Senza la garanzia dei Diritti civili per i sardi non ci può essere Sovranità
Comunicato stampa
Sconcertanti le dichiarazioni del Sindaco Tendas di Oristano che vede nell’importazione in Sardegna dei detenuti 41bis e della criminalità organizzata al seguito, una risorsa per la nostra economia.
Circa il 50% dei detenuti 41 Bis presenti in Italia sono diretti in Sardegna. Come da me denunciato da tempo, il rischio che le carceri sarde potessero divenire “ricettacolo” di detenuti in regime di 41bis, ormai è divenuto realtà grazie all’ennesimo “regalo” del Governo Monti alla Sardegna. A Tempio l’arrivo di 24 camorristi e mafiosi, anticipa nelle nostre “nuove carceri”, l’ondata pericolosa di oltre 300 detenuti 41bis (su circa 650 presenti in Italia). Ancora una volta lo Stato italiano importa nella nostra terra la sua peggiore criminalità, generando nei territori interessati possibili infiltrazioni mafiose nella nostra economia e nel nostro tessuto sociale già fortemente indebolito dalla crisi economica. Questi fenomeni di infiltrazione criminale nella realtà sarda, sono stati già denunciati e accertati dalla stessa Magistratura, nel Nord-Est dell’isola, e non solo.
La società sarda deve unirsi e manifestare il proprio dissenso. La Sardegna non può essere la “discarica criminale” dell’Italia. Auspichiamo che tutte le forze politiche rappresentate nel Parlamento italiano e nel Consiglio della RAS, che hanno a cuore la sicurezza e la serenità del nostro Popolo, si uniscano per denunciare e respingere quest’ennesimo attacco alla Sovranità dei sardi e questa provocazione all’integrità economica e sociale della Sardegna, affinché queste scelte criminali vengano revocate.
I detenuti sardi, in attesa di giudizio o condannati, presenti negli istituti penitenziari della penisola, devono poter scegliere le carceri sarde, alleviando anche il disagio alle famiglie, agli avvocati e alle stesse magistrature giudicanti. Ai nostri 33 detenuti sofferenti di patologie psichiatriche, segregati e abbandonati alla sofferenza e alla disperazione negli Ospedali Psichiatrici Giudiziari della penisola, bisogna riconoscere il diritto di rientrare in Sardegna per essere curati, assistiti e integrati nella propria realtà territoriale. Solo in questo modo si può garantire un reale percorso di salute mentale che veda il superamento degli OPG: i nuovi manicomi giudiziari. Tutto questo lo impone la Legge 9 del 2012, così come lo come raccomanda l’Organizzazione Mondiale della Sanità e il Consiglio d’Europa.
Le massime rappresentanze delle istituzioni della RAS, devono intervenire affinché le mozioni approvate dal Consiglio sulla Territorialità della Pena e sull’istituzione del Garante dei detenuti, sino ad oggi disattese, vengano applicate. Il Presidente Cappellacci, in qualità di Presidente della Sardegna, deve farsi garante dell’indignazione dei sardi e faccia presente a Monti e ai suoi Ministri che il territorio sardo non è disponibile ad essere l’ennesima “discarica di rifiuti speciali pericolosi” della criminalità internazionale e italiana.
Questa lotta, per il rispetto dei Diritti civili dei sardi, è parte integrante della nostra Sovranità
Claudia Zuncheddu
Consigliera della RAS – SardignaLibera
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