Bilancio Elezioni Regionali 2009
Candu su tempu no abastada…
Mi scuso per il mancato aggiornamento del blog in questi ultimi tempi. Sono stata impossibilitata per i ritmi della campagna elettorale e per la sua brevità. Inoltre l’epidemia influenzale mi ha colpito inesorabilmente proprio in quest’ultimi dieci giorni.
Intanto comunico agli amici sostenitori della lista Rossomori che Venerdì 6 Marzo è previsto un incontro alle 17.30 al Caesar Hotel.
Riguardo al tema “elezioni”
Tutto quello che è successo nell’ultima tornata elettorale merita una seria riflessione e un dibattito aperto al contributo di tutti.
Il dato politico di questa elezione regionale è che il centro destra ha vinto, anche incamerando al suo interno il Psd’Az (con un accordo di interessi e con un’assonanza culturale degli attuali dirigenti) votando in modo unitario il simbolo “Berlusconi Presidente”, con Cappellacci aggiunto.
Con questo atto si sancisce l’uscita del Psd’Az dal sardismo, rinnegando 88 anni di storia, i valori, i principi fondanti e la prospettiva di liberazione e di autodeterminazione dei sardi.
Gli stessi eletti in quella lista sono espressione della “mutazione genetica” e l’approdo a forme di opportunismo e nazionalismo filo-italiano.
Si potrebbero mai immaginare i padri del sardismo fare un “accordo di programma” o “alleanza programmatica” con Berlusconi (…scusate Cappellacci), per portare la Sardegna all’indipendenza come sostiene il segretario del Psd’Az? “ …Ma “la memoria non s’inganna e la Sardegna non si vende”.
“Ripartire da Soru per andare oltre Soru”.
Cosa significa?
L’esperienza della Giunta Soru, pur con le sue contraddizioni e limiti, ha proposto un modello di sviluppo e di partecipazione democratica più simile a quello europeo. Un programma basato su una maggiore valorizzazione delle risorse culturali, ambientali e storiche della Sardegna come motore di sviluppo dell’economia globale dell’isola. Con ciò abbandonando parzialmente tutti quei modelli di sviluppo di “rapine coloniali” i cui fallimenti sono sotto gli occhi di tutti.
Il modello industriale importato a Portovesme, Portotorres, Ottana e Macomer è ormai arrivato al capolinea, lasciando nella disperazione economica migliaia di famiglie e centinaia di imprese sarde; Ha distrutto il tessuto economico e le professionalità di quei territori, ha creato seri problemi di inquinamento ambientale e di salute delle popolazioni residenti. Tutto ciò senza proporre alcun piano industriale di uscita dalla crisi e di trasformazione dell’economia.
Il risultato delle telefonate sbandierate in campagna elettorale da Berlusconi a Putin: “risolvo tutto io”, che ricordano tristemente il moto del ventennio fascista “lui pensa a tutto”, si è rivelata l’ennesima “bugia mediatica” per estorcere con l’inganno il voto dei settori “più deboli” della popolazione: fenomeno che si è ripetuto puntualmente nel Sulcis-Iglesiente.
Così come lo “spot elettorale” della promessa del collegio europeo per la Sardegna (esigenza fortissima dei sardi ad essere rappresentati a Strasburgo) facente parte del gioco degli inganni mediatici, è rimasto tale.
L’azione riformatrice di Soru, per certi versi incompleta e approssimata, comunque tesa a rendere più efficiente la stessa macchina amministrativa regionale, tagliando privilegi e sperperi, si è scontrata con una casta politica trasversale di Centro Destra e di Centro Sinistra.
Questa casta non volendo rinunciare ai privilegi garantiti paradossalmente da 60anni di “sacco dell’Autonomia Regionale” è in parte responsabile di questo fallimento.
In questi quattro anni di governo Soru è andato rafforzandosi un blocco politico trasversale, già interprete di una politica parassitaria attenta più al saccheggio delle risorse ambientali che a un progetto di sviluppo reale dell’economia sarda. Vedi la vicenda sulla Legge Urbanistica che ha determinato la chiusura anticipata della legislatura.
I veleni e le vendette trasversali della “casta della politica sarda” che si sono sedimentati in questi anni, hanno “minato” il progetto di cambiamento e “avvelenato” di conseguenza parte del risultato elettorale all’interno del CS.
(segue seconda parte)
Claudia Zuncheddu
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