SARAS: ennesima e preoccupante ”fumata nera”
Gli episodi accaduti ieri nell’area della raffineria Saras e nel territorio di Sarroch stanno creando nelle popolazioni limitrofe un forte allarme, con paura e preoccupazione per i riflessi sulla salute che questi eventi, di cui non è ben precisata la natura, possono avere sui residenti in quelle aree.
Già nel dicembre 2012 e a gennaio 2013 si sono registrate diverse “situazioni limite” che hanno messo in allarme la popolazione dell’area intorno alla raffineria della SARAS e del Golfo di Cagliari. In particolare i cittadini di Sarroch, sono allarmati, per le ripetute segnalazioni che si sono succedute nel tempo, anche a riguardo al superamento della soglia di rischio prevista per molti agenti inquinanti e dannosi per la salute dell’uomo.
Fra i dati più allarmanti sono da ricordare quelli registrati in occasione di un altro episodio analogo, a quelli riscontrati negli ultimi mesi e nella giornata di ieri, verificatosi nel febbraio 2008, quando, come riportato dalla stampa, “per molte ore il valore del solfuro di idrogeno rilevato dal sistema antinquinamento successivo all’incidente, e cioè alla rottura di un impianto Cracking di 134,10 alle quattro del pomeriggio, di 291,63 alle 17, di 611.44. due ore più tardi, di 434,39 alle 19 di mercoledì, di 222,33 alle 21”;
Di fronte a queste situazioni anomale e allarmanti, è d’obbligo che la Saras non si trinceri dietro tardivi e vacui comunicati stampa, ma collabori con le istituzioni preposte, di ogni ordine e grado, affinché questi eventi non abbiamo più ad accadere.
Nel rispetto della massima trasparenza dovuta ai cittadini e al fine di evitare situazione di allerta, i comuni interessati, la Provincia e la RAS, in collaborazione con la Saras devo provvedere ad adottare un sistema di informazione, immediato e celere, per le popolazioni nel momento in cui tali episodi hanno luogo, con relativi piani di prevenzione, protezione ed eventualmente di evacuazione.
Per quanto concerne la salute, l’ambiente e l’informazione, in Sardegna non ci devono essere zone franche.
Claudia Zuncheddu
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