L’OBBLIGO DEL GREEN PASS E’ UN’”ANOMALIA ITALIANA” DA CHIARIRE
17/10/2021
Sardigna Libera – Movimento Indipendentista –
L’obbligo del green pass per poter lavorare rischia di essere il casus belli per un conflitto sociale senza fine. Eppure basterebbe far chiarezza sulla sua reale utilità, sugli obblighi dei cittadini e sui doveri di un governo e di un parlamento che non trasmettono sicurezza ai cittadini.
Dietro lo scontro tra Vax e NO-Vax, ci sono imposizioni sanitarie di dubbia legittimità costituzionale su cui far luce.
La storia della medicina, non da oggi, pullula di imposizioni e di abusi sulla salute soprattutto dei più fragili. Senza rievocare le sperimentazioni che hanno ispirato il Codice di Norimberga con il Consenso Informato (che da potere decisionale al cittadino), meritano una riflessione, ad esempio, gli abusi dei trattamenti sanitari obbligatori nel campo della salute mentale.
Il tema sul vaccino anti-covid, estrapolato dal vasto e trascurato contesto della Prevenzione ha messo a nudo le fragilità del mondo politico e gettato ombre sulla scienza.
I convegni scientifici, sedi dove gli studiosi si confrontano, spesso sono offuscati da un eccesso di partecipazione del mondo medico ai salotti giornalistici. Una presenza che non contribuisce a creare chiarezza ad una società sempre più confusa e impaurita.
L’approvazione da parte del governo dell’obbligatorietà del green pass, in contrasto con il Comitato tecnico scientifico sulla reale sicurezza delle limitazioni previste, è come gettare benzina sul fuoco per il conflitto sociale in corso. E’ un atto di forza dello Stato incomprensibile e unico in Europa.
Lo Stato può imporre obblighi individuali nel rispetto della salute collettiva, ma i conti non tornano quando certe limitazioni non poggiano sulla tutela della salute ma su ragionamenti economici. Questo è l’aspetto dominante delle politiche del governo Draghi.
Il green pass nei soggetti seppur vaccinati non assicura l’immunità e ancor meno garantisce che sia evitabile il contagio. Non c’è certezza sui tempi reali dell’immunità, infatti talvolta sono inferiori alla durata del green pass. Per non parlare del caos nell’ambito dei tamponi.
L’unica certezza è che questo lasciapassare avrà i suoi costi in termini di salute e di sviluppo economico.
Questo è il frutto di una politica che decide in materia sanitaria senza tener conto dei pareri del Comitato tecnico scientifico, che ritiene il green pass poco efficace nei confronti dei contagi. E’ chiaro che l’obbligatorietà del green pass non può essere slegata dall’obbligatorietà del vaccino e senza una legge che lo imponga, c’è libertà vaccinale. Una libertà che nel gioco dei paradossi lo Stato nega con un atti di forza, arrivando a ricattare i lavoratori e non solo. L’obbligo del green pass è un’”anomalia” italiana da chiarire.
Claudia Zuncheddu – Sardigna Libera
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