Ancora finanziamenti pubblici alla Portovesme…
Consiglio Regionale della Sardegna
XIV Legislatura
Sulla proposta di Legge N. 479 della Giunta ma integrata e ripresentata dai Capi-gruppo il 29 gennaio 2013
Autorizzazione all’intervento finanziario della SFIRS Spa per l’infrastrutturazione, il risparmio e l’efficientamento energetico dell’area industriale di Portovesme – Sulcis e incremento della dotazione finanziaria relativa agli interventi per il Parco geominerario
Tracce del mio intervento
La proposta di Legge 471, oggi al centro del dibattito, che vorrebbe essere una risposta alla grave crisi occupazionale e alla deindustrializzazione del Sulcis, merita alcune considerazioni preliminari che vanno ben oltre le probabili strumentalizzazioni del disagio sociale al fine elettorale, senza entrare in merito a un nuovo modello di sviluppo culturale ed economico, per questi territori. Si tratta di un progetto che questa Giunta dimostra di non avere, visto che ama ripercorrere i sentieri già falliti.
Per dirla in breve, ci troviamo di fronte a una riproposizione acritica di un modello di sviluppo industriale fallito.
Non si riesce a capire la ragione per la quale all’interno di questa proposta di Legge, sia stata inserita (mi risulta all’ultimo minuto, in “zona cesarini”, e senza che siano stati coinvolti i consiglieri), “l’incremento della dotazione finanziaria relativa agli interventi per il Parco Geominerario di cui all’Art. 11 della Legge Regionale 17 dicembre 2012, n. 25, per ulteriori euro tre milioni per ciascuno degli anni dal 2013 al 2016”.
Questo dispositivo, interno alla legge che riguarda il Parco, che pur con le sue controverse vicissitudini, comunque ha rappresentato e rappresenta un presidio per l’occupazione e una possibilità per intraprendere un nuovo progetto di rilancio economico per quelle zone, con iniziative tendenti a riconvertire, bonificare e ripristinare gli ambienti degradati dai disastri causati da queste attività industriali altamente inquinanti e degradanti dell’ambiente naturale.
Come dicevo, questo dispositivo riguardante il Parco Geominerario, e la sua dotazione finanziaria, per l’importanza che rappresenta e che prima ho evidenziato, ritengo che vada votato non all’interno della Legge stessa, ma come punto a se stante, vista la sua importanza che prescinde dal possibile rifinanziamento e dall’intervento tramite la SFIRS in attività industriali che purtroppo fino ad oggi hanno dimostrato i propri limiti sia in termini occupazionali, di ricaduta di reddito sul territorio, e ancor più nel disprezzo per il bene ambientale e della salute delle popolazioni.
E’ noto che gli organi competenti della RAS hanno fortissime difficoltà a concordare e ad imporre progetti di ripristino dei territori e dei siti industriali, specialmente a quelle aziende che, pur avendo beneficiato delle contribuzioni pubbliche, ora dopo aver raggiunto i loro profitti, vogliono e stanno abbandonando il territorio sardo senza pagare nessun dazio e senza che gli organi competenti istituzionali chiedano conti.
Ma torniamo alla nostra proposta di Legge, dobbiamo chiederci responsabilmente, e sapere dalla Giunta, se a fronte dell’intervento finanziario della RAS, attraverso la SFIRS, quali siano:
Le garanzie reali di occupazione di maestranze sarde che viene a generarsi in quei territori e a grandi linee in che tempi e per quale durata;
Noi auspichiamo e chiediamo che per tamponare il presente occupazionale nel Sulcis e non solo, a cui è dovuta una risposta urgente con un intervento finanziario di apertura di credito per le famiglie, i disoccupati, i precari e le imprese sarde. Questi interventi la RAS potrebbe sostenerli con le dovute azioni sulle banche, affinché i cordoni del credito, oggi chiusi in Sardegna e che strozzano le nostre economie si riaprano.
Questo tipo di intervento sulle banche è contemplato anche da alcuni articoli dello Statuto Speciale. Non stiamo chiedendo l’impossibile, ma vogliamo un chiaro intervento politico su questi tempi da parte della Giunta e da parte del Consiglio.
Non vorremo che ancora una volta, sotto la pressione di un problema occupazionale reale e grave, si ricorresse, come troppo spesso è avvenuto, a interventi finanziari della RAS, su imprese multinazionali che dietro il dramma occupazionale, hanno incamerato fiumi di finanziamenti pubblici, creando per se stessi utili e per i sardi una disoccupazione sempre più drammatica e feroce.
Ecco perché di fronte a situazioni già subite e ben conosciute, oggi è indispensabile la chiarezza su questi processi di reindustrializzazione, i loro costi per noi sardi in termini non solo di unità lavorative occupate e di spendita di risorse pubbliche , ma anche di costi ambientali, sociali e di salute per le nostre popolazioni.
Senza questa analisi, e senza le garanzie opportune (in alcuni passi della Legge si parla addirittura di garanzie europee che dovrebbero essere chieste a priori), non possiamo rischiare di usare ancora una volta, in modo maldestro le esigue risorse finanziarie sarde. Nel rilanciare una nostra economia, anche industriale, non possiamo più fidarci di generici “Protocolli d’Intesa”, di “Ministri dello Sviluppo Economico”, di Ministri delle Politiche Sociali”, di “Ministri della Coesione Territoriale”, ovviamente tutti ministri del Governo italiano, che dopo aver esposto le loro tesi e le loro miracolose risposte e pozioni di sviluppo e benessere per i nostri disoccupati, per i nostri precari, per le nostre imprese e le nostre famiglie e per la coesione, questa si, della società sarda, senza incontrare le richieste degli operai, scappano in maniera ignobile con gli elicotteri, compreso il nostro Presidente, lasciando i nostri operai e i nostri disoccupati con la loro rabbia, in balie delle Forze dell’Ordine, com’è successo a Carbonia.
Ricordiamoci che non possiamo permettere che il disagio sociale, la disoccupazione e la precarietà vengano trattati come questione di ordine pubblico. Il nostro Presidente con la sua fuga in elicottero, ha permesso anche questo.
Il mio è un appello alla responsabilità di questa Assemblea affinché si trovino soluzioni concrete e urgenti al dramma della disoccupazione e alla deindustrializzazione di questi territori e non solo.
Purtroppo in questi quattro anni di Legislatura, non mi sembra di aver mai sentito in Aula, da parte di chi governa le sorti della Sardegna, un minimo progetto di sviluppo economico che tenesse conto delle esigenze occupazionali delle nostre popolazioni, delle potenzialità vocazionali dell’ambiente sardo, di progetti atti a sostenere le economie tradizionali dell’agro-alimentare, della pastorizia e della pesca, delle piccole imprese, degli artigiani, dei professionisti e dei commercianti. Per non parlare poi della continuità territoriale per persone e merci, da e per la Sardegna, dalla Sardegna alle isole minori, mai condannate come oggi all’isolamento a cui questa Maggioranza, come se questi temi non facessero parte integrante di un progetto di sviluppo non hanno mai dato nessuna risposta.
La mia, non è un NO a priori, ma una richiesta forte di chiarezza per noi e per tutti i sardi.
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Il mio voto di astensione e non totalmente contrario, è motivato dalla “questione Parco Geominerario” che necessita di essere affrontata, finanziata e controllata.
La Legge è stata votata: Presenti 68 votanti 59
Votano SI 58
Votano NO 1
Astenuti 9
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