A chi è funzionale la degenerazione politica del Psd’Az
Il dibattito in corso all’esterno del Partito (nei forum) è interessantissimo, gli stessi “battibecchi” sono stimolanti ed è un bene che ci siano. Il livello eccellente e pieno di fermenti vitali per la nostra causa, stimola la riflessione e la partecipazione sia per i “giovani” che per i “vecchi” sardisti. Tutto ciò a conferma di quanto alla netta frattura fra la “testa” e la “base” del Partito (che già da tempo ha portato al disconoscimento naturale della leadership, più che mai “dirigente solo di se stessa”) non ha seguito la letargia o lo scoraggiamento dei militanti.
Anche se mi sembra che siamo ancora lontani all’interno del Psd’Az dall’organizzare una “giusta resistenza e ribellione” a questa politica fellona e antidemocratica approdata al “commissariamento delle federazioni”.Politica sporca, sostenuta da un gruppo dirigente che ha come unico obiettivo la “risoluzione dei propri interessi personali… sa cadira, comunque e con chiunque… preferibilmente con gli epigoni di Berlusconi, Fini, Casini, Bossi, Lombardo… in Sardegna (anche se vista la loro capacità di “virare” non è detto. Stiamo ad osservare come si prospettano gli scenari potenzialmente vincenti. E’ tutto lì).
Ma “barone sa tirannia procurare e moderare”… “incumintzada sa passientzia in su populu a mancare” . Mai dire “mai”.
Anzi, il crescente dibattito nel forum, fuori dalle istituzioni del Partito (dove è stato soppresso il più elementare spazio democratico) è la dimostrazione di quanto questi “uomini piccoli” non siano in grado di apportare nessun contributo politico alla nostra causa; tuttavia dalla loro “elevatura” si permettono, bontà loro, di disconoscere Lussu, Bellieni, Simon Mossa etc. e di proporre un “nuovo sardismo” come dice il segretario del Partito, “con l’apporto dell’on. Maninchedda e del movimento Sardegna e libertà” e con il “Patto di Consultazione con l’Udc e l’ex Udeur”.
Scomodando Di Pietro, ma “che ci azzeccano” questi con la storia e la prassi sociale del Psd’Az? La risposta è scontata.
Già!!! I nostri “acrobati” sono troppo impegnati in giochi strategici per la loro unica causa.
La paura di perdere i privilegi del potere per alcuni, e di non raggiungerli per altri (poita torrai a traballai, cumenti feus totus d’ogna dì, po is merijeddus est tostau) se non controllata può sfociare nel panico: cosa leggia de supportai”. Per capire il “potere come malattia” basterebbe interpellare la ricca casistica psichiatrica. Da qui la necessità di “rivisitare i privilegi” di tutti i politici (sardisti in primis) sia per la loro salute mentale, sia per le stesse povere tasche, in questo caso dei sardi, sempre più in ginocchio anche per gli alti costi della politica e vessati da questi “venditori di anime” al servizio de is istrangius.
Ma sul tema a me caro sulla moralizzazione e sui costi della politica riprenderemo il discorso. A si biri cun saludi. Claudia Zuncheddu
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