Sul simposio promosso da Amici Sardegna-Palestina sul “luogo di culto” anche per i musulmani in Sardegna, sostengo che la “laicità” sia un valore di grande civiltà che debba guidare gli uomini al rispetto delle diversità.
I processi di immigrazione condizionano favorevolmente il futuro della società sarda, una società che evolve verso un modello interculturale che genera momenti di incontro, di confronto e di scambio fra popoli, quindi essa è fonte di arricchimento reciproco delle culture. Questo modello di società permette il potenziamento e la conservazione delle reciproche diversità culturali.
Sin dall’antichità le relazioni fra noi sardi e il mondo del Maghreb erano intensissime sia sul piano culturale che economico e le stesse relazioni politiche erano gestite direttamente dal popolo sardo. Per testimoniare l’intensità dei nostri rapporti economici, culturali e di fratellanza con i Paesi arabi basti pensare che in tempi più recenti, all’inizio del 900, si stampavano a Cagliari diversi giornali in lingua araba.
I popoli viaggiano con le loro culture e con le loro religioni, per cui oggi non è un buon segno per le nostre istituzioni, ignorare e negare la necessità dei luoghi di culto agli “ospiti in transizione”, ai cagliaritani musulmani e a tutti i cittadini che professano religioni differenti da quella Cattolico- Romana.
La grande concentrazione dicittadini di religione musulmana, provenienti principalmente dall’Africa del Nord, dalla Fascia Sub-Sahariana e dal Medio Oriente, sono cagliaritani che a tutt’oggi non hanno una moschea dove svolgere le proprie celebrazioni liturgiche, dove incontrarsi e dare assistenza religiosa, sociale e culturale ai propri aderenti.
Alla luce degli “antichi ponti” fra la Sardegna e il mondo arabo, nonché dell’attuale presenza, nel territorio e nel tessuto sociale della città di Cagliari, di cittadini che professano diversi credi religiosi, è compito dell’istituzione comunale promuovere l’integrazione religiosa e sociale della nostra collettività, nel rispetto delle diversità di culto e di costumi. Questa istituzione è preposta alla creazione di processi di socializzazione e di diritto alla pratica del proprio credo religioso riconosciuto dalla stessa Costituzione italiana.
La moschea per i musulmani a Cagliari e in Sardegna, come altri luoghi di culto per altre religioni come quella ad esempio Cristiano-Ortodossa, non offendono, anzi è un diritto dovuto in nome della laicità, della pace, della pluralità culturale e religiosa che ciascuno di noi deve rivendicare.
Claudia Zuncheddu
Consigliera regionale dei Rossomori
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