Mozione contro chiusura Facoltà di Veterinaria di Sassari
(vedi precedente intervento su Riforma Gelmini Cons. Reg. 16/07/09)Cons. Regionale 22/09/09 Per noi sardi chiederci dove siano i diritti costituzionali, di fronte ad una “latitanza cronica” dello Stato italiano, non è facile. “Tracce” di dichiarazione di voto sulla mozione contro la Riforma Gelminifirmata da tutte le forze dell’opposizione.Annuncio il mio voto favorevole alla mozione contro il Decreto del Governo italiano che appoggiato dal Centro Destra locale, nega ai giovani sardi il “diritto allo studio” oltre che il “diritto al lavoro” per migliaia di docenti, personale scolastico e insegnanti “precari” privandoli di ogni possibilità occupazionale alternativa. La Riforma Gelmini, in Sardegna, con la scusa della “bassa concentrazione demografica” decreta il tragico e discriminante ritorno ad una scuola di 50 fa che era preclusa a gran parte del popolo sardo. Una scuola, derivata dalla Riforma fascista Gentile, dove la stessa appartenenza alla cultura e all’identità del nostro popolo veniva vessata ed umiliata al punto da proibire violentemente l’uso della lingua sarda con l’oblio e la negazione della propria storia. A chi sostiene il Decreto Gelmini, chiedo dove sia l’orgoglio con quel minimo di sentimento di appartenenza al popolo e alla storia della Sardegna. Alle denunce riguardanti lo stato della scuola, nei precedenti interventi dei colleghi dell’opposizione, voglio manifestare la drammatica situazione in cui versa la facoltà di Veterinaria di Sassari a rischio di chiusura.
L’approvazione del “Pacchetto Università” previsto dal Decreto Gelmini, implica la soppressione dei corsi di laurea con bassa frequenza di studenti. Infatti le immatricolazioni alla facoltà di Veterinaria di Sassari, da sempre nostro polo universitario di eccellenza, quest’anno, grazie anche allo “spauracchio Gelmini” si sono ridotte drasticamente, con conseguenze negative per tutto il territorio isolano, non ultima la stessa minaccia di chiusura della Facoltà. Il corso di laurea in medicina veterinaria, essendo l’unico in tutta l’isola nel tempo ha risposto ad una richiesta di specializzazione di eccellenza che vista l’alta qualità della formazione ha formato laureati provenienti da tutta l’Italia e da altre parti del mondo.Questa misura discriminatoria per i sardi sul piano culturale e scientifico, ha risvolti particolarmente gravi sull’economia pastorale già profondamente in crisi per lo stato di abbandono da parte delle istituzioni. L’abbandono della ricerca scientifica porta ad un blocco della sperimentazione e al non studio delle nuove patologie, sempre più diffuse nei nostri allevamenti. La mancanza di corsi di studio per il controllo alimentare degli animali e la mancanza di vigilanza sanitaria sui fenomeni sempre più incontrollabili di “libera importazione” di bestiame dall’Europa e dai Paesi del Magreb, prospetta un futuro poco sereno per le possibili epidemie che potrebbero scatenarsi con i contagi tra il bestiame di importazione e i nostri allevamenti. Stante questa situazione di smantellamento della facoltà di veterinaria, in che modo si affronterà l’enorme problema di salute pubblica legato al consumo di carni di origine non controllata e su cui non si ha nessuna certezza di salubrità.Meno male che anche il Centro Destra sardo auspica il potenziamento e la salvaguardia del settore zootecnico come opportunità di sviluppo delle economie nell’isola, ma chi controllerà i nostri allevamenti e con quale professionalità visto che ci stanno chiudendo i punti di eccellenza riconosciuti unanimemente da tutti? Dovremmo assistere al mercato mafioso delle “carni taroccate”? chi garantirà la salute pubblica dei consumatori di “carni sarde” in Sardegna? Chi le certificherà? Quanti posti di lavoro perderemo grazie a questo misfatto? Claudia ZunchedduConsigliera Regionale Rossomori
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