Politica Sarda, roba da Donne
da L’Unione Sarda del 07/01/2013
Debole, precario e un po’ confuso. Lo stato di salute della politica sarda preoccupa ma non scoraggia le donne in corsa per un posto alla Camera o al Senato, e quelle già impegnate in Consiglio e in Giunta regionale. Anna Maria Busia, coordinatrice dei Riformatori sardi di Cagliari, è convinta che «un cambiamento radicale debba passare attraverso le donne. Alle prossime elezioni perderanno i partiti che non metteranno in lista donne che hanno voglia di far politica. La solidarietà femminile esiste ma fino a oggi mancava la scelta. Ci sono tante donne preparate politicamente, disposte a mettersi in gioco». NELLE ISTITUZIONI Simona De Francisci, assessore regionale alla Sanità, ha un auspicio: «Che anche a Roma le donne possano essere una bella pattuglia. Lo stato di salute della politica sarda? C’è confusione ma anche voglia, da parte di tanti, di rigettare l’immagine dell’anti-politica che i grillini hanno voluto demagogicamente far passare. Ci sono persone che svolgono un ruolo straordinario nei Consigli comunali e provinciali, e vedo tanta voglia di politica viva e vitale, che ritorni a scuotere la gente sui principi fondamentali. La politica si salva solo puntando sui veri valori». Claudia Zuncheddu, consigliere regionale di Sardigna libera, si aspetta che «chiunque arrivi nel Parlamento italiano a rappresentare la Sardegna abbia la consapevolezza del livello di scontro tra lo Stato italiano e l’Isola. Abbiamo necessità di rappresentanti in grado di difendere i bisogni e i diritti dei sardi. Finché saremo in posizione di subalternità e di dipendenza, le regole del gioco porteranno a far vincere lo Stato contro i nostri diritti». Alessandra Zedda, assessore regionale all’Industria, spera che, rispetto alle precedenti elezioni, alle prossime Politiche «ci sia una compatta presenza femminile. Sarebbe importante se la Sardegna potesse esprimere la migliore classe politica e dirigente sia per la Camera dei deputati, sia per il Senato. Tra le battaglie prioritarie da portare a Roma c’è anche quella per il riequilibrio degli svantaggi dell’insularità, con la continuità territoriale per le merci e le persone». REGOLE ELETTORALI Francesca Barracciu, consigliere regionale del Pd, nella prossima legislatura vorrebbe «un numero di donne candidate ed elette superiore a quello attuale. Oltre alla qualità, per fare la differenza nelle istituzioni serve anche la quantità. Il Pd, grazie alla doppia preferenza di genere nelle primarie, darà un grande contributo di presenza femminile. È necessario che in questo Parlamento si lavori e sono certa che le donne lo potranno fare al meglio, per abbattere gli ostacoli che impediscono le pari opportunità». Lina Lunesu, consigliere regionale del Pdl, ritiene che ci siano tante «donne preparate e grintose. Dalle prossime elezioni politiche mi aspetto una buona rappresentanza femminile. A proposito della riforma della legge elettorale che andrà in aula, abbiamo sottoscritto degli emendamenti in cui chiediamo che l’elettore possa esprimere due preferenze. Una dovrà essere per una donna». GLI AUSPICI Angela Nonnis, assessore regionale dei Lavori pubblici, crede che lo stato di salute della politica sarda sia precario. «Dalle prossime elezioni – dice – mi aspetto una politica più tangibile, fatta meno di chiacchiere, orientata a una riforma seria sul sistema fiscale che grava sulle imprese, che continuano a essere massacrate. Mi auguro che ci sia una politica finalizzata all’ammodernamento del mondo del lavoro, che punti sulla meritocrazia». Romina Mura, vincitrice delle primarie cagliaritane del Pd e sindaco di Sadali, non ha dubbi: «La doppia preferenza, in riferimento a una nuova legge elettorale, potrebbe essere lo strumento in grado di far raggiungere questo obiettivo di democrazia paritaria. Metterebbe le donne in condizioni di concorrere, di essere eleggibili nelle istituzioni. L’Italia potrà ritornare a competere solo se si supereranno gli squilibri territoriali tra Nord e Sud». Lilli Pruna, in corsa per il Senato per Sel, ritiene che «questo governo regionale sia stato carente su tanti fronti. Ci sono segnali di miglioramento, c’è una presenza femminile che aumenta e mi sembra un buon segno. Ma ci vuole uno scatto netto della classe politica. Occorre aggirare la crisi e ridare slancio alle aspirazioni di tante persone». Eleonora Bullegas
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