Sulla territorialità della pena
AGI) – Cagliari, 8 mag. – Oltre 3.000 firme sono state raccolte in pochi mesi dal Comitato per la territorialità della pena, nato a Sassari a settembre dello scorso anno e presente in quasi tutto il territorio regionale. Con la petizione il Comitato sollecita il rientro in Sardegna dei 225 detenuti sardi reclusi in istituti di pena della Penisola.
In base alla legge, ricorda il Comitato, il detenuto deve scontare la pena in strutture che non distino oltre 300 chilometri dal luogo di nascita o residenza. “Non solo questo non avviene – ha spiegato Rosa Foddai, portavoce del Comitato che stamane ha manifestato a Cagliari sotto il palazzo del Consiglio regionale – ma sono detenute lontano da casa anche persone ancora in attesa di giudizio. Con questa petizione – ha spiegato – sollecitiamo la Regione ad applicare il protocollo firmato con il Ministero della Giustizia e a pretendere il rispetto della territorialità”.
La raccolta di firme, e’ stato ricordato, ha preso spunto dal caso di Bruno Bellomonte, appartenente al movimento indipendentista A Manca pro s’indipendentzia e detenuto a Catanzaro nell’ambito dell’inchiesta sulle nuove Br “senza che – ha detto Cristiano Sabino, del movimento – abbia ancora ricevuto un’accusa specifica. Abbiamo scelto di candidare Bruno alle prossime elezioni amministrative, come candidato di sindaco di Sassari, proprio per ricordare la sua vicenda e quella di tanti sardi che sono stati letteralmente deportati”. Con i rappresentanti del Comitato stamane c’era anche il consigliere regionale Claudia Zuncheddu, che la scorsa estate ha promosso una mozione sul tema, approvata dal Consiglio regionale. “Dopo quella presa di posizione ufficiale – ha spiegato – la Giunta non ha fatto nulla. Ho sollecitato un intervento della presidente del Consiglio, Claudia Lombardo, ma anche in questo caso senza ottenere alcuna risposta. Mi sembra evidente – ha aggiunto – che siamo di fronte a un’emergenza democratica”.
(AGI) Cli/Rob/Cog
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