“L’autonomismo è finito…è l’ora dell’indipendenza”
«L’autonomismo è finito È l’ora dell’indipendenza»
Giuseppe Meloni – L’Unione Sarda 18 Marzo 2010
Claudia Zuncheddu (Rossomori): no al progetto proposto dal Pd e mai con Psd’Az, Mpa e Udc
Mai col Psd’Az. Tantomeno con Udc, Mpa o chiunque altro stia col centrodestra alla Regione. Claudia Zuncheddu, presidente dei Rossomori, esclude ripensamenti sulle alleanze per le Provinciali. E boccia la nuova alleanza di stampo autonomistico, proposta sulle colonne dell’Unione Sarda dal leader del Pd Silvio Lai: «È come se per certi politici il tempo non passasse mai», commenta la consigliera regionale, «come se 60 anni di autonomia fossero trascorsi invano».
In che senso, scusi?
«Anche Pietrino Soddu, che di autonomia se ne intende, in un recente convegno ha decretato la fine della stagione autonomistica. La nuova stagione è quella della difesa dei diritti dei sardi, dei processi di sovranità per risolvere i nostri problemi, e non di ulteriore dipendenza da Roma».
Che cosa intende per processi di sovranità?
«Un progetto di attuazione reale di indipendenza».
Sta parlando di una Sardegna sovrana e indipendente?
«Esattamente».
Paradossalmente, è lo stesso approdo del Psd’Az.
«No, loro sono l’altra parte del mondo. L’indipendenza è un processo lungo, i sardi se la dovranno conquistare. Non chiedere come gentile concessione al principe, si tratti di Cappellacci o Berlusconi. Il Psd’Az fa questo: chiede a Cappellacci che conceda l’indipendenza».
Insomma, la grande alleanza autonomistica proposta dal Pd non vi vede concordi.
«Alleanza con chi? Psd’Az, Udc, Mpa? Mi chiedo, in concreto: com’è possibile costruire un progetto di sovranità e indipendenza con i portaborse e gli ascari di Berlusconi?»
Intese locali alle Provinciali, quindi, manco a parlarne.
«Di certo i Rossomori non staranno in nessuna alleanza, seppure di centrosinistra, in cui vi siano forze di destra o di centrodestra. Vogliamo semmai aprirci a tutte le forze identitarie e davvero indipendentiste».Leggi tutto
Sardigna natzione, Irs…
«Certo, oltre all’indipendentismo diffuso e non organizzato».
Correndo soli, potreste contribuire in alcuni territori a far vincere il centrodestra.
«Sarebbe dolorosissimo, ma non vogliamo ricadere nella logica del “meno peggio” che ha affondato il centrosinistra. Come può pensare, il Pd, a certe alleanze? Esempio: sulla scuola, che politica farebbero nelle Province quelle forze che in Consiglio regionale difendono la riforma Gelmini, che penalizza le fasce deboli? Da nessun punto di vista è giustificabile ora un’intesa con loro. Sarebbe schizofrenia politica».
Se ci fossero intese di quel genere in una o più Province, voi starete fuori solo in quei casi? O uscirete da tutte le coalizioni provinciali?
«Questo, oggi, non posso dirlo: ne discuterà sabato il primo consiglio nazionale del partito, a Ghilarza. Siamo a favore di una democrazia partecipativa: decideremo in assemblea».
Non crede che creare delle intese locali servirebbe a divaricare l’attuale maggioranza regionale?
«A chi mi dice così io rispondo che una forza politica matura ha anche il dovere di compiere scelte non ambigue, non opportunistiche, non di puro potere. Se ci sono partiti in crisi col centrodestra, perché non escono? A quel punto si potrebbe iniziare a ragionare con loro».
I Rossomori sono un movimento giovane: andando da soli rischiereste la marginalizzazione.
«Proprio perché nuovi, non possiamo inquinarci con vecchi peccati. È una scelta di responsabilità, che può anche richiedere sacrificio».
C’è chi vi indica come il partito attualmente più vicino alle posizioni di Renato Soru. Cosa c’è di vero?
«Di certo siamo molto distanti dal Pd. Soru ha lanciato forti messaggi identitari, e noi abbiamo per lui un occhio di riguardo. Può essere ancora una speranza per i sardi».
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