Bocciato il Referendum consultivo sull’Indipendenza della Sardegna
I DIRITTI VIOLATI DEL POPOLO SARDO
L’inammissibilità del quesito referendario consultivo da parte dell’Ufficio elettorale preposto, con la giustificazione che “…contrasta con l’ordinamento generale e i principi fondanti della Repubblica” e “…con l’articolo 5 della Costituzione in cui si afferma che la Repubblica è una e indivisibile”, e ancor più la motivazione con cui “…non è consentito sollecitare il corpo elettorale regionale a farsi portatore di modifiche costituzionali…” rappresenta un gravissimo attacco al diritto di libertà e di espressione dei cittadini sardi, un diritto garantito anche dalla Costituzione italiana.
Siamo di fronte ad una situazione di “libertà limitata e vigilata”. L’Ufficio elettorale del referendum o chi per esso, ha persino paura che i sardi possano esprimersi anche a titolo consultivo su un nostro diritto ad essere liberi, autonomi e indipendenti: diritti sanciti dall’ONU, dalla Comunità Europea e riconosciuti dallo stesso Stato italiano. Con quest’ennesimo atto discriminatorio si intende ribadire lo stato di oppressione e di assoggettamento cui noi sardi siamo stati condannati. Non riusciamo a capire perché il diritto all’autodeterminazione, sancito dal Diritto internazionale, sia valido per tutti i popoli del mondo mentre è precluso al Popolo sardo.
Di fronte alla crisi economica che vede la Sardegna sempre più piegata, impoverita e vilipesa, la classe politica italiana dimostra di aver paura che noi sardi possiamo in prima persona fare a meno dell’Italia e autogestire le nostre risorse, creando benessere e prosperità per le nostre famiglie e le nostre imprese. Questo è un diritto che ci vorrebbero negare anche grazie alla connivenza e alla compiacenza di una classe politica che in Sardegna sino ad oggi, ha imposto i diktat e le compatibilità dei governi italiani.
Il processo di coinvolgimento e di condivisione del Popolo sardo sui temi dell’autogoverno e dell’indipendenza è democratico e popolare, quindi comporta un ampio processo di coinvolgimento di coscienze, persone e organizzazioni che promuovano una trasformazione culturale e politica condivisa su questi temi, come sta avvenendo in numerose parti d’Europa,come la Scozia, Catalogna etc.
Tutti i sardi e in particolar modo la nostra classe politica, non possono tacere su ciò che è successo e con un colpevole silenzio, avvallare questo misfatto ai danni dei nostri diritti. La democrazia e la libertà deve essere difesa sempre e comunque in quanto valore universale.
Claudia Zuncheddu
Consigliera Regionale
Segretario del Movimento Sardigna Libera
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