sovranità e appoggiare le “rapine” dello Stato italiano.
Entrate Fiscali: Lo Stato Italiano sottrae ai sardi 2 miliardi e 600 milioni di €
La “manovra correttiva del bilancio”, è solo peggiorativa: ancora tagli per 390 milioni di €. E’ questa la risposta della Giunta Cappellacci alla drammaticità di tutti i settori produttivi in Sardegna. Con l’ultimo scippo delle Entrate Fiscali da parte dello Stato italiano (duemiliardi e 600 Euro) con la connivenza della Giunta, il sistema politico sardo di CD perde definitivamente credibilità.
Le scelte di politica economica di Tremonti, ammantate da una necessità di “riequilibrio di conti economici” voluti ed imposti dall’Europa, come se fino ad oggi non abbia guidato lui, in prima persona con Berlusconi, rappresentano un attacco alle condizioni di vita, di lavoro e di sviluppo del Meridione. Di fatto il c.d. Federalismo Fiscale preorganizzaun’Italia “a più velocità” che creerà diseguaglianze sempre più incolmabili. All’interno di questo modello, è da tempo che noi Rossomori e io personalmente, denunciamo la “condizione neocoloniale” riservata alla nostra isola. Situazione coloniale che comunque può essere attuata, solo se la classe politica è connivente.
La c.d. “Manovrina” che l’assessore La Spisa ha concordato con il “notabilato” del CD berlusconiano è un esempio di questa politica coloniale.
Ma quale sviluppo può essere possibile se tagliano i fondi e i finanziamenti di supporto alla scuola pubblica? Non sta a me ricordare che la Sardegna sull’istruzione occupa una posizione di retroguardia in Italia e in Europa, che il 32,6% dei giovani abbandonanoanticipatamente gli studi, contro il 22,1% della media italiana. Per cui è necessario ripristinare i 20 milioni di € per combattere la dispersione scolastica e per creare occupazione. Altroché i tagli dell’assessora Baire, in perfetta sintonia con la ministra Gelmini! Non si può avere nessun sviluppo per le generazioni attuali né per le future senza la cultura e senza la propria “lingua” di cui tutti sostengono la necessità di difendere e di valorizzare per poi negarla con i tagli.
Così come il governo di CD è privo di qualsiasi tipo di “politica industriale”. Non per niente in Sardegna, nessuna vertenza viene chiusa per salvaguardare l’occupazione e difendere i diritti dei lavoratori, promuovendo quindi una desertificazione industriale.
Le economie tradizionali, agro-pastorali, sono liquidate con disprezzo e fastidio dall’Assessore Prato, che di fronte alla “vertenza dei pastori”, in difesa del diritto al lavoro, al sostegno delle famiglie e delle proprie aziende, messe in liquidazione dai “vampiri” delle banche e dai “becchini” di Equitalia, li definisce: “irresponsabili”, “utopistici” e in alcuni casi “incompetenti”, che “non distinguono un toro da una vacca”. Come se non fosse un obbligo per la Giunta Regionale promuovere un tavolo fra le parti in modo da bloccare gli istituti bancari ed Equitalia dal sequestro delle aziende e promuovere reali politiche di sostegno al settore.
Non far questo, quando si hanno in mano le “chiavi di casa”, significa fare “macelleria sociale” e acuire la povertà.
Questa Giunta succube del governo italiano e del “nordista”Tremonti, non ha neppure la dignità politica di esigere il rispetto del Patto sulle Entrate, sottoscritto dalla precedente Giunta Soru. Un Patto istituzionale che a prescindere dal colore di chi lo sottoscrive, va sempre comunque rispettato nell’interesse economico e sociale del proprio popolo. Il non pretendere il rispetto sull’attuazione del Patto sulle Entrate, implica una sudditanza politica, una subalternità totale che ai sardi non sfugge da 17 mesi di questo governo. Mai come oggi il “re Cappellacci” è nudo.
Per le difficoltà quotidiane del “vivere” per i sardi, il buon senso avrebbe voluto che questa Giunta ritirasse la c.d. “Manovrina”: fonte di ulteriori disagi e di impoverimento sociale, per aprire finalmente una vertenza con lo Stato Italiano per la restituzione dei nostri Fondi dovuti. Non solo lo esige la disperazione economica e sociale dei sardi ma puntualmente e giustamente viene chiesto dai sindacati e da tutte le categorie che sono la cartina di tornasole della reale condizione del nostro popolo.
La profonda crisi in corso in Sardegna attende risposte adeguate,non “ingannevoli manovrine”, semmai “manovre straordinarie” e l’apertura di una vertenza con lo Stato Italiano con pari opportunità, alla luce delle forti potenzialità giuridiche della Regione Autonoma della Sardegna. Il presidente Cappellacci deve aprire un tavolo di negoziazione con lo Stato con cui interloquire alla pari, senza timori e con dignità.
Parlare di Sovranità e di Indipendenza, “fetti po chistionai”, come “moda da consumare” non serve a nessuno se non a banalizzare i nobili progetti per l’emancipazione di un popolo. La Sardegna ha bisogno di maggiore Sovranità che sicuramente non avrebbe permesso il saccheggio dell’eolico e la lunga lista di scippi e di rapine a partire dal G8, Fondi FAS, allo scandalo delle bonifiche alla Maddalena… dove tra le varie beffe si annovera pure la negazione alle imprese sarde della loro partecipazione ai lavori nella misura del 20%, come previsto dagli accordi.
Sempre più insistentemente in quest’aula si parla di Sovranità eaddirittura di indipendentismo, ma di che indipendentismo si intende parlare? Se questo “sogno diffuso” fosse reale in quest’Aula, certamente rafforzerebbe la classe politica sarda nel conflitto con lo Stato italiano. Sogno, purtroppo a cui poco credo, visti i 17 mesi di scelte politiche sbagliate, che hanno indotto più sudditanza politica ed economica per i sardi. Madi che sovranità si parla?
Con l’ultimo scippo delle Entrate Fiscali da parte dello Stato italiano, per l’”inerzia” che sa di “complicità”, il sistema politico sardo di CD continua a perdere credibilità e noi non possiamo più permettercelo. Visto che lo scontro con lo Stato sul problema delle Entrate Fiscali è divenuto inevitabile, i sardi chiedono alla RAS, un impegno in prima fila sulla battaglia per il recupero dei due miliardi e mezzo.
Questo significa iniziare a “praticare l’esercizio della Sovranità e dell’Autodeterminazione”, “rompere la dipendenza” per creare oggi “momenti di indipendenza”. Non restano altre strade da percorrere, l’unica alternativa è quella delle dimissioni di questa Giunta, totalmente inadeguata ad affrontare e a dare risposte ai problemi e alle aspettative della gente. Il popolo sardo chiede un atto di coraggio.
Claudia Zuncheddu
Consigliera Regionale Rossomori
Commenti