Sul Garante dei detenuti: la RAS deve applicare le Leggi emanate dal Consiglio
SCIOPERANO I DETENUTI DI BUON CAMMINO
In una società normale e civile è inammissibile che chi è privo della libertà, a torto o a ragione, per affermare i propri diritti, sanciti dalla Costituzione e dall’UE, debba ricorrere allo sciopero del cibo somministrato dall’autorità carceraria. Infatti, lo Stato italiano è stato sanzionato economicamente dall’UE per non riconoscere gli elementari diritti dei cittadini che hanno perso la libertà.
Personalmente non posso che essere solidale con i detenuti di Buon Cammino che lottano in modo civile e democratico per una qualità “umana” della detenzione.
Come prima firmataria di una delle due proposte di Legge per l’istituzione del Garante dei detenuti, il cui Testo Unico è stato votato a maggioranza in Consiglio Regionale a febbraio del 2011, continuerò a sollecitare la Presidente Lombardo affinché la Legge trovi applicazione per garantire i diritti fondamentali dei detenuti.
La Costituzione italiana, con l’articolo 27, affermando che le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato, ha vincolato e vincola il legislatore a strutturare l’esecuzione delle pene ai fini della risocializzazione.
Non è più accettabile che la RAS ignori e non applichi le Leggi emanate dallo stesso Consiglio, così come è anomalo che non trovino applicazione in Sardegna le buone leggi italiane, come quella inerente la Territorialità della pena, e cioè il diritto dei detenuti sardi che scontano pene o sono in attesa di giudizio presso istituti carcerari della penisola, al trasferimento presso carceri isolane. Non applicando questa Legge si nega il supporto familiare al detenuto e si condannano al disagio le famiglie sarde costrette a viaggi dispendiosi e sempre più mortificanti.
Claudia Zuncheddu
Sardigna Libera
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