Campi da Golf in sardegna: “Profumo di colonia”
I falsi numeri e i falsi obiettivi della Legge sul Golf, portano una falsa ricchezza alla Sardegna. Una “ricchezza” che profuma di veleni e di rapina. E’ il profumo di “colonia” che noi sardi ben conosciamo.
Consiglio Regionale 13/09/2011
Dibattito
Proposta di Legge n° 83/A
Gruppo Riformatori
“Provvidenze per lo sviluppo del turismo golfistico”
In merito a questo progetto di Legge ho espresso ampiamente il mio totale dissenso nel dibattito del 28 luglio.
Questa proposta di Legge, benché debolmente difesa dagli stessi proponenti è stata votata in nome dell’obbedienza da tutto il centro destra con l’esclusione di 1 astenuto (Roberto Capelli API) e con il voto contro del Psd’Az, che dopo aver votato a favore dei passaggi agli articoli e a tutti gli emendamenti, ha cambiato idea di fronte alla bocciatura del suo emendamento che prevedeva 3000 mt di distanza dal mare contro le proposte di 2000 e 1000 mt.
L’unico spirito che anima il futuro dei campi da golf non ha nulla di turistico e ancor meno di sportivo. “…L’unico futuro di questi impianti è quello del sistema turistico-immobiliare” dichiarano gli esperti-sostenitori.
Si tratta di operazioni tese ad agevolare le clientele con la violazione delle regole urbanistiche, degli equilibri degli eco-sistemi e con lo stravolgimento degli spazi destinati alle nostre attività tradizionali presenti nei territori.
Con questa proposta di Legge si ignorano pure i movimenti di opposizione in crescita in tutto il mondo contro il boom dei c.d. “green”.
Non si vuole prendere atto che il “turismo golfistico” non è mai decollato sino ad oggi da nessuna parte. Anche negli USA sono numerosi i campi da golf che chiudono i battenti.
Ma in Sardegna, la possibilità di accesso a finanziamenti pubblici, come notoriamente avviene, è così allettante da creare cecità. Infatti, Leggi della RAS, italiane ed europee negli ultimi 20 anni sono state alquanto generose nell’erogazione di finanziamenti a fondo perduto.
Sino ad oggi, i campi privati soprattutto in Sardegna hanno usufruito di importanti finanziamenti pubblici e le sollecitazioni per “nuove strutture” sono sempre più insistenti.
E’ ovvio che alla luce degli affari i costi del furto di territorio all’agricoltura e alla pastorizia, dell’impatto ambientale, della sottrazione dell’acqua pubblica e la sua salinizzazione, alle tonnellate di pesticidi (diserbanti selettivi, insetticidi, fungicidi) che riversati nei campi da golf scatenano le peggiori malattie del secolo come il Parkinson, diabete, malattie autoimmuni, tumori, SLA) di certo non hanno attenzione prioritaria.
A questi veleni pare siano attribuite le responsabilità del fenomeno delle “morti improvvise” assai frequenti nei campi di calcio e di golf.
Ma oltre al danno c’è anche la beffa. Non dimentichiamo che la Commissione Europea ha denunciato l’Italia per danni ambientali prodotti dal primo campo da golf in Sardegna (Is Arenas), un sito protetto dalla Direttiva Habitat e malgrado ciò è stato distrutto un bosco di 10.000 alberi lungo la costa.
Alla luce anche di queste vicende giudiziarie è sorprendente che i percorsi golfistici proposti dalla Legge dei Riformatori, non sia sottoposta in modo obbligatorio alla procedura di Valutazione di Impatto Ambientale.
Deve farci riflettere anche il fatto che nonostante i 18.000 campi esistenti (5.900 in Europa e 262 in Italia), il golf a tutt’oggi è escluso dai Giochi Olimpici e il numero dei suoi iscritti a livello internazionale non è tale da giustificare la necessità di creare nuove strutture.
E’ chiarissimo il rapporto stretto tra la proposta di Legge e le operazioni di speculazione immobiliare. Una proposta di Legge che ha il sapore di imposizione di interessi estranei ai sardi e a cui c’è chi deve obbedire.
Claudia Zuncheddu
Consigliera Regionale Indipendentistas
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