e.on: la multinazionale tedesca che tra olio combustibile e carbone inquina la Sardegna
Sull’Ordine del Giorno del 17 maggio 2012 firmato dai capigruppo di tutte le forze politiche presenti in Consiglio Regionale su
“realizzazione del quinto gruppo a carbone in sostituzione delle due unità ad olio combustibile nella centrale termoelettrica di Fiume Santo”.
LE RAGIONI DEL MIO VOTO CONTRO: Sono contraria alle politiche energetiche portate avanti sino ad oggi da E.On. SpA (la multinazionale tedesca, proprietaria della centrale termoelettrica di Fiume Santo, nel Nord Sardegna già “in possesso da tempo delle autorizzazioni per la realizzazione nel sito di un nuovo gruppo di produzione alimentato a carbone”), così come non condivido l’alternativa della sostituzione delle due unità ad olio combustibile, altamente inquinanti, con la realizzazione del quinto gruppo a carbone, a sua volta inquinante anche se in misura inferiore.
Con quest’ordine del giorno, la classe politica sarda nel suo insieme, continua a manifestare la sua totale mancanza di cultura per i valori dell’ambiente, senza il quale non può esistere ne vita, ne salute, ne benessere, ne identità. Questa classe politica, figlia di quella che ha sancito l’industrializzazione forzata della Sardegna e il conseguente fallimento economico, sociale e ambientale dell’isola, dimostra ancora una volta la sua sudditanza non solo allo Stato italiano, ma anche ai processi industriali di globalizzazione. Quei processi che hanno come logica politica la rapina delle nostre risorse creando inquinamento, distruzione delle economie tradizionali legate all’agricoltura, all’allevamento, alla pesca e al turismo ecocompatibile. In modo inevitabile, questo impoverimento del territorio si aggrava ulteriormente con la delocalizzazione dell’industria verso nuovi paradisi per i loro profitti, e naturalmente dopo aver usufruito di ingenti risorse pubbliche a costo zero.
Ancora una volta l’esperienza dell’industrializzazione forzata che stava alla base del modello di sviluppo della c.d. Autonomia sarda, sembra non averci insegnato nulla come classe politica e come sardi.
E’ fallito quel modello di sviluppo che ha sacrificato il nostro territorio e le attività tradizionali ad esso connesse, in nome del profitto per altri ed estraneo al nostro popolo. Oggi la RAS continua a sbagliare riproponendo e riprogrammando, seppur con piccoli aggiustamenti, quel modello di sviluppo superato in tutto il mondo. A Fiume Santo, il problema legato alla centrale termoelettrica di proprietà della multinazionale tedesca, non si risolve di certo con la sostituzione delle due unità ad olio combustibile con la realizzazione del quinto gruppo a carbone.
Attualmente, il problema prioritario da affrontare, è quello delle bonifiche dei territori in cui insistono queste industrie responsabili dell’inquinamento, che non solo ha avvelenato l’ambiente, ma con esso ha compromesso la stessa salute delle popolazioni e delle sue economie preesistenti.
Purtroppo in quest’Aula ben poco si parla di inquinamento, di bonifiche e della rinaturalizzazione del territorio, dovute alle popolazioni che hanno subito i disastri e che oggi vengono sbeffeggiate e punite con la disoccupazione legata alla “deindustrializzazione”.
L’unica occupazione possibile e immediata, per queste popolazioni, è l’avvio di un serio programma di disinquinamento ambientale che veda la Regione Sardegna garante e controllore di questo processo di rivitalizzazione e di restituzione del territorio ai sardi. Naturalmente, chi come E.ON. SpA, in questi anni ha goduto dei profitti, distruggendo il nostro ambiente, deve assumersi l’onere economico e morale del disinquinamento.
Ma la Regione Autonoma della Sardegna, con le sue scelte, ancora oggi dimostra di non voler rinunciare ad una strada che seppur fallimentare per il benessere economico di noi sardi, ribadisce la sua sudditanza ai poteri economici estranei ed esterni, arrivando addirittura, in certi casi, al paradosso di pagarla con i nostri soldi. Questo è il caso dei 150 milioni di euro, stanziati nell’ultima Finanziaria regionale e destinati alla società privata GALSI “per il passaggio nella nostra isola del gasdotto che porterà il metano dall’Algeria all’Italia del Nord e all’Europa attraverso la Sardegna”. Questo concetto di “servitù di passaggio” è chiaro nel progetto Galsi, così come è vergognosamente ribadito dall’Art. 3 comma 1 della Finanziaria Regionale. Purtroppo ancora oggi la RAS non affronta un serio dibattito sui modelli di sviluppo alternativi all’industria pesante, accetta l’inganno della CHIMICA VERDE a Porto Torres, che in cambio del ricatto di una manciata di posti di lavoro, diventa oggi l’alibi per evitare le bonifiche del territorio altamente inquinato dai residui della lavorazione industriale del petrolchimico e per continuare a lucrare. Di fatto la “Chimica verde”, che di verde ha solo il nome, si prospetta come l’ennesimo inceneritore che per poter funzionare richiederà inevitabilmente l’importazione di rifiuti incontrollati e incontrollabili, alla cui ombra potrà prosperare giusto il business dell’eco-mafia.
Ribadisco che oggi l’unica garanzia di occupazione reale, in questi territori, è quella di intraprendere subito il piano di bonifica e di rivitalizzazione del territorio, con la RAS, nel ruolo di promotrice e di garante di questi processi. Purtroppo in Sardegna ancora oggi, manca un progetto complessivo di “sviluppo reale” legato alla sua vocazione territoriale, ambientale e ad un turismo ecocompatibile.
Nell’affrontare il discorso Energetico, la Regione Autonoma della Sardegna, con le sue scelte dimostra di essere ancora oggi totalmente fuori dalle logiche di salvaguardia ambientale. Voglio intanto ribadire che senza una politica di sovranità energetica, seria e condivisa, che veda al centro le fonti rinnovabili, per noi sardi non potrà esserci emancipazione.
Claudia Zuncheddu
Esito della votazione dell’Ordine del giorno:
65 Presenti
64 Votanti
63 SI
1 NO (Claudia Zuncheddu – Sardigna Libera)
1 Astenuto (Efisio Planeta – Psd’Az)
Di seguito il testo dell’OdG
CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XIV LEGISLATURA
Ordine del giorno n. 81
approvato il 17 maggio 2012
ORDINE DEL GIORNO DIANA Mario – DIANA Giampaolo – STERI – URAS – DEDONI – SANNA Giacomo – SALIS sulla realizzazione del quinto gruppo a carbone in sostituzione delle due unità ad olio combustibile nella centrale termoelettrica di Fiume Santo.
IL CONSIGLIO REGIONALE
a conclusione della discussione della mozione n. 181 sulla realizzazione del quinto gruppo a carbone in sostituzione delle due unità ad olio combustibile nella centrale termoelettrica di Fiume Santo;
PREMESSO che la Sardegna risente, oggi più che mai, di condizioni di svantaggio dovute all’insularità e alla carenza di infrastrutture, in particolare nei settori dell’energia e dei trasporti;
CONSIDERATO che tale gap infrastrutturale, nell’attuale contesto di crisi internazionale, penalizza in misura maggiore le attività imprenditoriali dell’Isola e ne rende più difficile la ripresa economica;
SOTTOLINEATO che il Ministero dello sviluppo economico ha confermato l’impegno del Governo ad intervenire con misure appropriate che consentano, nel quadro della legislazione nazionale e comunitaria vigente, l’utilizzo competitivo dell’energia elettrica in quanto fattore strategico per le aziende produttive energivore della Sardegna;
VALUTATA la necessità di realizzare, oltre alla centrale a carbone ad emissioni zero del progetto Css Sulcis e il rafforzamento del Polo energetico di Ottana, il nuovo gruppo a carbone da 410 MW nella centrale E.On di Fiume Santo, la cui costruzione è ritenuta improrogabile e strategica e che è stato oggetto di più intese tra l’Amministrazione regionale e l’azienda titolare del sito produttivo e per il quale la società tedesca ha ottenuto tutte le necessarie autorizzazioni alla costruzione;
RAMMENTATO che, entro il 2013, si dovrà obbligatoriamente procedere alla demolizione dei due gruppi a olio combustibile della centrale di Fiume Santo, in quanto altamente inquinanti e dichiarati fuori norma,
impegna la Giunta regionale
affinché:
1) investa i massimi livelli istituzionali perché intervengano presso i vertici aziendali di E.On per scongiurare il disimpegno dall’investimento già autorizzato per il sito di Fiume Santo o, in alternativa, perché siano prese in considerazione le eventuali offerte di soggetti interessati a realizzare l’impianto al posto dell’azienda tedesca;
2) solleciti al Governo italiano una presa di posizione nei confronti del Governo federale tedesco, che non perde occasione di richiamare al rispetto delle regole e degli accordi siglati, volta ad assicurare che E.On rispetti le intese liberamente sottoscritte con la Regione, traendone in difetto le conseguenze in relazione agli accordi sottoscritti inadempiuti, in vista della sospensione o del ritiro delle autorizzazioni rilasciate;
3) accerti, anche con il coinvolgimento dei parlamentari sardi, se risponda al vero che il Ministero dello sviluppo economico, come riferito alle organizzazioni sindacali dalla stessa E.On, avrebbe condiviso l’intenzione dell’azienda di non costruire il nuovo gruppo a carbone, avallando di fatto il mantenimento in attività dei vecchi gruppi a olio combustibile anziché stigmatizzare il comportamento di un’azienda che non investe in un’opera così importante per l’occupazione e lo sviluppo del nostro Paese e che non avrebbe consentito di farlo ad uno dei soggetti che il Governo, con la sua missione in Asia, ha cercato di interessare;
4) accerti l’adeguatezza della decisione assunta da Terna Spa di inserire la centrale di Fiume Santo tra i cosiddetti impianti essenziali per il sistema energetico nazionale, corrispondendo così un compenso ad E.On indipendentemente dall’effettivo funzionamento della centrale e disincentivando di fatto gli investimenti previsti per l’ammodernamento del sito produttivo e la sua sostenibilità ambientale; valuti comunque la legittimità di tale decisione ai fini della sua impugnazione in sede giudiziaria;
5) adotti ogni atto necessario al fine di contrastare il comportamento dilatorio di E.On riguardo all’esecuzione delle bonifiche ambientali nel sito della centrale.
Cagliari, 17 maggio 2012
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Il presente ordine del giorno è stato approvato dal Consiglio regionale nella seduta pomeridiana del 17 maggio 2012.
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