CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XIV LEGISLATURA
Risposta scrittadel Presidente della Regione all’interrogazione Zuncheddu – Uras – Ben Amara – Sechi – Zedda Massimo su provvedimenti e iniziative che il Presidente della Regione intende intraprendere per opporsi all’installazione di centrali nucleari e siti di stoccaggio di scorie in Sardegna (come da ordine del giorno n. 11 approvato dal Consiglio regionale in data 23 settembre 2009).
La questione della produzione di energia attraverso le centrali nucleari è tornata drammaticamente di attualità a seguito degli incidenti gravissimi avvenuti alla centrale di Fukushima, dopo il tragico terremoto e tzunami che ha colpito il Giappone. Il dibattito e le scelte politiche nazionali relative ad un nuovo piano energetico che preveda l’istallazione di centrali nucleari anche in Italia ha subito una generale e condivisa pausa di riflessione che ha portato il Governo nazionale a ripensare alle proprie scelte e a riaprire una discussione sull’opportunità di andare avanti su questa strada. Nel Consiglio dei ministri del 22 marzo 2011, tenuto conto che, nelle attuali circostanze, occorresse approfondire le valutazioni sul ritorno al nucleare e che la Comunità europea intende sottoporre a scrupolose verifiche le centrali nucleari in funzione, i Ministri dello sviluppo economico Romani e dell’ambiente Prestigiacomo hanno proposto un’opportuna moratoria. La proposta è stata collegialmente condivisa dal Consiglio dei Ministri.Allo stato della situazione quindi sono al momento scongiurati anche i pericoli paventati dalla interrogazione in oggetto relativi alla possibile installazione di centrali nucleari in Sardegna, dal momento che sul punto, a livello nazionale, si è deciso di interrompere ogni progetto in corso. Relativamente alla questione specifica del mancato ricorso della Sardegna avverso la legge 23 luglio 2009, n. 99, recante “Disposizioni per lo sviluppo e l’internazionalizzazione delle imprese, nonché in materia di energia” si osserva quanto segue. Il ricorso avverso la legge in oggetto, sebbene proposto da 12 Regioni, come indicato nella presente interrogazione, è stato portato avanti solo da 11, in quanto il Piemonte ha poi ritirato la propria impugnazione. Nel merito del ricorso proposto la Corte Costituzionale, confermando una sua costante giurisprudenza relativa alla legittimità dell’esercizio dei poteri dello Stato in materia, si è espressa con la sentenza 23 luglio 2010, n. 78, che ha dichiarato “in parte infondate e in parte inammissibili” le censure contenute nel ricorso delle Regioni sul riparto di competenza legislativa con lo Stato sul nucleare. Quanto poi alla posizione della Regione Sardegna sulla questione del nucleare il punto è assai chiaro. Più volte e in termini netti è stato ribadito dal Presidente e dalla Giunta regionale, anche nell’ambito dei lavori della Conferenza delle Regioni, che la Sardegna è contraria alla realizzazione di siti nucleari di produzione di energia e di stoccaggio di rifiuti radioattivi nel suo territorio. E’ una scelta consapevole fondata su motivazioni forti e profonde, non certo suscitata dagli eventi avvenuti in Giappone. La nostra isola ha imboccato con decisione un’altra strada: quella della green economy, delle energie rinnovabili, di un modello di sviluppo compatibile con il nostro patrimonio ambientale e paesaggistico. Pertanto un’eventuale proposta da parte del Governo di realizzare centrali nucleari in Sardegna sarebbe irricevibile nel metodo e nel merito: sotto il primo punto di vista, non può essere imposta una volontà in spregio alla volontà dei territori; sotto il secondo, è incompatibile con scelte già consolidate, che la Regione intende portare avanti con determinazione. Si rileva infine come il 15 e 16 maggio si è svolto il referendum regionale consultivo per l’espressione del parere dei cittadini sardi sulla questione, proponendo agli elettori il seguente quesito: “sei contrario all’installazione in Sardegna di centrali nucleari e di siti per lo stoccaggio di scorie radioattive da esse residuate o preesistenti?”. La consultazione elettorale è stata da me fortemente voluta e in numerose occasioni non ho mancato di esprimere una volontà inequivoca contro il nucleare in Sardegna, chiamando a mobilitazione i sardi sulla questione. Anche la fissazione della data del referendum in concomitanza alle elezioni amministrative è stata una chiara scelta a favore di una partecipazione popolare estesa. Non ho mancato poi di esprimere viva soddisfazione per i risultati della consultazione che hanno visto una schiacciante vittoria dei SI: evidentemente il dibattito e le scelte successive non potranno non tenere in conto dell’espressione democratica della volontà popolare sul punto. La questione infine risulta del tutto superata a seguito della celebrazione del referendum nazionale del 12 e 13 giugno scorsi, in cui pure c’è stata una forte presa di posizione della Regione per il raggiungimento del quorum e per la vittoria dei SI. L’esito della consultazione referendaria, che ha visto una schiacciante vittoria delle posizioni contrarie al nucleare, avendo un preciso valore giuridico in termini abrogativi, ha precluso quindi la possibilità di installazione di centrali su tutto il territorio nazionale.
Ugo Cappellacci
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