A ita puntu seusu cun sa battalla accostau de is sardus “ingaleraus” e “scaresciusu” in is presonis italianas?
Che fine ha fatto la mozione per il diritto alla “Territorialità della pena”?
L’azione politica è nata con lo spirito di sollecitare le istituzioni dello Stato italiano al rispetto delle regole democratiche. L’applicazione immediata della Legge dello Stato che prevede la per i detenuti sardi “dimenticati” in carcerari d’oltremare è un atto dovuto.
Ma la giunta regionale di Cappellacci continua a tacere.
Cronistoria della mozione perduta nei meandri dell’indifferenza della RAS
23/09/2009 discussione in Consiglio Regionale
La mozione viene votata a maggioranza per dare l’opportunità ai sardi, che scontano pene o sono in attesa di giudizio in carceri lontane dalla Sardegna, di essere trasferiti in carceri dell’isola.
Di fatto nulla cambia. L’indifferenza istituzionale della Giunta Cappellacci che non applica la Legge , decreta delegittimazione della massima assemblea dei sardi.
09/12/2009
Con una interrogazione rivolta al Presidente Cappellacci, è stato chiesto se si fosse fatto portavoce presso il Ministro di Grazia e Giustizia della volontà espressa dal Consiglio dei sardi sulla necessità di applicare la “territorialità della pena” per i nostri detenuti, secondo legge italiana.
Persiste l’indifferenza.
16/06/2010
Richiedo come prima firmataria della mozione 15/3 che la Commissione di Verifica accerti (ai sensi dell’Art 19bis, comma 2 del Regolamento Interno del Consiglio Regionale “(…) il rispetto, da parte della Giunta Regionale, delle leggi vigenti per quanto attiene alle competenze da queste attribuite al Consiglio regionale, la puntuale attuazione degli ordini del giorno approvati dall’Assemblea e l’applicazione delle norme regolamentai riguardanti l’attività ispettiva ed il diritto all’informazione dei Consiglieri”;
Chiedo di ottenere, ai sensi dell’Art. 15, comma 3 del Regolamento, tutte le informazioni, e le notizie, nonché tutti gli atti preparatori e i provvedimenti ad oggi in possesso del Presidente della Regione, della Giunta Regionale, della Commissione di verifica e di tutti gli uffici regionali e delle aziende dipendenti della Regione sullo stato di attuazione dei punti 2 e 3 approvati della mozione 15/, nonché su tutte quelle iniziative che il Presidente della Regione abbia intrapreso ai fini del rispetto della Legge 35475 e del Protocollo d’intesa del 07 Febbraio 2006 sottoscritto tra la RAS ed il Ministro di Grazia e Giustizia in materia di trasferimento dei detenuti sardi dalla penisola alla Sardegna, così come chiesto dalla sottoscritta con Interrogazione n° 191/A (a tutt’oggi priva di riscontro).
Quale certezza del Diritto per i sardi?
Se la Legge dello Stato è valida per tutto il territorio italiano, quindi, sino a prova contraria, dovrebbe esserlo anche per la Sardegna. C ’è da chiedersi: “perché una Legge italiana come quella che contempla il diritto alla “territorialità della pena”, nata per alleviare le sofferenza di cittadini in difficoltà esclude e discrimina i detenuti sardi e le loro famiglie?
Ma se la Sardegna non è Italia neppure per le istituzioni dello Stato, che ce lo dicano chiaramente… a molti di noi non può che far piacere.
Questa sarebbe l’ennesima conferma che l’aspirazione all’indipendenza per la Sardegna è l’unica via percorribile per l’emancipazione, per il benessere e per la “certezza del diritto”.
Claudia Zuncheddu
Consigliera Regionale Rossomori
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